JONAS – IL CONO D’OMBRA

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11 Giugno 2017

La mensola del comodino proiettava sul letto dove Jonas era disteso un cono d’ombra, che investiva la metà sinistra della sua faccia, rendendo invisibile la parte destra del libro che stava leggendo, come ogni sera prima di addormentarsi. Non gli era mai piaciuto leggere a letto, gli pareva di sfruttare la letteratura per precipitare nel mondo dei sogni. Eppure, era questo che faceva da un paio di mesi, tutte le sere, da quando l’aveva incontrata.

Jonas aveva sempre detestato le abitudini: alzarsi sempre alla stessa ora, i rituali della colazione, il caffè e la spremuta quotidiana, il giornale fresco di stampa che veniva recapitato invariabilmente alle otto precise. Tutto questo gli avrebbe procurato, un tempo, un sordo malumore già di prima mattina.

Amava invece le libere associazioni, i frequenti cambi di abito, di atmosfera, di ritmo. Charlie Mingus, la Bretagna. Pioggia e sole, come un eterno adolescente. Ma da quando l’aveva conosciuta, qualcosa in lui era cambiato. Quasi senza accorgersi, la sua presenza aveva reso Jonas a poco a poco meno insofferente all’abitudine: un nuovo mutamento, forse, tra i tanti mutamenti.

La linea d’ombra – dicono – rappresenta il passaggio tra l’adolescenza e il mondo adulto; il cono d’ombra rappresenterebbe allora – forse – il passaggio tra il mondo adulto e quello post-adulto. Quel cono d’ombra che la mensola del comodino gli proiettava tutte le sere, invariabilmente, sul libro che stava leggendo.

Una parte soltanto, di tutti i libri che gli capitavano in mano, risultava di facile lettura: la parte sinistra. Il lato destro rimaneva oscuro, di complessa interpretazione, una nuova coscienza oscura, un inesplorato passaggio della sua esistenza.

Quella sera, come ogni sera, Jonas si adagiò placidamente sul letto, spense la luce centrale, accese l’abat-jour del comodino e aprì il libro che da poco aveva iniziato. Improvvisa, una nuova idea lo fece quasi sussultare: alzò gli occhi dal testo e piegò il capo, inquadrando – nell’angolo in fondo alla stanza – la lampada appena acquistata per la sua scrivania da lavoro.

E se… e se l’avesse applicata alla spalliera del letto, in modo da illuminare anche la parte destra del libro? Trattenne il respiro per qualche attimo, valutando attentamente il da farsi. Poi, lentamente, riabbassò lo sguardo, aggiustò il cuscino dietro la testa, puntò la sveglia – alle otto in punto, come ogni mattina da quando l’aveva incontrata – e riprese tranquillo la sua stentata lettura.

No, si disse, meglio di no. Non adesso, non stasera, almeno.

TAG: Joseph Conrad, Linea d'ombra
CAT: Letteratura

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