Dietro i bulli di Cuneo ci sono genitori incapaci e pericolosi

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9 Febbraio 2017

“Un ragazzo ubriaco che viene steso nella vasca da bagno, denudato, depilato, bagnato di urina, avvolto in carta igienica, bruciato con un accendino alle gambe”. Questa la descrizione, riportata da La Stampa, di alcune delle vessazioni che subì uno studente di Cuneo in gita scolastica a Roma nella primavera del 2015. Il giovane fu preso di mira da quattordici compagni di classe che lo umiliarono per ore riprendendo le scene con i loro cellulari, per condividere la loro “impresa” e “marchiare a vita” la vittima.

Esemplare fu la punizione decisa dalla preside della scuola, che punì i responsabili dell’ignobile gesto con quattordici giorni di sospensione e quattro in condotta. Al contrario, fu decisamente penosa la reazione di alcuni dei genitori dei bulli, che protestarono e presentarono ricorso adducendo una serie di motivazioni agghiaccianti, ben descritte da alcune frasi pronunciate in quei giorni da una delle mamme durante un’accesa telefonata al quotidiano torinese: “Significa condannarli ad essere bocciati, a perdere un anno di scuola. Una rovina per molti. Anche in termini economici, con quello che costa oggi frequentare un liceo” e ancora: “sono cose cameratesche che si fanno in caserma. Che si sono sempre fatte tra ragazzi: nessun caso di bullismo”.

Rileggendo questa e altre storie di bullismo che coinvolgono giovani e giovanissimi, comprese le singolari reazioni delle famiglie dei bulli, alcune domande sorgono spontanee come funghi dopo abbondanti piogge. Che educazione potrà mai dare una madre che non conosce il significato della parola bullismo e che confonde un liceo con una caserma? Quali valori potrà mai trasmettere un genitore che di fronte a una giusta punizione si preoccupa del danno economico e non della crescita morale dell’individuo che ha messo al mondo?

Il sistema scolastico italiano ha sicuramente enormi problemi, ma l’ingerenza di genitori incapaci e pericolosi nella didattica e nelle scelte inerenti alla condotta è una vera rovina. La scuola – in condizioni favorevoli – può sopperire alle gravi mancanze di molte famiglie e persino mitigare l’analfabetismo funzionale di molte madri e di molti padri, “salvando” in parte quelli che saranno i cittadini di domani.

Ma alla base, servirebbe più consapevolezza. I figli sono una missione difficile, un investimento sul domani, una continuazione di ciò che si è. E che piaccia o no, essere genitori non è alla portata di tutti e spesso si commettono errori, come è normale che sia. Ma tra gli errori e la distorsione totale del concetto di educazione c’è un mondo. Crescere un figlio è una sfida che non è detto si debba affrontare a tutti i costi, specie se si è consapevoli di non essere portati. Per questo, nel 2017, sarebbe ora di smetterla di partorire esseri umani “perché ce l’hanno tutti” come fossero degli smartphone o (peggio) “perché vanno fatti” come fanno le vacche o le galline in modo inconsapevole. Così facendo, si aggiunge solo zavorra biologica in un pianeta già sovrappopolato.

TAG: bullismo, bullismo Cuneo, Cyberbullismo, Famiglia, scuola
CAT: Famiglia

4 Commenti

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  1. andrea-lenzi 7 anni fa

    Articolo condivisibile e scritto in modo chiaro

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  2. andrea-lenzi 7 anni fa

    post scriptum
    Segnalo correzione da apportare:
    “inerenti la condotta”, deve essere corretto in
    “inerenti alla condotta”
    (unica reggenza possibile in italiano)

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  3. silvia-bianchi 7 anni fa

    Della difesa della mamma non mi scandalizza il tentativo (d’istinto una mamma non può che fare l’avvocato difensore dei propri figli), ma mi sorprende l’argomento usato.
    Evocare la caserma significa implicitamente approvare una modalità “educativa” che utilizza la violenza per allenare i ragazzi da un lato a esercitare la propria aggressività, dall’altro a resistere alla sofferenza. Chi considera normale e giustificabile questo machismo in un contesto quotidiano non può poi piagnucolare e strepitare in difesa del suo marmocchio: dovrebbe, con coerenza, aggiungere la sua punizione a quella decisa dalla scuola…

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  4. pistis-luigi 7 anni fa

    Bravo, Fabio Salamida, hai messo in evidenza una questione fondamentale, e cioè che prima di prendercela con questi poveri deprivati dovremmo prendercela con le famiglie che li producono!

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