Christ e Sarah, i destini dimenticati di un’estate nel Mediterraneo

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26 Agosto 2017

Quest’estate, un bambino è nato in mezzo al Mediterraneo. Christ (Cristo). Sua madre, Constance, ha partorito sola, davanti a un centinaio di uomini, su una barca di legno sperduta in mezzo al Mediterraneo. Meno di un’ora dopo aver dato la vita, Constance si è arrampicata da sola sulla scaletta di ferro dell’Aquarius, il suo bimbo tra le braccia, ancora attaccato col cordone ombelicale. Il bambino e la madre, sani e salvi, sono stati accolti a bordo da uno scroscio di applausi, e presi subito in carico dall’équipe medica. Dopo lo sbarco, Constance e Christ sono stati affidati a un convento di religiose a Brindisi.

Questa storia miracolosa, quella di un bimbo di nome Cristo nato in alto mare su un barchino di legno, accolto in un convento, sarebbe stata perfetta per figurare in prima pagina sui giornali. La realtà superava l’immaginazione. Questa storia, vera, descrive da sola il dramma umano, assurdo e inaccettabile che si svolge alle frontiere dell’Europa.

Era il 13 luglio 2017.

A Roma, quel giorno, avrebbe dovuto svolgersi un incontro organizzato dalla Guardia Costiera italiana con tutti i protagonisti delle operazioni di salvataggio in Mediterraneo al largo della Libia, tra cui le ONG: la riunione UNA-VIS che si era già svolta l’anno scorso. Questo appuntamento consultativo è stato annullato all’ultimo momento, mentre sulla stampa italiana circolava già una versione del “Codice di Condotta” elaborato dal Ministero dell’Interno italiano dietro mandato datogli nei giorni precedenti, a Parigi prima e a Tallin poi, dai suoi omologhi europei. E già i giornalisti analizzavano e commentavano il “Codice di Condotta per le ONG” di cui, ironia della storia, le ONG stesse non erano ancora ufficialmente a conoscenza.

L’odissea miracolosa di Christ è passata del tutto inosservata. Invisibile, dimenticata.

Durante questa estate 2017, la narrazione della crisi umanitaria in Mediterraneo ha subito un brusco voltafaccia in Italia. Più le condizioni di navigazioni erano favorevoli al largo, con mare calmo ed una leggera brezza, più la tempesta si abbatteva a terra sugli operatori umanitari, con violente burrasche.

Le ONG sono state intimate a firmare un “Codice di Condotta” del quale tuttavia molti punti avrebbero richiesto dei chiarimenti, distogliendo l’attenzione dell’opinione pubblica, e togliendo loro il sangue freddo e la concentrazione abituali e necessari per i soccorsi in mare, sempre più drammatici e sempre più complessi. Le ONG infine hanno dovuto affrontare la preoccupazione per la loro stessa sicurezza nelle acque internazionali a causa di uomini armati che si identificano come Guardia Costiera libica e di una nave privata noleggiata da attivisti europei.

Il primo agosto, l’Aquarius è stato chiamato dal centro di coordinazione dei soccorsi (MRCC di Roma) a prestare manforte sul teatro delle operazioni di salvataggio di quattro gommoni. Otto corpi senza vita sono stati trovati sul fondo di una delle imbarcazioni, tra loro quello della mamma di una bambina di due anni, Sarah, che è invece sopravvissuta.

Il viso di Sarah, gonfio per un’ustione, il suo sguardo inebetito perso nel vuoto, resteranno impressi nella memoria dei soccorritori di SOS MEDITERRANEE che hanno issato il corpo di sua madre a bordo dell’Aquarius, l’hanno posato sul ponte di prua e l’hanno allineato accanto alle altre sette vittime di questa traversata. Quella notte, l’equipaggio della nave ha fatto fatica a chiudere occhio. Come addormentarsi su un cimitero che galleggia sul mare?

Non una sola riga sui giornali, l’indomani mattina, a proposito di questo macabro trasbordo.

Non un minuto di silenzio in segno di rispetto per le vittime, le loro famiglie e coloro che hanno fatto tutto il possibile per cercare di salvare queste vite. No, le polemiche e i dibattiti sulle ONG “firmatarie” e “non firmatarie” del Codice di Condotta, sulle ONG ormai sospette, se non “colpevoli” per essere intervenute a salvare delle vite, era al suo apice… Nella totale indifferenza per il destino di Christ e di Sarah. E per quello delle loro madri, e di un mare, il Mediterraneo, che in quest’estate 2017 ha dato e preso la vita, senza che voi lo sappiate.

8 corpi trasbordati a bordo della nave Aquarius di SOS MEDITERRANEE e MSF il 1/08/2017

TAG: europa, giornalismo, immigrazione, Libia, mediterraneo, ong
CAT: immigrazione

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