Fuori onda rubato ad un cervello

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4 Ottobre 2016

Arrivo all’appuntamento un po’ nervoso, l’idea di fregarlo è nella mia mente già da tempo. Ci siamo sentiti al telefono, concordando l’orario ed il luogo per la nostra chiacchierata in un bar del centro. Le sue raccomandazioni sottolineate più volte: “Ok per un colloquio informale, parliamo un po’ di attualità ma nessuna registrazione però! Lo reputi come un incontro conoscitivo, poi semmai concordiamo un qualcosa più formale che potrà pubblicare”. Dall’altra parte del filo telefonico il mio grugno annuente, come se fosse davanti a me, accompagnato con dei rassicuranti certamente, mentre nell’altra mano gioco nervosamente con il registratore da Spy Story, con il quale lo fregherò.

Arrivo all’appuntamento e lo trovo seduto ad un tavolo appartato, mentre sta già sorseggiando una bevanda, che poi scoprirò essere un gin tonic. La cosa che mi balza subito all’occhio non è il vedere un cervello seduto al tavolo di un bar, ma il fatto che è seduto su uno sgabello da bancone, di quelli alti (come ha fatto?). Ci ragiono ed in effetti dovevo immaginarmelo non molto alto, e non poteva essere diversamente per un cervello. Elegante con un completino blu che si sposa bene con il suo colore grigiastro, rallegrato da un farfallino rosso e l’allegra montatura degli occhiali lo fa sembrare meno rugoso di quello che effettivamente mi aspettavo fosse. Si accompagna con un elegante bastone da passeggio e da una piccola fessura sugge dalla cannuccia l’alcolica bevanda. Mi vede e sembra rallegrarsi, si sfila gli occhiali ed i suoi occhietti sembrano davvero troppo piccoli per funzionare.

Salve si accomodi, accompagna l’invito con un gesto delle piccole braccine; mentre mi siedo sugge dalla cannuccia un po’ del suo cocktail e fa un cenno al barista, che magicamente si presenta con un gin tonic anche per me.

Allora di cosa vogliamo parlare, mi scusi se arrivo al sodo ma ho l’agenda piena, me lo dice mentre estrae una pipa spenta, più come vezzo che per effettiva necessità, però sembra lo metta a suo agio.

Intanto la ringrazio per il tempo dedicatomi, come da accordi volevo fare una panoramica sull’attualità italiana, che ne pensa? Mentre gli faccio la domanda, lo guardo con sempre più attenzione e noto una somiglianza con Roberto Gervaso, ciò mi intimidisce un po’, mi lascio andare ad un sorriso che sa di senso di inferiorità latente. Il tutto, condito dal fatto che ho avviato di nascosto la registrazione, mi porta ondate di calore e sudorazione in aumento. Speriamo non se ne accorga.

Ha caldo!? Chiede premuroso, facendo una finta boccata alla pipa ed inarcando quello che sembra essere un minuscolo sopracciglio che si affaccia dall’allegra montatura degli occhiali.

Mah…forse un po’ di emozione, balbetto.

Ma no giovanotto, stia sereno! Anzi facciamo così, rompiamo il ghiaccio, di cosa vogliamo parlare? Come d’accordo sono cose che ci diciamo tra noi, quindi sono cose del tutto diverse da ciò che commenterei istituzionalmente e formalmente di fronte ad un auditorio più vasto.

Eh…abbozzo un goffo sorriso che dal mio punto di vista sarebbe dovuto essere di assenso\complicità: Ecco, pensavo si potesse cominciare dalla situazione politica romana.

Il cervello mi guarda come si guarda un bambino al quale è caduto il lecca lecca a terra. Giovanotto! Cosa dovrei dirle!? Che sono sorpreso!? Che il Movimento Cinque Stelle ha bisogno di tempo, che ha contro i poteri forti etc etc, e rincoglionirla con le mie solfe?! No, abbiamo detto informali giusto?! Ed informale sarò. Cominciamo dall’origine della Sindaca di Roma. Il cervello medio ha votato Cinque Stelle per mancanza di alternative ed è per lo stesso motivo per cui molti italiani votarono Berlusconi e la sua “discesa in campo”, dopo Tangentopoli era la carta della rassegnazione\illusione. Il cervello medio pensa: Vediamo che succede, se falliscono anche questi….si voterà sempre meno. Questa ragazza, la Sindaca, mi sembra catapultata in qualcosa di più grande di lei, come qualcuno che manda il curriculum alla Ferrari, per un ruolo di contabilità e si ritrova a fare il pilota. Mi prendo un altro pò di tempo per giudicare, magari nella prossima intervista sarò più preciso, ma ad esempio le varie vignette che girano su internet, quella con lei che dice che stava meglio a fare le fotocopie da Previti, o lei che pensierosa cerca di ricordare alla Verdone di un “Sacco Bello”, il compagno di classe bravo in matematica per fargli fare l’assessore, mi hanno fatto molto ridere, ma non voglio credere a questo tipo di realtà e non mi sento di dare il mio giudizio definitvo

Gli inizi sono tragicomici e stanno avvalorando la tesi di molti e cioè che il politico è una professione con una certa propensione alla paraculaggine, mi permette nevvero di utilizzare questa terminologia? sorride, questi ne sembrano ancora sprovvisti e i loro primi tentativi di paraculare, sono alquanto goffi. “Leggere le carte”?! Suvvia tutti coloro che vivono un ambiente professionale, sanno che è sinonimo di: “Bho! Mo vediamo. E poi quei giovanotti in preda ad un orgasmo di notorietà che porta delle superficialità!? Pinochet in Venezuela, congiuntivi sbagliati…sono i secchioni della classe messi alla berlina, loro che prendevano in giro l’ignoranza della politica. Non so come dirglielo, ma sono molto deluso da questo Movimento, che è rimasto “da tastiera”. Chi ha il tempo di scrivere un blog ha il tempo per verificare che Pinochet è storia del Cile, o ha il correttore automatico per i congiuntivi. Sentivo molti dire che Grillo era  buono a criticare, ma risolvere i problemi?

Conosce il vintage? Certamente lo conosce. Bene, non vorrei che questo Movimento 5 Stelle non sia altro che una sorta di remake del Partito dell’Uomo Qualunque della fine degli anni 40. Speriamo cresca per il bene di tutti, altrimenti faranno la fine del suddetto Partito, un lustro e puff…spariti.

Almeno con le Olimpiadi sono stati coerenti, non le fanno perché hanno la certezza di non saper\poter gestire il magna magna italiano e perché l’attenzione sulla Capitale deve essere volta a risolvere le incombenze accumulate. Oggi leggevo che per la sola candidatura aRoma 2024, sono già stati spesi 13 milioni di Euro. 13 Milioni di Euro, si rende conto!? Tra cui qualche milione alla voce lobbing ed altrettanti in comunicazione internazionale. Ma queste persone sanno o percepiscono quanti sono 13 milioni di Euro!? Sanno che un per un cervello comune 13 milioni sono quasi 3 lotterie di Capodanno!? Equivalenti a tre volte una botta di cu…ehm…scusi mi sto scaldando, di fortuna! Soliti noti spendono soldi pubblici in qualcosa che nessuno vede e, in questo modo, si alimenta solo il dubbio che affligge tutti! Questi se li so già magnati prima di cominciare e la loro delusione è data dal fatto che non possono invitare altri amici a cena?! Intorno a queste iniziative promozionali, legata a grandi eventi, girano sempre gli stessi che nella vita campano su questo tipo di speculazioni, magari ostentando una condotta radical chic o una condotta socio politica, un po’ facilona da aperitivo a Ponte Milvio.

Scusi è ma la politica è un tasto dolente, perché ormai il cittadino ha capito che non conta più il partito, ma è il Sistema che conta.

Annuisco un po’ inebetito, dopo una sorsata di Gin Tonic, che mi fa uscire una domanda con voce incerta: cosa intende per Sistema?

Si accomoda un po’ meglio sullo sgabello, anche lui sugge una sorsata del suo cocktail e incalza: Ma secondo lei una città come Roma si può governare senza fare accordi con i vari personaggi del famoso “Sottobosco” o “Mondo parallelo”!? Lo sa quanto poco ci mettono questi personaggi a rendere la vita impossibile ad una classe dirigente?! Disordini, scioperi etc. Come esiste ed esisterà sempre un sistema di chi governa, a prescindere dal partito, esisterà sempre un sottobosco nella realtà delle metropoli, con il quale non andare a patti è una sfida utopica dal mio punto di vista si intende. Io tifo per questo tipo di Utopia, ma è dai tempi della democrazia diretta Ateniese che aspetto questa Utopia.

Guardi, io conosco un sacco di gente, tra cui anche un consigliere municipale della Capitale e le dico che costui è tempestato di telefonate di gente che gli chiede un lavoro o un favore…e stiamo parlando di un consigliere municipale, che si sente dire al telefono: “Mo t’ho dato il voto, mo mi aiuti!” Mi scusi il gergo romanesco, ma serve per rendere l’idea.

Il mio grugno è un continuo grugnente e ossequioso annuire, ma dopo questa ultima uscita in “slang”, mi sembra di percepire un certo arrossamento del cervello, quasi fosse un po’ imbarazzato da quest’ultima uscita, ma al tempo stesso divertito. Sarà il Gin Tonic!?

Il cervello è un fiume in piena: A questo serve il voto per molti cittadini, ottenere qualcosa direttamente e al diavolo la comunità. La comunità o l’ideologia la si scambia per la strada riparata sotto casa, o per il contratto di lavoro del nipote. parliamoci chiaro giovanotto, se lei fosse in una posizione di potere, non sistemerebbe i suoi cari?!

Annuisco e non riesco a non essere d’accordo. I suoi occhietti guizzano a destra e a sinistra, come la spia furtiva, aggiungendo…sono cose che tutti farebbero, ma nessuno lo affermerebbe mai in pubblico.

Senta per oggi non ho molto altro tempo, ed il mio cocktail è allo stremo, ridacchia. Volevo solo dire la mia sugli ultimi accadimenti legati ai video amatoriali\foto rubati\condivisi, di donne più o meno senzienti. Sa come la penso?!

Ormai non lo controllo più e la sua voglia di parlare, ma anche la sua fretta di andarsene, lo rendono inarrestabile.

Queste donne sono vittime del Pianeta maschilista che stanno vivendo. Provi lei a mandare le sue foto, se ne ha (ridacchia), mentre possiede delle donne e diventerà l’idolo dei suoi amici. Mi faccia però fare una premessa: Io me la prendo dal principio! la donna vive una società che la condanna già da bambina, con regali tipo l’aspirapolvere giocattolo, le pentole, la cucina e tutto ciò che fin da bambina viene inculcato come ruolo femminile. Il principio è lo stesso, il video lo fa una donna è una poco di buono, lo fa un uomo è un playboy. Guardi, sono certo che se invece di Tiziana, fosse stato un Tiziano a fare quei video, oggi starebbe nel cast di qualche Grande Fratello o programmi simili, a fare una barca di soldi. Che questa dittatura maschilista possa mutare, o subire un ribaltamento delle parti!? No, ragazzo mio non credo possa accadere nemmeno in questo secolo, forse per il millennio potremmo avere più possibilità, ma sicuramente per altri 100 anni la donna con molti uomini e che ostenta questa sua attitudine rimarrà una poco di buono, l’uomo invece sarà il solito Don Giovanni. Il che a noi va di lusso, come si suole dire.

Di nuovo gli occhietti guizzanti, premessa delle confidenze del mucchietto di materia grigia: Guardi, non le nascondo che qualche foto l’ho mandata anche io, ma video no eh! Ride divertito. Con l’avvento degli Smart Phone sono certo che il 90% della popolazione ha fatto o provato a fare foto sexy. Siamo nell’era della visualizzazione, ormai nessuno legge più qualcosa che sia più lungo di un Tweet e tutto viene filmato e l’esperienza è video e fotografica, nessuno più va a fondo nelle cose. Una volta avevamo i rullini fotografici, ogni foto era pesata, perché erano contate, ma ora la possibilità di fotografare e fotografarsi è illimitata, quindi ci sta che una ragazza si possa fotografare le tette o farsi un video, come può fare un uomo con le sue conquiste o con il suo membro. Il giudizio di una società prettamente maschilista fa il resto.

Poi parliamoci chiaro, quanta ipocrisia c’è dietro a tutto ciò!? Chi di noi non ha un segreto, chi di noi non ha qualcosa che mai vorrebbe far sapere. Quindi chi giudica, sa che il suo armadio non è sgombro dai famosi scheletri. Ma scusi lei, se le girassero la foto di una sua collega avvenente non la guarderebbe? Ma secondo lei a SKY, le foto della bella giornalista, non l’hanno vista e scambiata tutti?! Tutti quelli che le hanno inondato i profili social con la loro solidarietà, non hanno guardato le foto commentando con gli amici, con quella tipica espressione del: “Ammazzate aoh!”. Ridacchia e arrossisce di nuovo.

Sugge profondamente dalla sua cannuccia, fino al classico rumore che sancisce la fine della bevanda. Aaaaahh! Ottimo e corroborante! Lei capirà, ma a me l’alcool dà subito alla testa. Si sganascia più o meno compostamente, prende il suo bastone da passeggio e sferra due colpi secchi sulla superfice del tavolo, tanto da rischiare di far cadere i bicchieri.

Mi da l’impressione di essere piuttosto alticcio! Quando sto per chiedergli se è tutto ok, preoccupato dalla sua ultima mossa col bastone, mi accorgo che altro non era che un segnale. Dalla porta del bar entra un Gorilla in completo scuro e cappellino di ordinanza, che un po’ ingobbito e a disagio con quei vestiti  umani, raccoglie il suo padrone nella sua grande mano callosa e risponde alla mia domanda iniziale sulla capacità di movimento del mio interlocutore cerebrale.

Il cervello, mi saluta con le sue graziose braccine, promettendomi un altro incontro non appena possibile mentre il Gorilla mi da le spalle e sparisce con i suoi peli ed i suo padrone, uscendo dal Bar.

Sudato e stanco premo il tasto Stop del mio registratore.

 

 

 

 

TAG:
CAT: costumi sociali, Roma

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