Il cibo non si butta, si scambia

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1 Febbraio 2015

Non tutti sono consapevoli di sprecare cibo, ma anche chi lo è, in genere, pensa alla sua arancia ammuffita, all’insalata che diventa una sostanza melmosa, al pacco di tortellini ancora imballato che finisce nella pattumiera senza passare dalla tavola. Non sembra poi così grave. Di certo fa più impressione immaginare 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti, che è quanto buttiamo in un anno secondo due rapporti della Fao (2011 e 2014). Tradotto in vil denaro sono 560 miliardi di euro. Le perdite avvengono in ogni fase della filiera e raggiungono il 42% in ambito domestico. Quasi la metà del problema, quindi, dipende da noi. Di spreco alimentare e soluzioni concrete si parlerà lungamente ad Exp0 2015 di Milano, ma la buona notizia è che un rimedio già c’è.

Qualcuno penserà ai propositi per il nuovo anno di “fare la spesa in modo più oculato”, ma sa già che probabilmente lo disattenderà, come la maggior parte dei progetti che si fanno i primi giorni di gennaio. In tal caso invece di rassegnarsi, ci si può appuntare questo nome: ScambiaCibo. Si tratta di una piattaforma fatta apposta per evitare che i vostri alimenti finiscano nell’immondizia. Funziona così: caricate sul sito il prodotto ARS (ad alto rischio spazzatura), mettete una foto e le info necessarie (data di scadenza e caratteristiche); poi lo geolocalizzate e aspettate che qualcuno vi contatti per mettervi d’accordo per la consegna. «Non si tratta di un baratto – spiegano gli organizzatori – ma della cessione di eccedenze alimentari (senza intermediazione di denaro) in cambio di vantaggi economici, ambientali e sociali». Ne avevamo già parlato su Gli Stati Generali, ma torniamo a farlo, perché ora ScambiaCibo vuole crescere e migliorare e per riuscirci ha lanciato una campagna crowdfunding su Eppela. L’obiettivo è diventare «un servizio di rendicontazione ambientale e urbana per una reale previsione degli sviluppi dell’ambiente in cui viviamo e in cui avvengono gli scambi e le interazioni».

formaggioContano di compiere il passo avanti grazie a due algoritmi. Il primo serve per capire quali sono i luoghi nevralgici della città e suggerire agli utenti le opportunità di scambio più confortevoli. Non è detto che ci si incontri in piazza, magari altri centri risultano più comodi. Alcuni esempi: «Se un gruppo di mamme si incontra nei pressi di un determinato quartiere, perché lì non pensare a un parco giochi per i loro bimbi? Le mamme pensano al cibo, salvaguardano l’ambiente e risparmiano tempo e denaro e, mentre si scambiano due chiacchiere con chi si è scelto di incontrare, i bimbi si divertono insieme e tutti tornano a casa felici. Da quel benzinaio in tangenziale, invece, si potrebbe realizzare un punto fisico di raccolta del cibo, un grande frigorifero in cui lasciare ciò che ti è rimasto in dispensa prima di partire per le vacanze». Suggerimenti su altri luoghi possibili i promotori di ScambiaCibo li chiedono agli utilizzatori della piattaforma: «Vorremmo fossi tu, la tua cerchia di amici e la tua community a farceli scoprire».

Con il secondo algoritmo, invece, ogni utente potrà essere aggiornato sul suo impatto ambientale, su quanta CO2 sta risparmiando con l’utilizzo della piattaforma. «Vorremmo fornirti i risultati attraverso dati comprensibili – spiegano ancora gli organizzatori – come il numero di alberi piantati grazie ai tuoi scambi».  Ma non solo. La nuova funziona servirà a «calcolare quanti rifiuti sono stati sottratti dal cestino per poter dimostrare alla rete civica e alle aziende municipalizzate, che trarrebbero un profitto in termini di minor costi di smaltimento e che potrebbero tradurre questo risparmio in sconti per te su servizi (trasporti, intrattenimento), in agevolazioni sulle bollette, e nell’attivazione di social bond».

Per raggiungere la soglia dei 10mila euro mancano ancora 27 giorni. Si può fare una donazione a partire da 5 euro, ricevendo in cambio, oltre alla soddisfazione di contribuire a un progetto utile, delle ricompense: spilletta, networking a Bologna, corso di social media marketing, ricettario antispreco. E per i più generosi (dalle 50 euro in su) anche un fumetto, scritto da Laura Pusceddu, con i disegni di Francesco De Benedittis (in arte kk-deb), realizzato proprio per la campagna di raccolta fondi. Insomma, di motivi per partecipare ce ne sono tanti: non farlo, come sottolineano gli organizzatori, «sarebbe uno spreco».

 

TAG: EXPO 2015, scambia cibo, spreco alimentare
CAT: consumi, Lifestyle, Qualità della vita

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