CEDU condanna Italia sulle Unioni Same Sex. La colpa di Renzi

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21 Luglio 2015

Boom! La Corte Europea dei Diritti Umani condanna l’Italia, mentre Matteo Renzi arranca nella lentezza o, forse, nell’immobilismo più grave.

Con una sentenza approvata in maniera unanime dai vari membri della quarta sezione, presieduta dal giudice Raimondi, designato dall’Italia, la Corte Europea per i Diritti Umani, con sede a Strasburgo, ha condannato l’Italia per non prevedere alcuna forma di riconoscimento delle unioni fra persone dello stesso sesso.

La sentenza, mentre, riconosce che la non estensione del fondamentale diritto al matrimonio rimane una scelta legittima degli Stati, afferma che non è più ammissibile lasciare le coppie gay e lesbiche nel vuoto normativo, per questo l’Italia è tenuta a introdurre le unioni civili.

La sentenza odierna afferma che le coppie omosessuali hanno le stesse necessità di riconoscimento e di tutela della loro relazione al pari delle coppie eterosessuali. Proprio per questo l’Italia e gli Stati firmatari della CEDU devono rispettare il loro diritto fondamentale ad ottenere forme di riconoscimento che sono sostanzialmente equiparate al matrimonio. Attualmente infatti, l’Italia è l’unica democrazia occidentale a mancare a questo impegno ed è stata quindi condannata per violazione dell’art. 8 della Convenzione.

Tutto è iniziato nel 2009, quando due coppie trentine, assistite dall’avvocato Alexander Schuster, depositarono ricorso circa il rifiuto di pubblicazione di matrimonio nel proprio comune e sul rifiuto di trascrivere i matrimoni stranieri. Nel tempo si sono aggiunti altri ricorsi, riuniti sotto il nome del primo caso, Oliari, dal nome di uno dei diretti interessati e esponente di GayLib, associazione di difesa dei diritti LGBT di area centrodestra.

Con questa sentenza la CEDU ha dato giustizia a queste coppie, e ha stabilito sanzioni per l’Italia.

L’Italia ormai è in un paradosso internazionale, mentre il mondo va avanti e, mentre agli occhi dello stesso, il nostro Paese sembra sempre più arretrato e chiuso nell’ipocrisia di una roccaforte di idee medioevali.

Referendum irlandese, sentenza Corte Suprema USA, sentenza in Cassazione ieri circa la rettificazione dello stato civile per le persone transessuali, sentenza CEDU di oggi. Matteo Renzi, Maria Elena Boschi, quanti schiaffi sonori volete ancora far prendere a questo Paese e alla comunità LGBT? Quanto ancora deve peggiorare la reputazione dell’Italia agli occhi del mondo civile e democratico?

Sono sicuro che voi non ne abbiate la percezione di quanto la vostra reponsabilità sia grave. Basta chiacchiere, rinvii, rimandi, scioperi della fame, ecc. non c’è più alcuna giustificazione. Non si sta procedendo con lentezza come volete far credere. Qui non ci si sta muovendo proprio. Per questo non siete solamente lenti, ma siete colpevoli, come conferma oggi la Corte Europea dei Diritti Umani.

TAG: CEDU, diritti lgbt, gay, Italia condannata, maria elena boschi, matrimoni gay, matrimonio egualitario, Matteo Renzi, Micaela Campana, Monica cirinnà, sentenza CEDU, sergio lo giudice, Unioni Civili, unioni same sex
CAT: discriminazioni, Giustizia

Un commento

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  1. andrea.gilardoni 9 anni fa

    A questo aggiungiamo la colpa minore, quella di aver bloccato la legge sul doppio cognome (materno e paterno) a causa dell’opposizione degli stessi fondamentalisti che bloccano il riconoscimento delle unioni civili. Dopo un ricorso e diverse staffette in prefettura e anagrafe (con numerosi bolli), è possibile ottenere di aggiungere il cognome della madre, ma allora, perché non permetterlo subito? Sarò anche questo peccato “ideologico” di gender?

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