Una scatola farà condividere la propria auto con chi si vuole

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28 Giugno 2017

E’ possibile innovare un settore innovativo come il car sharing? Sì, secondo Y.Share, startup milanese nata all’interno della “Fabbrica di Imprese” e-Novia. Y.Share ha brevettato una formula che potrebbe modificare profondamente il concetto di condivisione dei trasporti. Una scatola di pochi centimetri cubi, messa all’interno del vano porta oggetti dell’auto e un’applicazione sul telefonino saranno sufficienti per condividere la propria auto personale con il vicino di casa o la flotta aziendale con una cerchia selezionata di persone. L’idea è semplice, permette di evitare lo scambio di chiavi di persona e non ha bisogno di installare centraline elettroniche sul veicolo. L’applicazione avrà due versioni, una per i privati come famiglie, gruppi di amici, coppie, vicini di casa e una per le imprese quali flotte aziendali, noleggiatori e trasporto merci.

La “scatola” è in realtà un dispositivo hi-tech leggero e di ridotte dimensioni, brevettato da Y.Share che consente l’apertura e la chiusura dell’auto attraverso il proprio smartphone. Il dispositivo custodisce la chiave del veicolo. Rispondendo a un segnale lanciato via app da un utente autorizzato dal proprietario dell’auto, la “scatola” è in grado di premere sulla chiave il pulsante di apertura delle portiere. L’utente preleva la chiave dalla box e può mettersi alla guida; una volta parcheggiato il mezzo, la ripone nella box Y.Share e chiude le portiere, nuovamente via smartphone.

La app è stata pensata dalla start up come cuore di una community: il proprietario decide chi includere nella condivisione, verifica e autorizza ogni accesso, e gli utenti possono visualizzare su una mappa dove si trova il veicolo e prenotarlo per l’orario desiderato.

«Stiamo ancora definendo il modello di business», spiega Stefano Bottelli, responsabile tecnologico di Y.Share. «Tra le opzioni che stiamo studiando c’è la vendita dell’hardware ai privati». E’ probabile, tuttavia, che la versione per utilizzo personale non preveda un costo per l’acquisizione dell’hardware (il box hi-tech) o che il prezzo sia tenuto volutamente molto basso «per abbattere le barriere di ingresso». È significativo notare come il box sia il principale oggetto di brevetto di Y.Share capace di trovare la soluzione per far aprire qualsiasi chiave d’auto, purché provvista di chiusura centralizzata: «il nostro sistema riesce a far funzionare le chiavi della prima auto con chiusura centralizzata, credo sia una Renault del 1982», dice con orgoglio Bottelli, «quanto ad aprire i veicoli di ultima generazione, quelli senza chiave a rilevazione di prossimità». Potere della sharing economy: pur trattandosi di un’apparecchiatura sofisticata, progettata e realizzata interamente in Italia e brevettata, la box sarà consegnata agli utenti in licenza gratuita o ad un costo irrisorio, che non riflette minimamente il valore reale dello strumento, né coprirà i costi di fabbricazione.

L’altra possibilità per ottenere ricavi sta nell’applicare «una commissione sulle transazioni economiche». Il sistema lascia infatti ampia libertà di scelta. Il proprietario può decidere se prestare gratuitamente il proprio mezzo, oppure far pagare un prezzo per l’utilizzo. «In questo caso». dice Bottelli, «prevediamo di trattenere una commissione, anche per coprire i costi di estensione delle garanzie assicurative che forniamo noi grazie a un accordo con una compagnia di assicurazioni». Se invece il mezzo viene condiviso senza uno scambio di denaro, l’applicazione avverte della mancanza di assicurazione, cosa che avviene normalmente in famiglia, ma potrebbe creare qualche problema nei casi di condivisione con persone terze.

Rispetto al prezzo che ciascun proprietario può richiedere, la startup è orientata a inserire un tetto massimo, variabile secondo le caratteristiche dell’auto e il tempo di utilizzo richiesto.

La data di lancio della versione consumer del dispositivo è fissata al 1° gennaio 2018, mentre sono già in corso in questi mesi i test su flotte aziendali. «Stiamo facendo una serie di progetti pilota con aziende, stiamo verificando tutto il flusso di dati e validando la soluzione».

L’idea di Y.Share si inserisce pienamente nella tendenza in atto tra i giovani abitanti delle grandi città che prediligono l’uso al possesso. È in particolare la generazione dei millennials ad avere forte connotazioni di mobilità sociale, lavorativa e, di conseguenza, geografica. Per i giovani tra i 20 e i 30 anni possedere un immobile o un’automobile spesso rappresenta un ostacolo alla rapidità di trasferimento e alla libertà di spostarsi con frequenza non solo da una città ad un’altra, ma spesso anche da un Paese all’altro. «La tendenza sta esplodendo», afferma ancora Bottelli, «dopo gli appartamenti con Airbnb, il settore dei mezzi privati è prossimo a subire cambiamenti radicali».

Non è un caso che Y.Share sia una tra le tante startup pronte a reinventare la mobilità locale in Europa. «Ci sono già oltre una dozzina di player che operano sul car sharing peer-to-peer, cioè tra privati” ricorda Bottelli. “Non siamo certo i primi, non stiamo inventando nulla, in tutto il continente centinaia di migliaia di veicoli vengono utilizzati ogni giorno in modalità sharing».

Però la soluzione trovata dalla startup milanese è di quelle interessanti. Anche perché risponde all’esigenza reale di sfruttare il parco auto esistente, soprattutto da parte dei privati. Secondo alcuni analisti e una serie di ricerche, tra cui quella fatta nel 2012 dalla Rac Foundation, un mezzo privato rimane parcheggiato mediamente il 95 per cento del tempo, vale a dire circa 22 ore al giorno.

Questi tra i motivi del successo di Y.Share, fondata nel dicembre 2016 da un gruppo di giovani ingegneri nell’ambito di e-Novia e in pochi mesi in grado di raccogliere entusiasmo e interesse attorno al progetto di car sharing facile e per tutti. Ne è conferma l’aumento di capitale concluso il 30 maggio scorso con l’ingresso di quattro nuovi investitori e una valutazione, da parte di un advisor indipendente, pari a circa 7 milioni di euro. La ricapitalizzazione è andata di pari passo con l’acquisizione di Drive2Go, startup che realizza tecnologie innovative al servizio della mobilità, e che va a rafforzare così il team di Y.Share, in cui oggi lavorano 10 persone a tempo pieno.

«Y.Share eleva a un nuovo livello il concetto di car sharing che sta alla base della mobilità urbana” commenta Vincenzo Russi, amministratore delegato di e-Novia, la “Fabbrica di Imprese” che ha generato Y.Share. “Con questo ulteriore asset, e-Novia rafforza la sua strategia nello urban sharing, arricchendo, con una nuova soluzione, il portfolio delle imprese dell’ecosistema di e-Novia che opereranno in questo settore».

TAG: car sharing, innovazione, sharing economy
CAT: Innovazione, Sharing economy

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