Immaginarsi all’incontrè’Я nei luoghi dello Sponz Fest di Capossela & C.

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18 Agosto 2017

Io adesso provo ad immaginare dove andrò. Dove sarò esattamente nei miei prossimi giorni di agosto, quelli che il calendario segna con le date che vanno dal 21 al 27 agosto 2017, che marca così per pura convenzione, per dare a tutti, almeno temporalmente, un punto di ritrovo ed un ancoraggio. Un riferimento che sia il medesimo. Provo ad immaginare cosa potrà succedere in queste prossime giornate. Perché so la destinazione, ma non le destinazioni. Leggo il programma del prossimo Sponz Fest e posso solo farmi una piccola idea delle cose che vedrò, della gente che incontrerò, delle comunità che attraverserò. Perché non sono ancora riuscito a dare un ordine esatto al mio procedere. Il titolo stesso di questa prossima edizione promette mondi al contrario, concerti all’alba, colazioni all’acqua sala. Ed io cerco dentro quel tumulto della terza decade di agosto una linea, una qualche linea che mi possa guidare, che possa servirmi come orientamento.

Perché posso decidere di farmi portare dalla parlata. Cantilenante. Salmodiante. Molleggiante. Sono alcune cose che uno potrebbe dire del modo in cui si parla qui, a Calitri. Un modo di dire le cose che è un dialetto vero e proprio, non una calata e basta. Una parlata sincopata, fatta a tempo, come se colui che ti parla stesse seguendo una musica interiore, un accompagnamento che tu che non sei di lì non puoi sentire. La cosa diventa evidente alla terza o quarta volta che ti ci confronti con la lingua di queste parti. Non al primo ascolto. Arriva solo dopo questa consapevolezza, e la devi acquisire per poterti calare nella parte, per arrivare ad un livello di conoscenza del posto che possa andare oltre la prima impressione. Io dico che a chi non conosce paesi come questo, come Calitri, Conza, Cairano, Aquilonia, Bisaccia, manca qualcosa di importante, è un po’ come se uno non sapesse cosa è il vino, il mosto che lo precede e la sbornia buona che ne può derivare.

E ci sono alcuni calitrani, anche alcune mie zie calitrane, che lo parlano stretto il dialetto, che io ancora non riesco a capire, nonostante allunghi l’orecchio, tenti di deformarlo acusticamente per comprendere meglio, provi ad accentuarne le modalità di ricezione per cogliere nelle assonanze qualche elemento che possa avvicinare alcuni termini dialettali alla lingua italiana. E tutto ciò nonostante che a Calitri ormai venga da sette anni, più volte l’anno. Uno potrebbe farsi guidare anche dal rapporto con la musica che esiste da queste parti. Perché quasi tutti cantano, mettono in rima, hanno voci intonate come fringuelli, cantavano nei campi gli avi, coloro che dovevano prendersi cura della terra e quel sapere melodioso è passato attraverso il dna alle generazioni successive. E poi si canta la sera nelle grotte, nelle cantine, quelle che stanno nella parte vecchia del paese, una Matera in miniatura, una parte fatta di roccia tufacea, di abitazioni in parte rupestri.

Tutti luoghi letterari, tutti posti in cui immaginarsi al Яovescio diventa possibile.

Luoghi fuori della retorica, quelli che io preferisco e adesso ho anche adottato come seconda dimora. Incontrati perché mia moglie è di qui. Veniamo qui a passare le vacanze estive, ci veniamo quasi sempre anche a pasqua e a natale, e lentamente in un processo osmotico me ne sono appropriato, oppure essi si sono appropriati di me. Una sorta di elezione vicendevole di cui è stata complice anche mia moglie che ad essi mi ha introdotto, poi la mia curiosità ha fatto il resto, lasciandosi interrogare sul significato delle cose che qui avvengono, sulle persone che qui si possono incontrare, sulla vita per come può essere vista da qui, per come essa può essere vissuta da qui. E pensare che stavolta sono stato persino intruppato, nel senso che faccio parte della truppa, sono uno di quelli che appartengono a quella C. che segue il nome di Vinicio nel titolo. Non pensavo ma è successo, mi hanno fatto un cenno da lontano, chiedendomi se volevo montare sulla carovana. Adesso che sono montato non posso che provare ad immaginarmi all’incontré’Я e stare a vedere cosa succede.

 

Foto credits: Avellino Today

TAG: arte, calitri, Cultura, europa, eventi, giornalismo, innovazione, irpinia, italia, Musica, paesaggi, partito democratico, regione campania, Reportage, Spon Fest 2017, teatro, Vincio Capossela
CAT: Eventi, Paesaggio

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