Elon Musk va a fondo? No, alcuni giornalisti non vanno a fondo

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15 Ottobre 2017

“sembra che per Elon Musk la situazione non sia delle più rosee visto che in Tesla sono arrivati centinaia di licenziamenti”

Molti di voi avranno letto una manciata di articoli dedicati ai recenti licenziamenti in casa Tesla.
Oggi basta scrivere le keywords tesla+Elon Musk+Auto Elettrica+Incentivi per indicizzare.
Aggiungi alla visibilità web un pizzico di partigiana testa petrolitica delle nostre penne, pardon, tastiere che gli anglosassoni definirebbero “petrolhead”.

Ma cosa c’è di strano? il nulla assoluto

Tesla è un’azienda sempre più grande che lavora in un settore altamente competitivo che non è solo quello dell’auto, ma quello dell’energia e della tecnologia: Auto, pannelli solari, sistemi di accumulo…Agli ingegneri come agli operai della linea di produzione sono richieste alte performance e molti sforzi, entrare a lavorare in Tesla non è semplice e prevede diversi passaggi e molto tempo di attesa.
Esattamente come accade in tutte le aziende tecnologiche.

La verità è questa:

sono tra 200 e 1000 i dipendenti licenziati. Ma sono oltre 2500 i posti aperti per le assunzioni, pari ad un incremento del 7,5% della forza lavoro

Senza andare troppo lontano, aziende competitive e che pretendono un’alto standard dai dipendenti, aziende che verificano che questi standard siano mantenuti nel tempo e dunque aziende che licenziano facilmente le abbiamo anche in Italia.
Se il giornalista fosse andato davvero a fondo, Tesla assume con volumi maggiori rispetto ai licenziamenti (si intenda, questo turno di licenziamenti è dovuto ad una Performance Review, che non accade frequentemente).
Dunque 2500 ricerche di posizioni lavorative, a fronte di qualche centinaio di licenziamenti (ufficialmente è stato indicato tra i 200 ed i 1000) è qualcosa più che normale per un’azienda che oggi conta 33.000 dipendenti in tutto il mondo e che continua ad assumere.

Anche in Italia, anzi perché non dare un’occhiata.
E’ proprio il caso di dirlo: tanto fumo per nulla. Anzi, per poche centinaia di click.

TAG: assunzioni, Elon Musk, licenziamenti, tesla, teslamotors
CAT: Inquinamento, lavoro dipendente

3 Commenti

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  1. marco-baudino 7 anni fa

    Daniele, grazie del solito intervento professionale di chi “conosce”. E va a fondo (per mantenere il giusto leit motive…) delle cose, dove oggi tirare conclusioni affrettate ma modaiole e di possibile gran cassa (concludi bene l’articolo proprio tu) e’ diventato uno sport. A cui vogliono giocare un po’ tutti, anche grandi nomi impegnati in discorsi durante celebrazioni di assegnazione lauree ad honorem, così come giornalisti o semplici ” haters” di turno.
    Lo sport qual’è? Centrare il fenomeno di turno, che sta sconvolgendo il mercato, vicino a vincere una partita qualche anno fa considerata “impossibile” , ma oggi sotto gli occhi di tutti: rappresentare la vera sola alternativa ad una economia del petrolio non + sostenibile, in crisi sia di valori (scandali a non finire… Il dieselgate e’ solo la punta, evidente, ma punta) sia economicamente (ormai questo vecchio sistema genera ricchezza solo dove già c’è, senza ridistribuirla e uccidendo la libera iniziativa).
    Ora basta una sola Tesla che si incendia (non per cause sue), un morto durante i test di guida automatica (le cause si sanno e lascio ai più di informarsi nei canali corretti), un unghia incarnita di un corpo forte grande in pieno sviluppo e totalmente sano, per dare contro al fenomeno.
    Bello sapere che così facendo non fanno altro che fare pubblicità al nuovo che avanza, al benchmark a cui tutte le case costruttrici di auto e di veicoli del mondo dovranno fare riferimento: TESLA! E’ già storia! Presente storia, alla faccia dei detrattori!!
    Forza, siamo sulla strada giusta!!! ;-)

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  2. fevdvelden 7 anni fa

    Effettivamente l’analisi di ogni situazione non può limitarsi alla mera esposizione di un evento; il gruppo industriale in questione, fondato nel 2003, è specializzato nella realizzazione di automobili elettriche, batterie agli ioni di litio per l’accumulo d’energia elettrica e pannelli foto-voltatici residenziali (questi ultimi prodotti da una compagnia sussidiaria).
    Avviata la fase di produzione di autovetture destinate a un mercato “ristretto”, il passaggio alla produzione in serie di nuovi modelli, destinati ad aree di mercato più ampie, richiede soluzioni dedicate, realizzate da collaboratori specialisti, in contesti dinamici provvisori ma necessari per garantire il corretto esercizio delle nuove realtà produttive a pieno regime.
    Produttori, consumatori e divulgatori possono essere favorevoli o meno alle tecnologie innovative; la scelta dipende da svariate motivazioni, eventualmente vincolate, anche indirettamente, a questioni economiche. Per tali ragioni la valutazione delle notizie non può prescindere da analisi più accurate degli scenari, necessarie per trarre conclusioni che non siano affrettate e/o semplicistiche.
    In merito all’articolo in oggetto è possibile approfondire le valutazioni iniziando a considerare i seguenti aspetti:
    – il gruppo industriale citato costituisce un elemento fortemente perturbante nell’attuale mercato automobilistico, in particolare se si considera che gli attuali autoveicoli elettrici prodotti possono soddisfare, senza difficoltà, le esigenze di percorrenza media giornaliera di gran parte degli automobilisti (si rimanda alle analisi specifiche reperibili su web);
    – i produttori di motori endotermici tradizionali sono interessati a mantenere in piena attività i propri stabilimenti;
    – i produttori di autoveicoli che acquistano i motori da fornitori terzi possono essere ben disposti ad adottare le nuove tecnologie, soprattutto se queste comportano la semplificazione dei sistemi di produzione, con conseguente riduzione dei costi;
    – i produttori di veicoli a motore endotermico, temendo la possibile concorrenza da parte del nuovo gruppo industriale, potrebbero essere costretti ad anticipare la produzione e la commercializzazione di autoveicoli elettrici per evitare di perdere considerevoli quote di mercato;
    – gli acquirenti possono orientare le proprie scelte in base alle esigenze pratiche ed economiche personali, eventualmente “forzate” da vincoli imposti dagli enti governativi;
    – gli organi d’informazione, sebbene agiscano in totale buona fede, enfatizzano le notizie per creare “curiosità”, ma non approfondiscono gli argomenti, per rispettare gli “spazi” disponibili e facilitare la lettura o l’ascolto di quanto divulgato; ne consegue che gran parte dei lettori / ascoltatori rischia di trarre conclusioni superficiali che potrebbero rivelarsi sfavorevoli rispetto alle proprie reali necessità.

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  3. marco-baudino 7 anni fa

    Complimenti sig. Fevdvelden, ha colto in pieno il punto. Intanto noi in Pianura Padana stiamo respirando con la maschera antigas… E i riscaldamenti degli edifici NON sono neanche accesi, in questo Ottobre fuori da ogni regola climatica… OPS, scoperta un’altra omertà di sistema????
    No, non credo che la popolazione sia fatta di soli indifferenti. La verità sta venendo a galla. E ci saranno delle belle sorprese. Grazie per il suo commento. MB

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