Lo “schema Ponzi” degli incentivi alle rinnovabili: quando scoppia la bolla?

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16 Dicembre 2014

Gli incentivi alle energie rinnovabili sono destinati a colpire sempre più quelli, che ogni sera, accendono una lampadina o il televisore.

Pagando la bolletta dell’energia elettrica, con la componente A3, ogni utente incentiva gli impianti alimentati da fonti rinnovabili.

L’80% circa della componente A3 è destinata allo scopo, per un totale di 10,4 miliardi di euro nel 2013. E così per i prossimi 15 anni.

L’utente versa questi soldi grazie a un decreto del 2005 – primo conto energia – replicato per altre quattro volte, fino al quinto di Monti del 2012, che stabiliva un monte massimo annuo degli incentivi.

Il meccanismo degli incentivi, non diverso dallo schema Ponzi, si basava sull’ipotesi, rivelatasi poi errata, che il consumo nazionale di energia aumentasse. Invece oggi si consuma molto meno e il totale degli incentivi, da erogare annualmente, resta costante.

Quindi il peso in bolletta della componente A3 , per chi compra energia dalla rete e la paga, aumenterà.

Per capire come paradossalmente potrebbero andare le cose, vediamo cosa succede per esempio a tre famiglie.

La famiglia Verdi, nel 2010, ha installato un impianto fotovoltaico. Gli incentivi sono ancora buoni e la bolletta è cara. La spesa per realizzare l’impianto servirà quindi per risparmiare e rappresenta anche un ottimo investimento. Infatti parte dell’energia prodotta dai Verdi viene utilizzata per i propri consumi e parte viene venduta alla rete. L’energia prodotta dai Verdi viene riversata per prima, rispetto a tutte altre. I Verdi incassano gl’incentivi su quanto producono, indipendentemente dal fatto che l’energia prodotta venga utilizzata o meno e, oltre agl’incentivi, incassano anche il prezzo di borsa, anch’esso ancora elevato.

In poco tempo la bolletta dei Sole e dei Rossi diventa più cara del 20%, che finisce nelle tasche dei Verdi.

La famiglia Sole, che nel 2010 non aveva fatto nulla, nel 2014 decide d’installare un impianto fotovoltaico, che andrà ad alimentare una pompa di calore, risparmiando quindi anche sul riscaldamento.

La famiglia Rossi non ha disponibilità economiche per realizzare un impianto fotovoltaico e continua a dipendere esclusivamente dalla rete elettrica, dalla quale compra energia; una parte di quello che paga con le bollette, finirà così nelle tasche dei Sole e dei Verdi.

Ora, fintanto che le famiglie con l’impianto fotovoltaico erano poche, le conseguenze non erano apprezzabili, ma siccome stanno diventando sempre più numerose saranno sempre di meno i consumatori che compreranno energia dalla rete, con la conseguente riduzione della loro contribuzione alla componente A3, destinata alla raccolta per incentivare la produzione della famiglia Verdi e della famiglia Sole.

La storia finisce tragicamente quando in Italia rimangono solo i Rossi, che si vedono recapitare una bolletta da dieci miliardi.

Mentre per le industrie va ancora peggio, la morale è: chi primo arriva, è furbo e ha i soldi, meglio alloggia e frega gli altri  e chi invece non li ha, paga per tutti e solo le tariffe incentivanti tengono in piedi il castello fino al suo collasso.

www.edoardobeltrame.com

TAG: componente A3, conto energia, eolico, fotovoltaico, incentivi, rinnovabili
CAT: Bollette e tariffe

3 Commenti

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  1. michelem 9 anni fa

    Wow che “articolo” profondo, argomentato e ricco di contenuti!!!! ridicolo!

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  2. dodobeltrame 9 anni fa

    sei ridicolo tu o sei parente dei Verdi!

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  3. dodobeltrame 9 anni fa

    Il governo la pensa così:
    “Nel dettaglio, l’aggravio applicato sull’energia “consumata ma non prelevata dalla rete” sarà del 10% dei corrispettivi sull’energia prelevata per le reti interne di utenza e per i SEU incentivati, e del 5% per gli impianti non incentivati. La percentuale verrà aggiornata ogni due anni a partire dal 1° gennaio 2016 con decreti del Ministero dello Sviluppo, tenendo conto di due criteri: la percentuale da pagare “deve essere minore per i sistemi che non accedono ad incentivi statali sull’energia prodotta”; la percentuale è aggiornata “al fine di non ridurre l’entità complessiva dei consumi soggetti al pagamento degli oneri”.

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