I diversi volti del razzismo in Germania

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22 Aprile 2018

Aggrediti con due cani, inseguiti, insultati, colpiti più volte al capo e la bici gettata in acqua. È quanto accaduto a due cittadini eritrei in attesa di asilo a Friedland in Meclenburgo e riferito, tra gli altri, dall’emittente ndr e dal quotidiano Tagesspiegel il 20 aprile. I loro aggressori cinque uomini ed una donna tedeschi, violenti ed ubriachi che hanno ancora urlato in presenza della polizia intervenuta sul posto in esito alla chiamata col cellulare delle vittime, “stranieri di m…” “voi non siete tedeschi”. I principali sospettati di avere materialmente malmenato gli africani sono un 21 enne ed un 31 enne. Non si tratta di agguerriti neonazisti, ma di razzisti di paese, già noti per lesioni, danneggiamenti ed altri reati senza sfondo politico. È l’anima scura della provincia tedesca, dove il partito neonazista NPD ha avuto un posto per dieci anni nel parlamento regionale.

La polizia criminale federale d’altronde ha computato 2.219 aggressioni a stranieri ed ai loro alloggi nel 2017. La maggior parte dei casi rimane però sconosciuta, tranne che a livello locale. Dell’attacco coi cani, cui ha fatto seguito un’aggressione a mani nude perché le bestie non erano abbastanza aggressive e non hanno morso i due ciclisti, hanno però riportato questa volta anche i media nazionali. Il Ministro degli interni del Land, Lorenz Caffier (CDU) -ha riportato Frank Jansen sul Tagespiegel– ha stigmatizzato il fatto auspicando che una decisione giudiziaria chiara possa avere effetto dissuasivo.

Il sindaco Wilfried Block (indipendente, in carica dal 1992), condannando a sua volta l’episodio ha sottolineato che la cittadina ospita oltre un centinaio di richiedenti asilo senza che vi siano mai stati problemi prima, ed anzi il Comune sta trattando con la associazione sportiva locale la possibilità di farsi carico delle quote di partecipazione per i figli dei rifugiati. Block d’altronde ha apertamente manifestato, già nel 2015, la speranza che almeno il 10% dei rifugiati, soprattutto i giovani con famiglie, rimangano nella cittadina per arrestarne il declino economico. Per lui l’aggressione è senz’altro sgradevole, ma un’eccezione.

Gli stessi aggrediti, che vivono da undici mesi in un ostello con altri migranti, d’altronde non generalizzano, l’ignoranza di qualcuno non è di tutti. Nonostante le botte in testa non hanno lamentato dolori fisici. Anche se in sei gli hanno vomitato addosso insulti solo per le loro origini cercando di farli mordere dai cani, tre uomini ed una donna del gruppo li hanno quindi braccati finché due sono riusciti a colpirli in testa ed infine uno ha scagliato per sopra mercato una delle loro bici nel contiguo corso d’acqua, non vogliono lasciare Friedland.

 

E se questa è la faccia del razzismo della provincia tedesca poi c’è quello importato dalla provincia siriana che scoppia nella grande Berlino e la cui eco, almeno questa volta, è stata addirittura maggiore. Contro l’aggressore, un 19enne palestinese proveniente dalla Siria indica la ARD, che si è costituito, è stato emesso ordine di custodia. In un video diffuso attraverso Facebook egli ha contestato però insieme ad un altro sospettato di aver agito per odio razzista: “Noi non siamo contro gli ebrei. Noi non siamo antisemiti” lo cita sempre la ARD.

L’Unione delle Comunità Ebraiche tedesche si è detta preoccupata per il riemergere di stereotipi antisemiti, un problema che non sussiste solo per la presenza di immigrati arabi ha sottolineato il suo presidente Josef Schuster alla Deutschlandfunk, che pure in passato aveva espresso preoccupazione per un antisemitismo importato da anni di condizionamento dalla propaganda nei Paesi di provenienza di questi ultimi e suggerito che i migranti dalle nazioni arabe dovrebbero essere tenuti a partecipare ad una visita ad un memoriale di un campo di concentramento nazista. La Comunità Ebraica di Berlino ha invece invitato tutta la popolazione della capitale a partecipare mercoledì ad un’azione di solidarietà con il motto “Berlino porta la kippah” di fronte alla sua sede di Fasanstraβe in cui prenderà la parola anche il sindaco Michael Müller.

Il Ministro della giustizia Katarina Barley (SPD) in un’intervista alla Braunschweiger Zeitung pubblicata il 21 aprile ha espresso sconcerto per il fatto che l’antisemitismo torni “ad essere presentabile in società” e non ha negato che in parte ci siano legami anche con il fenomeno dell’immigrazione in Germania dai Paesi Arabi. La sua intervista giunge dopo altre recise condanne per l’episodio espresse nei giorni passati anche dal collega del dicastero degli esteri Heiko Maas (SPD) e dalla stessa Cancelliera Angela Merkel. Potrebbe apparire un’esagerazione del momento quanto il mondo politico tedesco abbia reagito in modo allarmato: l’antisemitismo non è certo mai del tutto scomparso, ma è vero che risulta ora più aperto ed evidente; appena pochi giorni fa i rapper Farid Bang und Kollegah erano stati premiati con l’importante premio musicale Echo per un album poi criticato per il suo antisemitismo obbligando i responsabili della scelta ad annunciare urgentemente un ripensamento delle modalità di elezione dei premiati. Delle risposte per garantire maggiore coesione sociale tra mussulmani e non potranno forse venire dal dibattito di una quarantina di partecipanti alla Junge Islam Konferenz, un organismo che annovera circa 500 membri in tutta la Germania, che si riuniranno proprio a Berlino nel fine settimana corrente.

 

Poi c’è ancora il razzismo radicale dei neonazisti. Dalla sera del 19 aprile si sono ritrovati nella cittadina sassone di Ostritz per festeggiare il giorno dopo il compleanno di Hitler, ed ancora sabato e domenica successivi partecipare al raduno dal motto “Festival dello scudo e della spada” organizzato dal 48enne neonazista pregiudicato e numero due della NPD Thorsten Heise, godendo dell’ospitalità nell’albergo Neisseblick e sul terreno dell’imprenditore e simpatizzante Hans-Peter Fischer. Sono arrivati in circa 750, un nocciolo duro con in testa il parlamentare europeo della NPD Udo Voigt e Michael Brück, già componente della Kameradschaft  Nationaler Widerstand Dortmund vietata nel 2012 ed oggi nel partito Die Rechte, ed altri provenienti anche dall’Austria e da Paesi dell’Est Europeo, tutti obbligati a rinunciare completamente all’alcool; mentre nella cittadina si svolgevano manifestazioni antifasciste che raccoglievano il doppio di aderenti. La polizia, oltre ad un dispiegamento per assicurarsi che i partecipanti al raduno neonazista non avessero armi e sequestrare magliette e cartelli con motti vietati, è dovuta intervenire solo in occasione di singole scaramucce tra dimostranti di fazioni opposte che hanno visto un sanitario ferito, ha ripotato l’emittente mdr. In Sassonia d’altronde si annoverano 60 località diverse dove si riuniscono regolarmente neonazisti, indica la stessa emittente, soggiungendo che è già in programma il prossimo raduno, la tradizionale festa per la stampa che la NPD terrà probabilmente all’inizio di luglio a Niesky o Görlitz. Quanto però dalla destra radicale possano emergere ancora problemi concreti lo dimostrano diverse inchieste e perquisizioni per i sospetti di costituzione di gruppi terroristici che si sono svolte nelle settimane scorse in diversi Länder tedeschi.

L’8 aprile gli inquirenti ad esempio hanno effettuato una serie di perquisizioni a Berlino, in Brandenburgo e Turingia, contro 8 cosiddetti Reichsburger, coloro che si identificano nel Reich tedesco tra il 1871 ed il 1918 e ne vorrebbero ripristinare le strutture negando l’autorità della Germania odierna, e nei confronti di altre persone sospette. Le perquisizioni, scaturite da indagini aperte fin dal 16 agosto 2017 dalla Procura di Gera avocate dalla Procura Generale il 24 ottobre, miravano a verificare se i sospetti avessero formato un nucleo terroristico di estrema destra e fossero già in possesso di armi, stante che agli inquirenti avevano indizi che sarebbero stati disposti ad uccidere. Non sono peraltro stati effettuati subito arresti.

Più recentemente, il 17 aprile, le forze speciali sono state chiamate a partecipare a perquisizioni per verificare la posizione di altri 4 soggetti in Bassa Sassonia, Schleswig-Holstein e Brema, e di una quinta persona sospetta in Turingia, che si sarebbero riunite sotto la sigla Nordadler (aquila del nord), quantomeno dall’inizio del 2017, pianificando di procurarsi armi, munizioni e strumenti per fabbricare delle bombe, al fine di favorire in Germania una nuova ascesa del nazionalsocialismo. Le indagini erano state avviate dalla Procura di Celle ed assunte dalla Procura Generale il 18 gennaio di quest’anno, la quale in un comunicato a tutti i media ha riferito che pure in questo caso non sono ancora stati effettuati arresti. Julian Feldmann, dell’emittente NDR ha riportato però che le manette sarebbero scattate nei confronti del 22enne Wladislav S. di Katlenburg-Lindau, il portavoce del gruppo, che in passato sarebbe stato intervistato dalla redazione del programma Panorama 3. Gli altri sospetti sarebbero Patrick Sch. di Appen in Schleswig-Holstein, Marco A. di Dörpen nell’Emsland e Brian W. di Brema-Blumenthal. Feldmann ha riferito che Wladislav S. non avrebbe fatto mistero di avere simpatie nazionalsocialiste e di aver fatto delle prove con esplosivi, così come di avere stilato delle liste di antifascisti di Northeim e Göttingen da chiamare a rispondere dei loro misfatti in caso di collasso della Bundesrepublik. Wladislav S., ha ancora riportato il corrispondente tedesco, non sarebbe uno sconosciuto alla giustizia e sarebbe già stato condannato dal tribunale di Braunschweig a prestare 100 ore di lavoro a fini sociali, apparendo innanzi ai giudici insieme al giovane salafista ed ex neonazista 26enne Sascha L. (Questi fu arrestato a Northeim nella Bassa Sassonia il 20 febbraio 2017 con l’accusa di voler fare un attentato dopo essere stato trovato in possesso di acido perossido ed altre sostanze e strumenti per fare delle bombe. Nel 2013 diffondeva su You Tube filmati contro i mussulmani e gli antifascisti; nel 2014 convertitosi all’islam, passato da un estremismo all’altro, era finito a processo per avere diffuso in internet il simbolo dello Stato islamico). Anche Patrick Sch. avrebbe apertamente propalato le sue simpatie neonaziste diffondendo via Facebook il suo visibilio per le idee di Reinhard Heydrich, il capo dell’ufficio di sicurezza del Terzo Reich nazista. E così anche Marco A. fin dal 2016 minacciava che il gruppo avrebbe fatto vedere di cosa sarebbe stato capace. La compagine avrebbe, tra l’altro, avviato la costituzione di un villaggio a Mackenrode in Turingia acquistando degli immobili; in particolare nel dicembre la fidanzata di Patrick Sch. vi avrebbe acquistato una casa per 30 mila euro ed i Nordadler avrebbero detenuto anche un ex albergo, seppure con necessità di forti riparazioni ha indicato Feldmann, a Bad Sachsa in Bassa Sassonia. A far dire gli inquirenti che si tratti di un gruppo terroristico ci sarebbe l’apparenza di una organizzazione stabile con quote mensili e propaganda per donazioni da versare su un conto presso la Stadtsparkasse di Wedel nello Schleswig-Holstein, così come la scelta di comunicazioni criptate con Telegram; la polizia non avrebbe però rinvenuto armi.

Con questi segnali d’allarme non stupisce che ora anche il Governo tedesco abbia quantomeno annunciato di voler adire anch’esso la Corte Costituzionale, come già ha fatto il Parlamento dei Länder, il Bundesrat in febbraio, per bloccare l’elargizione di fondi pubblici al partito neonazista NPD che anche se non siede più in alcun parlamento regionale, nel 2017 ha pur sempre percepito circa 850.000 euro di finanziamento pubblico per i voti conseguiti e gode anche di privilegi fiscali, secondo dati indicati dall’emittente tedesca ARD.

 

 

Immagine di copertina: Pixabay, https://pixabay.com/it/matita-black-white-differenza-1385100/

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TAG: Berlino, Friedland, Mackenrode, Nordadler, NPD, Ostritz, Reichsbürger
CAT: Germania, Terrorismo

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