Avanguardia omosessuale contro i colori dell’arcobaleno

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12 Gennaio 2019

Qualcuno tra voi si potrebbe domandare: quali saranno mai i nuovi propositi per il 2019 della comunità gay? Quali le battaglie ancora da combattere? Quali i diritti calpestati per cui vale la pena mobilitarsi e promuovere un dibatitto pubblico e politico transanzionale nel 21esimo secolo?

Che sia forse l’avanzata delle destre cattoliche ultra-conservatrici in buona parte dell’est Europeo, pronte a minare le più recenti (e fragili) conquiste sul piano dei diritti civili? Le dichiarazioni da parte di “orgogliosi” omofobi che soffiano come un vento lontano dall’America meridionale? La diffusione di un comunitarismo religioso estremista di matrice islamica nelle capitali e nei comuni più popolosi di Francia, Germania, Belgio, Olanda, Svezia e Inghilterra? La persecuzione, detenzione e uccisione per legge di omosessuali in un’ampia fetta (a forma di mezzaluna) del Medio Oriente?

Macchè! Tutto questo può aspettare; in parte lo abbiamo già affrontanto con dei coraggiosissimi kiss-in LGBTQI+ gli anni scorsi, di fronte a decine di telecamere e ben protetti dai cordoni della polizia nel pieno centro storico delle nostre bellissime città multiculturali…

Per quest’anno, ciò che è veramente da tenere sott’occhio lor signor*LGBTQI+, è la Fisica ed in particolare quella branca dell’elettromagnetismo che descrive il comportamento e le proprietà della luce e l’interazione di questa con la materia!

E a proposito di “tenere sott’occhio”… cominciamo da lui, sì proprio lui, l’occhio stesso, quest’organo di senso insensibile al suo cieco ed (e)vidente razzismo: è lui il principale responsabile della nostra miopia; lui che, meschino, ci condanna a vedere uno spettro di colori così limitato. Per non parlare di quelle maledette leggi di dispersione e rifrazione della luce solare che ci costringe a rispettare, come se anche noi non avessimo libero arbitrio e sopratutto una coscienza! E i sette colori dell’arcobaleno? Ah! Un trucco, un inganno, frutto della nostra limitata e ultra-conservatrice percezione dei colori: rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e violetto… come possiamo ancora nel 2019 sostenere di percepire solo la presenza di questi sette colori? Lo spettro dei colori dell’arcobaleno è molto più ampio e se non lo vediamo, beh è arrivato il momento di dirlo con forza: è colpa nostra! Colpa del nostro colonialismo oftalmico, un’altra forma di appropriazione culturale di elementi immateriali che si spinge fino ai confini dell’ottica. Inaccettabile!

E chi dobbiamo ringraziare per averci messo in allerta di fronte a tale imminente pericolo?

Ancora una volta loro, le avanguardie dei diritti degli omosessuali, quei capoccioni postmoderni che dopo aver sfidato le leggi della linguistica e della logica creando il più lungo acronimo della storia dell’umanità (perchè giustamente volendo immaginare un’ “abbreviazione leggibile come un’unica parola” quale migliore acronimo per la comunità gay di “LGBTQQI2SPAA“?), sono loro ad avere finalmente trovato il coraggio di puntare il dito contro quell’obrobrio discriminatorio che era la bandiera arcobaleno, simbolo della comunità omosessuale a partire dagli anni ’70.

Seguendo le orme già tracciate nel 2017 dai loro antesignani americani a Philadelphia, è a Manchester, una delle città più liberali del Regno Unito, locus amoenus dell’immaginario collettivo gay dai tempi di Queer as Folk, che il miracolo si compie quest’anno anche in Europa… ops, volevo dire Regno Unito: old habits die hard!

La bandiera arcobaleno ufficiale che sfilerà nella marcia dell’orgoglio omosessuale 2019 ospiterà, accanto ai colori tradizionali, anche il marrone e il nero! Yuppy, se ne sentiva veramente il bisogno!

Un grazie sentito va alle comunità già rappresentate dai tradizionali colori dell’arcobaleno che generosamente hanno fatto posto anche agli uomini e alle donne dalla pelle scura.

Seguendo lo spettro cromatico della desueta bandiera arcobaleno, si ringraziano in ordine di apparizione: gli indiani d’America detti anche “pelle rossa”, gli scozzesi dai capelli castani ramati, i cinesi notoriamente gialli, gli elfi verdastri, i puffi e tutte quelle altre creature dalla pelle color indaco e violetto di cui ora non riesco a ricordare il nome.

 

TAG:
CAT: diritti umani, Questioni di genere

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