Da questa parte del mare: la multibiografia di Gianmaria Testa

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12 Maggio 2016

La Bellezza esiste/è un mistero svelato/un segreto evidente/la vita

Ci sono un sacco di modi per raccontare di un libro. Prendiamo Da questa parte del mare (Einaudi, con prefazione di Erri De Luca), il libro postumo dell’immenso Gianmaria Testa, chansonnier che ci ha lasciati troppo presto, a causa di un cancro. Potrei dirvi che questo zibaldone – raccolta di stralci di canzoni, di pensieri, di versi, di rivelazioni mai personali, bensì corali, collettive (“la tua diventa una multibiografia di persone e di luoghi, dove sei anche tu” scrive Erri De Luca) – è meraviglioso. Chi apprezza Testa come cantautore, chi ne conosce l’abilità narrativa ed espressiva, la sensibilità avvolgente, la premura per le piccole cose e i grandi sentimenti, apprezzerà anche questo volumetto che sta in una tasca. Il pensiero dominante, tra le pagine, è l’altro. Altro da intendere come umanità alla deriva, come sguardo volto al Sud del mondo e al destino del Mediterraneo, in particolare. Dei drammi del Mare Nostrum Gianmaria Testa discuteva già all’alba del duemila con Jean – Claude Izzo, giornalista e scrittore marsigliese, mentre la maggior parte dei media taceva e sottovalutava una bomba sociale che ci è esplosa tra le mani. “Il Mediterraneo, forse più di altri mari, riserva accoglienze pacifiche sulle sue sponde, spesso la sua voce è uno sciabordio mite, quasi un invito, una promessa di quiete a cui finalmente abbandonarsi. Sappiamo bene che non è così. I naufragi sono quotidiani, il conto delle vittime enorme quanto approssimativo. Qualche pescatore di Sicilia dice aver tirato su cadaveri disfatti nelle reti e di averli ributtati in mare per non avere grane” dice Gianmaria. E scrive della genesi di certi pezzi, della partecipazione, spesso decisiva, di sua moglie Paola, alla quale il libro è dedicato. Racconta della giovinezza, del concorso nelle ferrovie dello Stato, del ruolo della musica nella sua esistenza, del momento che ha rassegnato le dimissioni per imbracciare la chitarra a tempo pieno, dopo il successo crescente, prima in Francia e poi in Italia. Le parole, accurate e scintillanti, sono anche per i figli, per la madre, il padre, per le persone che incrocia.

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Potrei dirvi che Da questa parte del mare l’ho comprato pure per affetto. Sì, l’affetto che si prova per un artista che mi ha donato attimi già ben impressi nella memoria. Gianmaria Testa l’ho conosciuto. Era il 2013, mese di febbraio. Gianmaria cantava alla Galleria Toledo di Napoli e io ero là. Non era la prima volta che lo ascoltavo dal vivo. Era già successo a Sorrento. Ma quella sera alla Galleria, grazie alla testardaggine di un mio carissimo amico, io e il mio gruppo cenammo con Gianmaria da Nennella, una trattoria storica napoletana. A tavola, per timidezza, parlavo molto poco, ma ascoltavo. Starmene là, godermi gli aneddoti, le battute, i modi garbati di un uomo che diceva di sentire persistente la mancanza di Fabrizio De André, mi pareva l’unica cosa sensata da fare. Quando Gianmaria ci salutò sul calar della notte, piovosa, io e i miei amici eravamo come in trance. Che eccitazione! Certo, tutto ciò ha avvalorato la mia esperienza di lettura, a riconferma che non c’è alcun inganno: il libro rievoca il modo di essere dell’autore e vi arriverà dritto al cuore. Non c’è scampo, la Bellezza ci trova e ci travolge. Unica condizione: saperla riconoscere.

TAG: da questa parte del mare, Gianmaria Testa
CAT: Letteratura, Musica

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