«Tre volte No alla riforma Renzi-Boschi». Intervista con Luigi Ferrajoli

11 Novembre 2016

Magistrato, professore universitario, allievo di Norberto Bobbio e teorico del garantismo e della democrazia costituzionale di fama internazionale, Luigi Ferrajoli, 76 anni, è il giurista italiano che ha espresso la bocciatura più dura e radicale della legge costituzionale che sarà sottoposta a referendum confermativo il prossimo 4 dicembre.

Professor Ferrajoli, sulla riforma Renzi-Boschi lei ha espresso un triplice No: nel principio, nel metodo, nel merito. Partiamo dal primo punto: che cosa critica in linea di principio nella riforma voluta dal Governo Renzi?

La riforma proposta non è una revisione della Costituzione, ma è un’altra costituzione: vengono cambiati 47 articoli su un totale di 139. E questo non è consentito: l’unico potere ammesso dall’articolo 138 della nostra Costituzione è un potere di revisione. Da questo discende il primo profilo di illegittimità: l’indebita trasformazione del potere di revisione costituzionale previsto dall’articolo 138, che è un “potere costituito” dalla Carta, in un “potere costituente” non previsto dalla nostra Costituzione.

Una riforma contro la Costituzione della Repubblica del 1948?

Anche a voler tralasciare il fatto pur rilevante che questo Parlamento è stato eletto con una legge elettorale dichiarata incostituzionale, resta che la nostra Costituzione non prevede l’approvazione di una nuova costituzione, neppure ad opera di un’ipotetica assemblea costituente che decidesse a larghissima maggioranza, ma solo singoli e puntuali emendamenti.

Se, come lei sostiene, questa riforma ha travalicato i limiti dell’articolo 138 perché il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella non ha esercitato la facoltà di rinviare la legge alle Camere e chiedere una nuova deliberazione?

È una domanda che in molti abbiamo sollevato e non ha ancora avuto alcuna risposta. Il presidente Sergio Mattarella avrebbe ben potuto, in base all’articolo 87 della Costituzione, inviare un messaggio alle Camere per ricordare taluni principi elementari: come la necessità che le riforme costituzionali siano approvate con la più ampia maggioranza parlamentare e, per altro verso, il potere del Parlamento di approvare, in sede di revisione, singoli emendamenti, e non una quantità eterogenea di modifiche, a garanzia dell’omogeneità del quesito referendario più volte richiesta dalla Corte costituzionale onde consentire agli elettori di esprimere consenso o dissenso a specifiche revisioni. Ed è paradossale che di questi abusi di potere si sia fatto addirittura promotore il precedente Presidente della Repubblica, che pure aveva giurato fedeltà alla Costituzione del 1948 e che di questa avrebbe dovuto essere il garante.

Senza la determinazione di Renzi, le riforme, di cui si discute da decenni, sarebbero ancora lì ad aspettare, si dice.

È da oltre trent’anni che si cerca di far cadere sulla Costituzione le responsabilità dei governi per le loro pessime politiche. Secondo i fautori dei vari progetti di riforma – che hanno avuto in comune il costante tentativo di indebolire il Parlamento e rafforzare il governo –, la crisi e il discredito dei partiti, la loro corruzione, l’esplosione del debito pubblico, l’aggressione allo stato sociale e ai diritti dei lavoratori, la selezione di una classe dirigente pessima e, in definitiva, l’inettitudine dei governi che si sono succeduti, sarebbero tutta colpa della Costituzione del 1948.

Passiamo al metodo di approvazione. 

Per il modo in cui è stata approvata questa riforma è un oltraggio all’idea stessa di costituzione: le costituzioni dei paesi democratici sono patti di convivenza, stabiliscono pre-condizioni che devono garantire tutti: qualunque costituzione degna di questo nome è tendenzialmente frutto di un consenso generale. Nel ’48, pur nella contrapposizione ideologica fra cattolici, comunisti e liberali, la nostra Carta venne approvata da una maggioranza amplissima: 453 voti a favore e 62 contrari.

Invece che cosa è la riforma di Renzi-Boschi?

È una costituzione approvata da una minoranza, e cioè da un partito che alle ultime elezioni ha preso il 25% dei voti, corrispondente a circa il 15% degli elettori. Questi elettori, grazie ad una legge elettorale dichiarata incostituzionale (il “Porcellum”, ndr) sono stati trasformati in maggioranza. Non solo. È una costituzione approvata strozzando il dibattito parlamentare, a colpi di “canguri” e “tagliole”, fino all’approvazione in un’aula semivuota per l’Aventino delle opposizioni. Per votare No a questa nuova costituzione basterebbe leggerla. Ma è precisamente questo che il quesito referendario, formulato in termini ingannevoli e accattivanti, impedisce di fare.

Viene davvero superato il bicameralismo paritario, come riportato nel quesito sottoposto a referendum?

Il bicameralismo paritario non viene affatto soppresso, ma mantenuto per una lunga serie di leggi, dalle leggi costituzionali alle leggi elettorali e a molte altre. Per le leggi restanti viene sostituito da un bicameralismo imperfetto, cioè da più forme di coinvolgimento del Senato in altrettanti tipi di procedimenti legislativi, con conseguente incertezza e complicazione della funzione legislativa. Si aggiunga che il Senato sarà formato da senatori non eletti dai cittadini ma dai Consigli regionali.

Questa riforma paradossalmente allungherà i tempi anziché accorciarli e farà perdere tempo in contenzioso fra le istituzioni?

Siamo di fronte a un pasticcio che darà vita a incertezza e conflitti, poiché i diversi tipi di procedimenti legislativi sono distinti sulla base delle diverse materie e spesso non è possibile tracciare confini rigorosi fra una materia e l’altra. Il nuovo articolo 70 stabilisce che “i Presidenti delle Camere decidono, d’intesa tra loro, le eventuali questioni di competenza”. Ma che succederà se i due presidenti non saranno d’accordo? Si rischia di dar vita a un contenzioso incontrollabile su questioni di forma che finirà per allungare i tempi dei procedimenti e per investire la Corte Costituzionale di una quantità imprevedibile di ricorsi di incostituzionalità per difetti di competenza.

Cosa farà se il No, da lei sostenuto, dovesse perdere?

La vittoria del sì, accoppiandosi alla nuova legge elettorale (“Italicum”, ndr), sancirebbe la trasformazione della nostra democrazia parlamentare in un sistema interamente incentrato sull’esecutivo. Il Parlamento si trasformerebbe in un mero organo di ratifica: praticamente, anziché essere il Governo a dover ricevere e mantenere la fiducia dal Parlamento, avremmo dei parlamentari che dovrebbero guadagnarsi la fiducia del Governo, se non vorranno rischiare lo scioglimento della Camera e la loro non rielezione. Perciò, se dovesse vincere il Sì, bisognerebbe puntare a una riforma della legge elettorale in senso puramente proporzionale, senza premi di maggioranza né soglie di accesso al Parlamento. Purtroppo, su questa possibilità, non mi faccio illusioni.

TAG: maria elena boschi, Matteo Renzi, parlamento, referendum 4 dicembre, Riforma costituzionale, Riforma Renzi-Boschi
CAT: Legislazione

7 Commenti

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  1. pasquale-hamel 7 anni fa

    Francamente a leggere questa intervista, a parte la falsità della tesi, cioè che si tratti di un’altra costituzione rispetto a quella del ’48, mi pare di di rilevare un pregiudizio di fondo che non fa onore a chi dice di volere affrontare dal punto di vista scientifico la complessa tematica

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  2. giovannifalcone 7 anni fa

    LA POLITICA IN VETRINA: Referendum – Alle ragioni del NO, RISPONDO!!!
    Come per altre occasioni precedenti, per ogni risposta circa le ragioni del NO espresse dall’intervistato – Prof. Luigi FARRAJOLI – mi sono permesso di aggiungere risposte di tenore opposte formulate, molto più modestamente dallo scrivente nella veste di comune cittadino, osservatore della realtà che ci circonda.
    Fonte dell’intervista: http://www.glistatigenerali.com/…/tre-volte-no-alla-riform…/
    BUONA LETTURA
    Magistrato, professore universitario, allievo di Norberto Bobbio e teorico del garantismo e della democrazia costituzionale di fama internazionale, Luigi Ferrajoli, 76 anni, è il giurista italiano che ha espresso la bocciatura più dura e radicale della legge costituzionale che sarà sottoposta a referendum confermativo il prossimo 4 dicembre.
    Professor Ferrajoli, sulla riforma Renzi-Boschi lei ha espresso un triplice No: nel principio, nel metodo, nel merito. Partiamo dal primo punto: che cosa critica in linea di principio nella riforma voluta dal Governo Renzi?
    La riforma proposta non è una revisione della Costituzione, ma è un’altra costituzione: vengono cambiati 47 articoli su un totale di 139. E questo non è consentito: l’unico potere ammesso dall’articolo 138 della nostra Costituzione è un potere di revisione. Da questo discende il primo profilo di illegittimità: l’indebita trasformazione del potere di revisione costituzionale previsto dall’articolo 138, che è un “potere costituito” dalla Carta, in un “potere costituente” non previsto dalla nostra Costituzione.
    IO VOTO SI—————-ART.138 COSTITUZIONE VIGENTE: LE LEGGI DI REVISIONE DELLA COSTITUZIONE E LE ALTRE LEGGI COSTITUZIONALI SONO ADOTTATE……. Omissis.
    DA NESSUNA PARTE SI LEGGE CIRCA IL DIVIETO OVVERO LIMITE AGLI ARTICOLI DA MODIFICARE pertanto rimane un punto di vista del Professore Luigi FERRAJOLI;
    Una riforma contro la Costituzione della Repubblica del 1948?
    Anche a voler tralasciare il fatto pur rilevante che questo Parlamento è stato eletto con una legge elettorale dichiarata incostituzionale, resta che la nostra Costituzione non prevede l’approvazione di una nuova costituzione, neppure ad opera di un’ipotetica assemblea costituente che decidesse a larghissima maggioranza, ma solo singoli e puntuali emendamenti.
    IO VOTO SI——————-VALE QUANTO DETTO PRIMA: Punto di vista del professore non suffragato da riferimenti normativi di rango costituzionale.
    PER LA DICHIARATA INCOSTITUZIONALITA’ DELLA LEGGE ELETTORALE “Porcellum”, RICORDO CHE IL PARLAMENTO CHE HA VOTATO ED APPROVATO NELLE DIVERSE LETTURE LA PROPOSTA DI RIFORMA COSTITUZIONALE IN COMMENTO, E’ STATO DEMOCRATICAMENTE ELETTO NEL FEBBRAIO 2013 MENTRE LA SENTENZA (N.1/2014) è DELL’ANNO SUCCESSIVO. LA STESSA CONSULTA, NELL’INVITARE IL PARLAMENTO MEDESIMO A FARE UNA NUOVA LEGGE ELETTORALE, PER SUPERARE E NON RIPETERE LO “STALLO” DELLA PRIMAVERA DEL 2013, QUANDO NON SOLO NON SI RIUSCIVA A FARE UN GOVERNO, – essendo risultata l’Italia divisa in tre – DOVE NON AVEEVA VINTO NESSUNO, ME NON SI RIUSCIVA AD ELEGGERE NEANCHE UN PdR E, MILLE PARLAMENTARI DI TUTTI GLI SCHIERAMENTI, CONSAPEEVOLI DLLA PALUDE ORMAI ACCLARATA, ANDARONO A PREGARE RE GIORGIO AFFINCHè QUSTI, A 90 ANNI SUONATI, ACCETTASSE IL REINCARICO (situazione inedita nella nostra democrazia parlamentare). LA STESSA CONSULTA, FRA L’ALTRO, CON LA RICORDATA SENTENZA, HA ANCHE SOTTOLINEATO IL PRINCIPIO DELLA “CONTINUITA’ ISTITUZIONALE DEI POTERI”, CHE FORSE è SFUGGITO ALL’ESIMIO PROF. FERRAJOLI;
    Se, come lei sostiene, questa riforma ha travalicato i limiti dell’articolo 138 perché il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella non ha esercitato la facoltà di rinviare la legge alle Camere e chiedere una nuova deliberazione?
    È una domanda che in molti abbiamo sollevato e non ha ancora avuto alcuna risposta. Il presidente Sergio Mattarella avrebbe ben potuto, in base all’articolo 87 della Costituzione, inviare un messaggio alle Camere per ricordare taluni principi elementari: come la necessità che le riforme costituzionali siano approvate con la più ampia maggioranza parlamentare e, per altro verso, il potere del Parlamento di approvare, in sede di revisione, singoli emendamenti, e non una quantità eterogenea di modifiche, a garanzia dell’omogeneità del quesito referendario più volte richiesta dalla Corte costituzionale onde consentire agli elettori di esprimere consenso o dissenso a specifiche revisioni. Ed è paradossale che di questi abusi di potere si sia fatto addirittura promotore il precedente Presidente della Repubblica, che pure aveva giurato fedeltà alla Costituzione del 1948 e che di questa avrebbe dovuto essere il garante.
    IO VOTO SI———————-ANCHE QUI SI PARLA DI “PUNTI DI VISTA” squisitamente politici che ognuno può legittimamente avere, SENZA FORNIRE ALCUN RIFERIMENTO NORMATIVO DI RANGO COSTITUZIONALE, ARRIVANDO A LAMENTARE ADDIRITTURA LA CONDOTTA DI DUE PdR, NL PRIMO CASO DI “INFEDELTA’ AI PROPRI DOVERI” E NEL SECONDO – PIU’ ATTUALE DI INERZIA. RICORDO CHE PROPRIO IN QUESTI GIORNI CI SONO STATE ALCUNEE RISPOSTE DA PARTE DI TRIBUNALI DELLA REPUBBLICA CHE LA PENSANO DIVERSAMENTE (TAR LAZIO E TRIBUNALE CIVILI DI MILANO);
    Senza la determinazione di Renzi, le riforme, di cui si discute da decenni, sarebbero ancora lì ad aspettare, si dice.
    È da oltre trent’anni che si cerca di far cadere sulla Costituzione le responsabilità dei governi per le loro pessime politiche. Secondo i fautori dei vari progetti di riforma – che hanno avuto in comune il costante tentativo di indebolire il Parlamento e rafforzare il governo –, la crisi e il discredito dei partiti, la loro corruzione, l’esplosione del debito pubblico, l’aggressione allo stato sociale e ai diritti dei lavoratori, la selezione di una classe dirigente pessima e, in definitiva, l’inettitudine dei governi che si sono succeduti, sarebbero tutta colpa della Costituzione del 1948.
    IO VOTO SI——————–QUA SI DIMENTICA IN PRIMO LUOGO CHE L’ITALIA HA BATTUTO IL RECORD MONDIALE DI INGOVERNABILITA’: 63 Governi in 70 anni.
    SE LA COLPA NON E’ DA RICERCARE NEL MECCANISMO IN CUI E’ STATA DISEGNATA LA CARTA COSTITUZIONALE DOBBIAMO DEDURRE CHE ABBIAMO AVUTO UNA CLASSE DIRIGENTE DA SEMPRE INCAPACE E INAFFIDABILE, “SENZA ECCEZIONI”.
    NON DOBBIAMO INVECE DIRE CHE ABBIAMO UNA BUROCRAZIA IMPAZZITA CHE F IL PAIO CON LA CORRUZIONE INARRESTABILE, UNA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE INEFFICIENTE, COSTI DELLA POLITICA ASSURDI E DIREI, LUNARI, SINDACATO INCAPACE DI ASSOLVERE AL PROPRIO RUOLO (quando si consentono elargizioni pensionistiche da 90 mila euro al mese – dico 90 mila euro al mese – al confronto di altri da 450 euro neanche da sopravvivenza – CI SARA’ QUALCOSA CHE NON FUNZIONA A LIVELLO DI SISTEMA O NO???
    Passiamo al metodo di approvazione.
    Per il modo in cui è stata approvata questa riforma è un oltraggio all’idea stessa di costituzione: le costituzioni dei paesi democratici sono patti di convivenza, stabiliscono pre-condizioni che devono garantire tutti: qualunque costituzione degna di questo nome è tendenzialmente frutto di un consenso generale. Nel ’48, pur nella contrapposizione ideologica fra cattolici, comunisti e liberali, la nostra Carta venne approvata da una maggioranza amplissima: 453 voti a favore e 62 contrari.
    IO VOTO SI———————–NEL ’48 ERAVAMO REDUCI DA UNA GUERRA TERRIBILE E NESSUN PARAGONE APPARE NEANCHE LONTANAMENTE POSSIBILE (PER FORTUNA).
    PER AVVIARE UN PERCORSO RIFORMATORE, QUESTO GOVERNO – PERALTRO COSTITUITO INSIEME ALL’OPPOSIZIONE COME ESTREMA RATIO, MEGLIO CONOSCIUTO COME IL GOVERNO DELLE “LARGHE INTESE”, ATTRAVERSO IL “PATTO DEL NAZARENO” HA TENTATO IN OGNI MODO DI COINVOLGERE L’OPPOSIZIONE (FORZA ITALIA E LEGA), MENTRE ANALOGO TENTATIVO VENIVA FATTO IN STREAMING CON IL M5S.
    METRE LA PRIMA OPPOSIZIONE DI CENTRO DESTRA ACCOLSE LA RICHIESTA, SCRIVENDO E VOTANDO INSIEME LA RIFORMA, “DIVENTATA OSTILE IN UN SECONDO TEMPO DOPO LA NOMINA DI MATTARELLA A PdR”.
    IL M5S, DA SUBITO RIFIUTO’ QUALUNQUE FORMA DI COLLABORAZIONE.
    IN ALTRI TEMPI – LO SI E’ FATTO NGLI ULTIMI TRENTA ANNI NEI VARI TENTATIVI TUTTI FALLITI – SI SAREBBERO APERTI TAVOLI, SI PARLAVA, PARLAVA, PARLAVA E, ALLA FINE, IN ASSENZA DI UNANIMITA’, SI RINVIAVA SINE DIE.
    OGGI INVECE E’ DIOVERSO, NON SI ASPETTA PIU’: Si vota in Parlamento, come è stato fatto in sei votazioni (tre alla Camera e tre al senato come la procedura vuole) e poi, non avendo raggiunto la maggioranza assoluta, ci si rivolge al popolo sovrano – ex art.138 Costituzione vigente –
    OGGI SI DECIDE, SI AFFRONTANO I PROBLEMI, SI GUARDA AVANTI, SI DECIDE!!!!
    Invece che cosa è la riforma di Renzi-Boschi?
    È una costituzione approvata da una minoranza, e cioè da un partito che alle ultime elezioni ha preso il 25% dei voti, corrispondente a circa il 15% degli elettori. Questi elettori, grazie ad una legge elettorale dichiarata incostituzionale (il “Porcellum”, ndr) sono stati trasformati in maggioranza. Non solo. È una costituzione approvata strozzando il dibattito parlamentare, a colpi di “canguri” e “tagliole”, fino all’approvazione in un’aula semivuota per l’Aventino delle opposizioni. Per votare No a questa nuova costituzione basterebbe leggerla. Ma è precisamente questo che il quesito referendario, formulato in termini ingannevoli e accattivanti, impedisce di fare.
    IO VOTO SI———————– E’ UNA PROPOSTA DI RIFORMA COTITUZIONALE APPROVATA DA UN PARLAMENTO LEGITTIMO VOTATO DAGLI ITALIANI.
    SE DOBBIAMO ASPETTARE DI VOTARE LE RIFORME – COMPRESO QUELLE COSTITUZIONALI – QUANDO SONO D’ACCORDO TUTTI, COMPRSO L’ESIMIO PROF. FERRAJOLI, DIVENTA TUTTO PIU’ DIFFICILE, ANZI CHE DICO, IMPOSSIBILE (ultimi trenta anni docet!).
    CHE IL QUESITO REFERENDARIO SIA STATO FORMULATO IN MODO INGANNEVOLE LO DICE IL PROF. FERRAJOLI, UN PUNTO DI VISTA – PER QUANTO QUALIFICATO – MA COME TANTI ALTRI.
    ALCUNI TRIBUNALI DELLA REPUBBLICA, RSPINGENDO I RICORSI PRESENTATI DA COMITATI DEL NO (HANNO SBAGLIATO INDIRIZZO) O AUTOREVOLI COSTITUZIONALISTI, DICONO COSE DIVERSE;
    Viene davvero superato il bicameralismo paritario, come riportato nel quesito sottoposto a referendum?
    Il bicameralismo paritario non viene affatto soppresso, ma mantenuto per una lunga serie di leggi, dalle leggi costituzionali alle leggi elettorali e a molte altre. Per le leggi restanti viene sostituito da un bicameralismo imperfetto, cioè da più forme di coinvolgimento del Senato in altrettanti tipi di procedimenti legislativi, con conseguente incertezza e complicazione della funzione legislativa. Si aggiunga che il Senato sarà formato da senatori non eletti dai cittadini ma dai Consigli regionali.
    IO VOTO SI——————–IL BICAMERALISMO VIENE DEFINITIVAMEENTE SUPERATO NELLA FORMULA E SECONDO L’IMPIANTO STORICO DELLE DUE CAMERE CHE FANNO LA IDENTICA COSA. ADESSO LA SECONDA CAMERA, CIOE’ IL NUOVO SENATO, INTANTO SARA’ COMPOSTO DA 100 SENATORI (con 215 stipendi da ventimila euro in meno al mese) E AVRA’ IL COMPITO DI RAPPREESENTARE LE AUTONOMIE TERRITORIALI.
    NON E’ VERO CHE NON SARANNO ELETTI DAL POPOLO I QUALI, ESPRIMERENNAO LA LORO PREFERENZA PER IL SINDACO O CONSIGLIERE REGIONALE CHE VORRANNO MANDARE A ROMA A RAPPRESENTARLI CON LO STATO CENTRALE IN OCCASIONE DELLE LEZIONI SUL TERRITORIO;
    Questa riforma paradossalmente allungherà i tempi anziché accorciarli e farà perdere tempo in contenzioso fra le istituzioni?
    Siamo di fronte a un pasticcio che darà vita a incertezza e conflitti, poiché i diversi tipi di procedimenti legislativi sono distinti sulla base delle diverse materie e spesso non è possibile tracciare confini rigorosi fra una materia e l’altra. Il nuovo articolo 70 stabilisce che “i Presidenti delle Camere decidono, d’intesa tra loro, le eventuali questioni di competenza”. Ma che succederà se i due presidenti non saranno d’accordo? Si rischia di dar vita a un contenzioso incontrollabile su questioni di forma che finirà per allungare i tempi dei procedimenti e per investire la Corte Costituzionale di una quantità imprevedibile di ricorsi di incostituzionalità per difetti di competenza.
    IO VOTO SI———————– Qualunque sia il voto, l’importante che ognuno lo faccia in modo consapevole valutando nel merito i contenuti della Riforma. Ora, per fare un esempio, dopo la tragedia del ponte crollato in provincia di Lucca, assistiamo come sempre al solito scaricbarile perchè nel nostro Paese le tragedie sono sempre orfane, nel senso che non si trova mai un responsabile. Uno dei punti della riforma proposta, è proprio quello di meglio definire le competenze ed attribuzioni e quindi le responsabilità dello Stato e degli Enti locali. L’attuale Titolo V, ovvero il comma 3° dell’art.117 dell’attuale Costituzione elenca una serie di materie dove esiste la c.d.LEGISLAZIONE CONCORRENTE: (riporto testuale): Sono materie di legislazione concorrente quelle relative a: rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni; commercio con l’estero; tutela e sicurezza del lavoro; istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale; professioni; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi; tutela della salute; alimentazione; ordinamento sportivo; protezione civile; governo del territorio; porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e di navigazione; ordinamento della comunicazione; produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia; previdenza complementare e integrativa; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale. Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei princìpi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato —————————-
    Qualcuno, persona per bene che voti in un modo o nell’altro, mi sa dire cosa significa LEGISLAZIONE CONCORRENTE e quando non ci si mette d’accordo (per esempio su temi protezione civile; governo del territorio; porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto), che si fa’, chi decide? Ci si fa ricorso alla Corte costituzionale e si aspetta anni per sapere cosa fare e di è la competenza. Nel terzo millennio, è normale tutto questo?
    LE NOSTRE IMPRESE, I CITTADINI NON POSSONO PIU’ ASPETTARE LE LUNGAGGINI DI QUESTA BUROCRAZIA CHE ALIMENTA SOLO CORRUZIONE E CHE ABBIAMO ABBONDANTEMENTE CONOSCIUTO.
    SI CAMBIA, SI GUARDA AVANTI, A OGNUNO LE SUE RESPONSABILITA’ CON REGOLE CHIARE E, QUANDO SERVE, BEN VENGA LA CLAUSOLA DI SUPREMAZIA RISERVATA ALLO STATO PER QUESTIONI STRATEGICHE AL SISTEMA PAESE;
    Cosa farà se il No, da lei sostenuto, dovesse perdere?
    La vittoria del sì, accoppiandosi alla nuova legge elettorale (“Italicum”, ndr), sancirebbe la trasformazione della nostra democrazia parlamentare in un sistema interamente incentrato sull’esecutivo. Il Parlamento si trasformerebbe in un mero organo di ratifica: praticamente, anziché essere il Governo a dover ricevere e mantenere la fiducia dal Parlamento, avremmo dei parlamentari che dovrebbero guadagnarsi la fiducia del Governo, se non vorranno rischiare lo scioglimento della Camera e la loro non rielezione. Perciò, se dovesse vincere il Sì, bisognerebbe puntare a una riforma della legge elettorale in senso puramente proporzionale, senza premi di maggioranza né soglie di accesso al Parlamento. Purtroppo, su questa possibilità, non mi faccio illusioni
    IO VOTO SI:———————— LA LEGGE ELETTORALE, QUALE CHE SIA DEVE IMPEDIRE DI RIVIVERE LE ESPERIENZE PASSATE COME I GOVERNI BALNEARI, I GOVERNI TECNICI, I GOVERNI A CONVERGENZE PARALLELE, I GOVERNI DELLE LARGHE INTESE (dove mettiamo insieme il diavolo e l’acqua santa, accoppiando gente che non è d’accordo su nulla), FACENDO RIVIVERE E SOPRATTUTTO FAR CONTARE PARTITI DA PREFISSO TELEFONICO (cespugli vari) in grado di boicottare l’azione di governo di intere coalizioni pena la caduta di Governi.
    SIAMO NEL TERZO MILLENNIO, GOVERNA CHI VINCE LE ELEZIONI PER CINQUE ANNI E NON PER OTTO MESI COME E ‘ SUCCESSO PER 70 ANNI ( anche con un solo voto di differenza), ASSUMENDOSI TUTTE LE RESPONSABILITA’ DELLE PROPRIE SCELTE VERSO GLI ELETTORI E L’ITALIA INTERA.
    QUESTA E’ LA VERA LIBERTA’, LA VERA DEMOCRAZIA, QUELLA DI RISPONDERE DELLE PROPRIE AZIONI DI GOVERNO AL TERMINE DELLA LEGISLATURA.

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  3. maurizio-maistrello 7 anni fa

    Complimenti per l’accuratezza e la pazienza dimostrata. la mia viceversa, è in via di esaurimento

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  4. vincesko 7 anni fa

    @pasquale-hamel, Anche i tuoi sono punti di vista, che non hanno dimostrato i nessi causali delle disfunzioni lamentate con la Costituzione vigente. Un solo esempio su tutti, davvero esilarante e illogico: se, come affermano i sostenitori del sì, non è stata toccata la prima parte della Costituzione, in che modo la deforma Renzi-Boschi impedirebbe le pensioni da 90 mila € al mese? Torna a scuola, ignorante, e, al prossimo referendum, astieniti.

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  5. vincesko 7 anni fa

    Errata corrige: chiedo scusa, la mia risposta è indirizzata, ovviamente, a giovannifalcone.

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  6. vincesko 7 anni fa

    1. La ragione principale per sostenere che l’attuale Parlamento non avrebbe dovuto revisionare la Costituzione è che la revisione costituzionale non è compresa nel programma elettorale vincente (“Italia bene comune”, maggioranza assoluta alla Camera e relativa al Senato). E questo da solo già basta e avanza. 2. In più, l’attuale Parlamento è stato eletto con una legge incostituzionale; la Corte Cost. ha ritenuto – illogicamente – di salvare la legislatura, ma il Parlamento avrebbe fatto meglio ad astenersi dal toccare la Costituzione. 3. In più, ancora, l’iniziativa della revisione è stata del Governo, che ha tradito, facendo questo, il mandato elettorale; presieduto da un PdC neppure candidato e che per giunta ha proceduto con modalità “di parte”, molto divisive, ripetendo l’errore fatto in precedenza quando si è modificato la Costituzione a colpi di maggioranza; e varando misure e con una maggioranza parlamentare opposte alla coalizione ed al programma elettorale vittorioso, tradendo così per due volte il suo elettorato. 4. L’argomentazione, sostenuta perfino da intellettuali (ad esempio Cacciari), che è meglio una deforma che niente è un obbrobrio logico prima che tecnico. 5. Sul merito della revisione, la riforma/deforma Renzi-Boschi ha alcune cose buone (ad esempio, a mio avviso, la modifica del Titolo V, che, però, sarebbe dovuta essere più radicale e contemplare una riduzione del numero delle Regioni, cosa difficilissima ma necessaria, soprattutto al Sud), ma tantissime sbagliate, cfr. l’analisi puntuale dell’Avv. Besostri, colui che ha iniziato l’iter che ha portato alla sentenza sull’incostituzionalità del “Porcellum”, COSTITUZIONE ITALIANA: RIFORMA O DEFORMA? (Puntata 01) https://www.youtube.com/watch?v=1IFUdUBu5e8, COSTITUZIONE ITALIANA: RIFORMA O DEFORMA? (Puntata 02)
    https://www.youtube.com/watch?v=ZZcWnv7f_lY, COSTITUZIONE ITALIANA: RIFORMA O DEFORMA? (Puntata 03) https://www.youtube.com/watch?v=5SZvn87ROJA.

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  7. evoque 7 anni fa

    Uèla, com’è ‘sta faccenda? Tutti gli articoli in home page degli Stati predicano a favore del No. E quelli sul Sì che ho letto e, in parte, anche commentato?

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