Ergastolo per l’omicida Reichsbürger di Georgensgmünd

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23 Ottobre 2017

Il tribunale di Norimberga – Fürth ha condannato oggi all’ergastolo il 50enne tedesco Wolfgang P., un Reichsbürger -come vengono indicati coloro che non riconoscono l’autorità dello Stato tedesco del dopoguerra e che si stima siano circa 12.600 in tutta la Germania- per omicidio volontario e duplice tentato omicidio. Il 19 ottobre 2016 sparò 11 colpi a raffica attraverso la porta della propria casa a Georgensgmünd all’indirizzo di una squadra di poliziotti delle forze speciali inviata per sequestrargli le armi, circa 30, che deteneva fino ad allora legalmente. Sette proiettili uccisero un poliziotto 32enne, Daniel E.; altri due agenti furono feriti.

I difensori avevano perorato l’omicidio involontario affermando che Wolfgang P. avrebbe preso i poliziotti che volevano entrare in casa sua, alle sei del mattino, per dei ladri ed avrebbe sparato per difendersi. Il dibattimento ha però evidenziato che i lampeggianti delle auto della polizia erano riconoscibili e che l’imputato dormiva con un’arma carica sotto il cuscino ed altre due vicino, aspettandosi l’intervento delle forze dell’ordine. Aveva già reso i propri documenti di identità all’inizio del 2016 perché non riconosceva l’autorità statale.

I giudici peraltro non avrebbero ammesso la colpa grave come indicata dalla Procura e perciò teoricamente la condanna a Wolfgang P. potrebbe essere commutata per buona condotta prima che egli avrà scontato tutta la pena .

Del caso hanno riferito ampiamente tutti i media tedeschi; registrando anche la simbolica concomitanza che le aule dello stesso Tribunale ospitarono i processi agli ex gerarchi nazisti. La pronuncia giudiziaria segna una chiara risposta dello Stato avverso ai Reichsbürger a fronte della presa di coscienza della loro pericolosità acuitasi dal 2016, quando il Ministro degli Interni li fece mettere sotto osservazione dal servizio di sicurezza nazionale. Il fenomeno dei Germaniti, come sono anche indicati coloro che rifiutano lo Stato, era però già noto quantomeno dal 2012, allorché venne distribuito agli ufficiali giudiziari un manualetto pratico di condotta su come comportarsi a fronte delle massicce ingiurie e pressioni nei loro confronti da coloro che ne rifiutavano la legittimità. La Süddeutsche Zeitung riporta che dal 13 ottobre il tribunale di Fürstenfeldbruck ha addirittura assoldato una ditta di sicurezza per difendere i propri collaboratori dalle aggressioni e che la città di Francoforte ha stilato un vademecum specificando ai dipendenti che le forbici devono essere tolte dalla scrivania per non diventare un’arma in mano ad un interlocutore violento.

Molti episodi, citati dallo stesso quotidiano, evidenziano i termini del problema: durante un processo a Kaufbeuren nel marzo 2016 appartenenti al movimento diedero vita ad un tumulto giungendo a rubare gli atti; nell’aprile 2017 venne scoperto un arsenale nell’appartamento di un Reichsbürger a Neu Ulm; nel maggio 2017 altre armi furono sequestrate in casa di un altro simpatizzante a Garching vicino a Monaco; il 14 settembre di nuovo a Berlino; altre ancora dopo perquisizioni condotte il 28 settembre in Baviera, Baden-Württemberg e Renania Palatinato.

Ad Halle è tuttora sotto processo per tentato omicidio anche l’ex Mister Germany Adrian U., Reichsbürger ed amico su Facebook di Wolfgang P. -come indica sempre la SZ– che nell’agosto 2016 avrebbe sparato ad un poliziotto. Aveva pure lui un arsenale di 31 armi. Il 18 ottobre ad Herzberg in Bassa Sassonia ha preso il via invece il processo a due donne, madre e figlia rispettivamente di 68 e di 30 anni, accusate di lesioni e resistenza a due poliziotti intervenuti presso il loro appartamento. La figlia spruzzò del detersivo caustico in faccia ad uno dei due agenti il quale subì delle lesioni agli occhi; mentre la madre aggredì il collega. Avrebbero dovuto essere già giudicate in maggio, ma il processo saltò perché non comparvero. Questa volta sono state arrestate preventivamente la sera prima dell’udienza.

 

 

Immagine di copertina ripresa dall’archivio de Gli Stati Generali

TAG: Germaniti, Reichsbürger
CAT: Giustizia

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