Francesco, io e il manager di Morterone

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24 Settembre 2016

Dopo ogni funerale è saggio trovare un momento di silenzio, per pensare al morto ma anche per cogliere quali movimenti interiori provochino tali pensieri. Questo dico perché oggi, dopo il funerale di un compaesano molto attivo nella vita sociale, sportiva e politica del paese, ripensavo all’omelia pronunciata dal parroco, nella chiesa dove tanti sono dovuti rimanere in piedi.

Un’omelia che si è conclusa con l’affidamento alla Madonna perché sappia incoraggiare tutti a percorrere quelle strade di impegno e partecipazione alla vita comunitaria che il defunto, in tanti ambiti, aveva aperto.

Mi sono sentito chiamato in causa, io che divido la mia vita tra Laveno Mombello, dove vivono i miei genitori, dove ho la maggior parte delle amicizie, dove ho iniziato l’impegno politico; Varese, dove mi fermo talvolta in un appartamento della famiglia, dove ho mosso i primi passi nel mondo dell’alpinismo; e Milano, dove ho frequentato l’Università e dove sto facendo uno stage proprio in questi giorni. Sicuramente molte persone della mia età (25 anni) si trovano in condizioni simili, dividendo il proprio tempo (oltre al proprio guardaroba e alle proprie provviste) tra più luoghi. Converrete che pur dando molti stimoli e permettendo di esprimersi in tanti contesti diversi, vivere “spezzettati” comporta qualche difficoltà, di ordine logistico innanzitutto, ma qualche volta la frammentazione del tempo diventa anche dispersione delle energie e delle idee. Insomma, l’unità dell’io che tanto raccomanda Angelo Scola, viene messa alla prova.

Dicevo, vivere in più luoghi permette di esprimersi in tanti contesti diversi. Dall’esprimersi all’impegnarsi, il passo è breve, e l’impegno non può che articolarsi in azioni concrete, in fatti, in opere. Chi ritiene importante prendersi cura della natura dovrà trovare un gruppo naturalistico a cui iscriversi; chi ritiene sia fondamentale educare alla lettura, dovrà trovare una biblioteca di riferimento. E così via.

L’azione di impegno (sia questo sociale, sportivo, politico) è sempre, necessariamente, locale.

Allo stesso tempo, e questo è vero soprattutto per quelli che hanno o hanno avuto la possibilità di uscire dai confini nazionali per qualche soggiorno di studio o di volontariato, siamo sempre più indotti a “pensare globalmente”, cioè a considerare ciò che facciamo in un quadro che tenga conto di tante interazioni, che possono andare dalla Svizzera allo Swaziland e da Parma a Parma (la prima in Emilia, la seconda in Ohio, US).

Fondere l’agire locale al pensare globale ha portato alla nascita della “glocalizzazione”, termine introdotto da Zygmunt Baumann nel 2005 (in Globalizzazione e glocalizzazione) per indicare, appunto, le conseguenze locali della globalizzazione, guardando ai contesti locali come sottosistemi di sistemi via via più ampi, fino ad arrivare al sistema globale.

Tornando all’omelia, allora, mi chiedo e domando come sia possibile, nel continuo correre di qua e di là che faccio io e che certamente fanno molti altri, mantenere impegni a livello locale, nei paesi, nelle frazioni, pur senza rinunciare alla carriere che, per molti di noi, ci imporranno di trascorrere tante ore in qualche città?

Dicono i dati del Dipartimento Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite (http://esa.un.org/unpd/wup/index.htm) che nel 2014 il 54% della popolazione mondiale vive nei centri urbani, e che nel 2050 questa frazione salirà al 60%. Chi terrebbe a rimanere nei propri luoghi cederà o riuscirà a trovare una sintesi, sfruttando la velocità e la comodità crescente di trasporti e comunicazioni?

Quali infrastrutture servono per permettere al manager con azienda a Milano di rimanere residente a Morterone, provincia di Lecco, 33 abitanti?

TAG: innovazione, Lavoro, pendolarismo, politica, Unione europea, urbanizzazione
CAT: infrastrutture e grandi opere, Telecomunicazioni

2 Commenti

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  1. daniele.invernizzi 8 anni fa

    Rispondendo al tuo passaggio finale “Quali infrastrutture servono per permettere al manager con azienda a Milano di rimanere residente a Morterone, provincia di Lecco, 33 abitanti?”, direi che Morterone ha già fatto più di paesi della Brianza attaccati a Milano, con oltre diecimila abitanti, portando grazie alla connettività di Eolo a banda larga. Se tra quei 33 abitanti vi fosse il Manager di Milano o di Torino, l’infrastruttura di telecomunicazione che gli permette di lavorare in remoto è un punto fermo nella nostra amata Morterone.
    Poi però ci sono 15 chilometri di curve, prima di Ballabio e da li una Valassina trafficata se scegli l’auto per andare a Milano.
    Il manager avrà anche dei figli che vorranno andare a scuola, o scendere a valle…da qui nasce l’esigenza di dotare anche e sopratutto le piccole località di un’infrastruttura decente, basata anche su una generazione in loco di energia (si sto parlando di veicoli elettrici), dal momento che le migliori sperimentazioni possono proprio partire dalle piccole località, come l’automotive ci insegna: si sperimenta su isole e minuscole città, prima di estendere il progetto ai grandi conglomerati.

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  2. mabau-smart 8 anni fa

    Bravo Daniele, condivido in pieno!! Se poi in questo centro di Morterone dedicato alla sperimentazione avanzata ci mettiamo anche un MINI digestore anaerobico di nuova concezione, capace di prendere i pochi (o tanti che siano, non è un problema di quantità) scarti organici di Morterone stessa, che credo viva anche di agricoltura, trasformazione alimenti (mi sembra ci sia un caseificio) di turismo e tutte attività che producono residui organici, oltre a connettività, mobilità, assolutamente elettrica, qualsiasi altra infrastruttura per permettere a “questo manager” di operare e di vivere in un posto incredibilmente bello e sano, POTREMMO AVERE ANCHE ENERGIA PULITA ricavata proprio da questi scarti… per cui mi metto a disposizione per uno studio di fattibilità applicato, magari poi da estendere in Brianza, per portare anche lì un po’ di aria fresca e pulita di Morterone… e credo tu abbia già capito a cosa mi riferisco. E poi a Lissone non esiste già una base per repliche virtuose?? ;-))

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