“Ministro Fedeli, i dottorandi italiani non vogliono più essere sottopagati”

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4 Settembre 2017

Giulio Formenti, rappresentante degli studenti  nel Senato accademico alla Statale di Milano, è un dottorando in Scienze Ambientali. Timido, gentile, riservato e naturalmente bravo. Siccome però siamo in Italia, se sei capace e hai qualità professionali di alto livello; se sei uno che nella vita si è sempre impegnato per raggiungere l’eccellenza anche a costo di sacrifici, allora caschi male. In Italia spesso ha più  successo una mezza pippa che gioca a calcio o un’ avvenente teenager con promettenti doti “di petto”, piuttosto che uno che studia e magari contribuisce a creare importanti ricerche che possono migliorare la qualità di vita della gente comune. Se sei in Italia e fai ricerca si è sottopagati; se studi in centri di ricerca all’avanguardia sei visto come “un costo” e non come una risorsa. Per questo abbiamo più rotatorie in città  intasate dal traffico, che studenti universitari. I quali studiamo come ridurre ulteriormente, per poggiare con certezza il nostro futuro in una sana ignoranza. Ci garantisce il benessere. Del vuoto.

Giulio non è uomo di molte parole e quando mi descrive la condizione dei dottorandi riesce persino a mantenere l’aplomb e il savoir-faire di un anglosassone.  Si sbilancia solo alla fine, quando si appella al ministro per chiedere di mettere mano al portafoglio. Perché se fai il ricercatore in una metropoli,  1000 euro proprio non ti bastano.  Alla Statale, e alla Bicocca e al Politecnico di Torino la borsa di studio è stata innalzata a 1200 euro, uniche eccezioni nel panorama nazionale.  Tuttavia sempre stipendio precario rimane, mentre  in tutti gli altri atenei del Paese siamo fermi ancora a 1000. Tenuto conto che qui scale mobili non ce ne sono e  mille euro è il salario fisso di uno studente di terzo livello (il più  alto, il dottorando  appunto) da oltre dieci anni. Negli altri paesi europei il salario medio è  il doppio, (2900 in Danimarca, 2800 in Norvegia) con punte che oltrepassano anche i 3000 euro in Svizzera. E siccome i professori universitari hanno fatto sapere di essere pronti allo sciopero proprio per lo stesso motivo, salari bassi, Giulio chiede di non dimenticarsi degli ultimi in senso gerarchico nel mondo universitario, ovvero proprio di loro. Nel frattempo, per la cronaca,  il Milan calcio ha speso 243 milioni di Euro solo per la campagna acquisti di quest’anno. In Francia il Psg ha speso la stessa somma ma per un solo giocatore. Demagogia, si dirà. È il mercato, bellezza. E allora se valgono le regole del mercato, dove a domanda corrisponde offerta,  perché quando in Italia c’è domanda di cultura e di più atenei dove studiare, l’offerta cala anziché aumentare? Sempre avanti, ma all’incontrario.

 

TAG: Dottorandi, Giulio Formenti, Università Statale di Milano, valeria fedeli
CAT: Milano

6 Commenti

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  1. blackdodo 7 anni fa

    Le informazioni da lei ha riportato sono false. Le suggerisco di correggere il suo articolo. I dottorandi italiani, al contrario di ciò che sostiene il ragazzo nel video, sono TRA I PIU’ PAGATI AL MONDO. Purtroppo, da un punto di vista economico, la ricerca è messa male in tutto il mondo. Posso dirle per certo comunque, per esperienza diretta, che quello che percepiscono i dottorandi italiani è molto di più di ciò che percepiscono i dottorandi tedeschi (che spesso non sono nemmeno pagati! E devono cercarsi borse, molto ridotte, offerte da varie fondazioni), polacchi (anche loro, la maggior parte, NON retribuiti e quelli che sono retribuiti lo sono in minima parte e devono arrotondare cercandosi dei lavori), lituani (lo stesso) e perfino inglesi (dove le tasse sono altissime e c’è una competizione elevatissima per i pochi fondi disponibili) americani (dove la situazione varia da università a università e dipartimento a dipartimento, ma è la medesima: ci sono perfino alcuni dottorati che non pagano! Sei tu a dover pagare e tanto! Oppure lo fanno parzialmente. A chi va bene riesce a malapena a sopravvivere), canadesi, ecc. ecc. – non le sto a citare tutti i paesi di cui conosco, per ESPERIENZA DIRETTA, la situazione. I paesi che cita nel suo articolo, Danimarca, Norvegia e Svizzera, sono paesi in cui il costo della vita è considerevolmente più alto che in Italia – a parte il fatto che sono paesi molto più ricchi del nostro – ed è normale che gli stipendi siano più alti, ma comunque correlati al costo della vita. Io, più che il problema degli stipendi, mi porrei il problema dell’accesso ai dottorati, ma questo è un altro discorso. Volevo solo farle notare che quello che ha scritto è oggettivamente falso. Dovrebbe riportare le fonti – e lo stesso dovrebbe fare il ragazzo che parla nel video. Se le cerca vedrà che ho ragione nel mio appunto. Inoltre, precisato il fatto che i DOTTORANDI ITALIANI SONO TRA I PIU’ PAGATI e NON TRA I MENO PAGATI AL MONDO, non mi sembra che 1000 euro sia una piccola cifra per vivere nella maggior parte dei posti in Italia. E’ piccola per vivere in una città come Milano, ma non per vivere in Calabria o in Sicilia, per esempio. Quindi, tutt’al più, gli stipendi andrebbero correlati al costo della vita. Inoltre mi sembra, come tante altre battaglie sostenute da una parte degli accademici, che questa sia una battaglia in parte immorale, in quanto prima andrebbero risolti i problemi economici delle fasce più povere della popolazione, che ci sono e vivono ben al di sotto di 1000 euro al mese. Risolte quelle, si può pensare a chi fa il dottorato nelle grandi città, come Milano. Comunque ammirevole la scelta dell’università statale di Milano! Ma è una scelta che ha fatto con fondi propri! I soldi pubblici invece vanno amministrati con intelligenza e giustizia. E intelligenza e giustizia suggeriscono che prima si risolvono i problemi dei poveri veri e poi via via, riuscendovi, i problemi delle altre persone che incontrano situazioni di disagio. Comunque, di nuovo, si informi bene su quanto riporta nel suo articolo perché è falso!

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  2. ernestorigano 7 anni fa

    Guardi la ringrazio delle precisazioni e delle critiche sempre ben accette. Mi permetto di osservare che il costo della vita nella sua articolazione è data anche dal tipo di vita che si conduce e dal livello di spesa che si vuole sostenere, ovviamente. Ciò detto il fatto che in Norvegia si paga di più è un fatto, quindi non ho riportato nulla di sbagliato. Per altro come lei sostiene nord e sud Italia hanno due realtà economiche diverse ( immagino sia un sostenitore delle gabbie salariali) ma che a Milano con 1200 euro si viva a fatica è un fatto soprattutto se devi pagarti un affitto e campare con il resto. Tenterò più tardi di postarle un documento in cui si certificano le borse di studio nelle principali potene del mondo. Noi, le confermo, tra le grandi potenze mondiali siamo ultimi. Anche in questo caso: come lei m’insegna diagrammi, istogrammi e quant’altro riportano una “media” dei salari. E, nella media, noi siamo ultimi. Poi che ci siano singoli casi in cui atenei europei chiedano il pizzo per ottenere il dottorato non posso escluderlo ma io attingo a dati che sono stati pubblicati recentemente anche dal Corriere della Sera. Infine sulla questione di dare prima ai poveri. Condivido l’intransigenza di cui si fa portatore. A questo punto però l’aspetto davanti ad uno stadio di calcio ogni domenica o davanti alla Federazione Gioco Calcio per denunciare gli stipendi abnormi delle pedata nazionale strapagati come nababbi. Dovendo tagliare per aiutare chi ha bisogno me la prenderei con chi ha volgarmente troppo e non con i dottorandi italiani. Hanno l’unica colpa di doversela cavare con poco e vengono pure accusati. Mala tempora currunt.

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  3. ernestorigano 7 anni fa

    Le ho risposto ma non vedo pubblicato il mio commento. Ho poco tempo ma le.prometto che le invierò i dati e le fonti da cui ho attinto i dati. Confermo quanto scritto. Grazie delle critiche comunque sempre ben accette.

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  4. ernestorigano 7 anni fa

    Nel frattempo ecco una fonte: http://www.corriere.it/scuola/universita/17_luglio_04/protesta-dottorandi-italiani-gli-altri-paesi-pagano-doppio-517883de-60cb-11e7-b845-9e35989ae7e4.shtml

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  5. blackdodo 7 anni fa

    Gentile Ernesto Rigano, cerco di rispondere garbatamente al suo commento, anche se alcune frasi mi irritano. 1) Lei scrive: “il costo della vita nella sua articolazione è data anche dal tipo di vita che si conduce e dal livello di spesa che si vuole sostenere”. Mi sembra francamente un’osservazione alquanto originale. E’ come dire: chi vuole camminare in lamborghini non sarà contento di un salario di 1000 euro. Grazie…Ma il voler camminare in lamborghini è un problema di chi si lamenta del salario. 2) ” Ciò detto il fatto che in Norvegia si paga di più è un fatto, quindi non ho riportato nulla di sbagliato” > nel mio commento non c’è alcun riferimento al fatto che lei abbia sbagliato a riferirsi al fatto che in Norvegia una borsa di dottorato è più cospicua. Mi sta attribuendo una cosa che non ho scritto nel mio commento (basta controllare). Trovo alquanto ovvio che una borsa di studio in Norvegia sia molto più cospicua perché molto più cospicuo è il costo della vita lì (oltre al fatto che la Norvegia è un paese più ricco del nostro). 3) Certo che il costo della vita è diverso da territorio a territorio 4) “Poi che ci siano singoli casi in cui atenei europei chiedano il pizzo per ottenere il dottorato non posso escluderlo” > si chiamano tasse di dottorato, non PIZZO. Dovrebbe essere meno approssimativo e qualunquista nel suo modo di scrivere…specie se vuole fare informazione! 5) “A questo punto però l’aspetto davanti ad uno stadio di calcio ogni domenica o davanti alla Federazione Gioco Calcio per denunciare gli stipendi abnormi delle pedata nazionale strapagati come nababbi. Dovendo tagliare per aiutare chi ha bisogno me la prenderei con chi ha volgarmente troppo e non con i dottorandi italiani”> Gli stipendi dei calciatori sono pagati da aziende private (quali sono le squadre di calcio), non dallo Stato. Non c’è nulla di personale, per carità, non la conosco nemmeno, ma a mio parere il suo modo di scrivere lascia alquanto a desiderare. Mi riferisco anche a queste frasi che sto commentando, oltre ad alcune altre generalizzazioni del suo articolo. Le fonti poi andrebbero incluse all’inizio, ovvero nell’articolo, e non su richiesta… Comunque appena posso consulterò la fonte che mi a indicato. Ripeto, ovviamente non c’è nulla di personale…

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  6. blackdodo 7 anni fa

    Gentile Ernesto Rigano, cerco di rispondere garbatamente al suo commento, anche se alcune sue frasi mi irritano. 1) Lei scrive: “il costo della vita nella sua articolazione è data anche dal tipo di vita che si conduce e dal livello di spesa che si vuole sostenere”. Mi sembra francamente un’osservazione alquanto originale. E’ come dire: chi vuole camminare in lamborghini non sarà contento di un salario di 1000 euro. Grazie…Ma il voler camminare in lamborghini è un problema di chi si lamenta del salario. 2) ” Ciò detto il fatto che in Norvegia si paga di più è un fatto, quindi non ho riportato nulla di sbagliato” > nel mio commento non c’è alcun riferimento al fatto che lei abbia sbagliato a riferirsi al fatto che in Norvegia una borsa di dottorato sia più cospicua. Mi sta attribuendo una cosa che non ho scritto nel mio commento (basta controllare). Trovo alquanto ovvio che una borsa di studio in Norvegia sia molto più cospicua perché molto più cospicuo è il costo della vita lì (oltre al fatto che la Norvegia è un paese più ricco del nostro). 3) Certo che il costo della vita è diverso da territorio a territorio 4) “Poi che ci siano singoli casi in cui atenei europei chiedano il pizzo per ottenere il dottorato non posso escluderlo” > si chiamano tasse di dottorato, non PIZZO. Dovrebbe essere meno approssimativo e qualunquista nel suo modo di scrivere…specie se vuole fare informazione! 5) “A questo punto però l’aspetto davanti ad uno stadio di calcio ogni domenica o davanti alla Federazione Gioco Calcio per denunciare gli stipendi abnormi delle pedata nazionale strapagati come nababbi. Dovendo tagliare per aiutare chi ha bisogno me la prenderei con chi ha volgarmente troppo e non con i dottorandi italiani”> Gli stipendi dei calciatori sono pagati da aziende private (quali sono le squadre di calcio), non dallo Stato. Non c’è nulla di personale, per carità, non la conosco nemmeno, ma a mio parere il suo modo di scrivere lascia alquanto a desiderare. Mi riferisco anche a queste frasi che sto commentando, oltre ad alcune altre generalizzazioni del suo articolo. Le fonti poi andrebbero incluse all’inizio, ovvero nell’articolo, e non su richiesta… Comunque appena posso consulterò la fonte che mi ha indicato. Ripeto, ovviamente non c’è nulla di personale… Spero che per lei sia lo stesso!

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