La rivoluzione partenopea dell’ordine degli avvocati

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12 Luglio 2017

 

L’associazione forense nazionale Nuova Avvocatura Democratica ha tempo fa proposto una delibera riguardante la previdenza degli avvocati. La stessa è stata illustrata dall’avvocato Salvatore Lucignano, esponente del gruppo di dirigenza di NAD, ed è stata approvata – con 152 votazioni a favore e 2 contrarie e 8 membri astenuti – dopo una lunga analisi svolta durante le due riunioni dell’assemblea dell’Ordine degli Avvocati di Napoli tenutesi il 3 ed il 4 luglio presso il Palazzo di Giustizia di Napoli.

L’assemblea, convocata con e richiesta da 1400 firme dei membri iscritti all’Ordine, raccolte da NAD, ha posto il problema della previdenza forense come un problema politico a livello nazionale, difatti, visti gli esiti della votazione, non è da escludere che venga al più presto presentato un programma di riforma presso l’organo nazionale della Cassa Forense, per ottenere dei criteri di attribuzione più conformi ai principi di giustizia e costituzionali.

Ciò che NAD propone, con questa delibera, è sostanzialmente l’abolizione dei valori minimi contributivi sul fondo previdenza prescindenti dal reddito, in favore di somme depositate più proporzionali alla fascia redditizia del singolo avvocato contribuente, in linea con quanto sancito dagli artt. 23 e 53 della Costituzione Italiana.

E’ significativo, relativamente alla questione, constatare che l’urgenza dei provvedimenti è stata sottolineata anche dall’approvazione di un’altra delibera, che tuttavia, seppur muovendosi in direzione simile a quella di NAD e presentata personalmente dal Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, non ha riscosso molto successo e ha raccolto solo qualche manciata di voti, forse per la mancanza di una direttiva precisa; infatti, riafferma la necessità di una modifica del sistema previdenziale, ma non include una proposta concreta.

A rilevare il paradosso della giustizia italiana, costantemente divisa tra gli interessi di chi è in condizioni di dettare legge e la difficoltà a vedersi retribuiti con equità, non solo economicamente, di chi invece le leggi le subisce, sono oggi gli avvocati, in particolare quelli partenopei, che con l’approvazione della delibera di NAD hanno acceso i riflettori su una problematica reale e deleteria e, si spera, hanno dato il via ad un importante processo di risoluzione.

TAG: avvocati, monica mandico, rivoluzione
CAT: Liberi professionisti, Napoli

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