La Giornata della Virtù Civile: la legalità spiegata ai ragazzi

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10 Novembre 2016

È  stata una giornata rara

Perché la legalità in Italia è  una moneta fuori corso. Perché nel Belpaese la regola è  il nepotismo, la raccomandazione, la genuflessione davanti al potente di turno. E del resto questo è  il Paese in cui tanta gente è  morta andando in banca o prendendo un treno. E non sappiamo per mano di chi, e soprattutto perché. Così ieri grazie all’impegno dell’Associazione Civile Giorgio Ambrosoli, una parte della maggioranza silenziosa della città  di Milano ha impiegato il suo tempo riflettendo, collettivamente, su cosa sia la legalità. E’ accaduto in occasione della Giornata della Virtù  Civile dedicata quest’anno a Giancarlo Siani.  Mercoledi sera 8 Novembre al Teatro Dal Verme dove Ferruccio De Bortoli ha interrogato il filosofo Salvatore Natoli, Umberto Ambrosoli, e Paolo Siani, fratello di Giancarlo Siani, che la Camorra il 23 settembre 1985 assassino’  a soli 26 anni, per aver raccontato di una faida tra famiglie camorriste  in cui una accusava l’altra di aver “tradito”, di aver collaborato con la giustizia facendo arrestare un appartenente all’ altro clan; infamia troppo grande da raccontare nella logica criminale che andava per questo punita e lavata con il sangue.

E’ stata una giornata  in cui alcuni studenti delle scuole primarie e secondarie sono stati  coinvolti in un progetto chiamato “Impegno” , un’occasione  di riflessione e di espressione attraverso elaborati che avessero ad oggetto proprio il rapporto con la legalità  e l’impegno verso gli altri e le cui opere sono state esposte al Teatro Dal Verme e le migliori premiate dall’ Associazione Civile Giorgio Ambrosoli.  Nel pomeriggio si è  parlato invece del rapporto tra legalità  ed economia nel settore bancario in particolare:  alla Bocconi di Milano, con una lectio magistralis in cui il Governatore della Banca D’Italia ha avuto parole dure contro il mondo delle banche e dei suoi comportamenti. Per arrivare  a concludersi  con questo dibattito al Teatro Dal Verme.

I latini dicevano: silentes loquimur. I morti parlano.

Quello che la mafia non poteva sapere e non sa, ogni volta che uccide,  è  che la memoria è il più  potente antidoto contro qualunque forma di intimidazione e di sopraffazione. Il silenzio parla. E le parole servono a dargli significato. Comunque la si guardi, la mafia ha perso. E perde ogni giorno che qualcuno non ne dimentica la sua esistenza ma ne passa il testimone della memoria a chi viene dopo. Per ammonirlo. Giovanni Falcone lo scrisse in un libro: “Cose  di Cosa Nostra”, curato da Marcelle Padovani. La mafia si batte nelle scuole elementari

Ieri sera al Teatro Dal Verme, infine, si è ricordata la vita di Giancarlo Siani, giornalista napoletano di 26 anni, precario, o forse meglio dire come si diceva allora: abusivo della professione. Giancarlo non aveva paura di raccontare cos’era la Camorra. Anche se non era contrattualizzato. Perché  chi ama il giornalismo crede in un valore: quello del racconto della verita’. Ecco allora il suo ricordo

Mario Calabresi ricorda Giancarlo Siani

Il senso della legge secondo Salvatore Natoli

Il ricordo del fratello Paolo

Dare se stessi per la collettivita’: Umberto Ambrosoli

TAG: ferruccio de bortoli, Paolo Siani, Salvatore Natoli, Umberto Ambrosoli
CAT: Milano

Un commento

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  1. pasquale-hamel 7 anni fa

    La legalità non si spiega, si pratica

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