Una Vespa tra le lobby gay

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6 Ottobre 2015

Bruno Vespa è il riconoscibilissimo signore nella foto e ha aperto la sua trasmissione di questa sera dicendo:

“i gay seri sono preoccupati per quello che è successo”
Io penso che la frase di Vespa non sia accettabile in un Paese civile.

Perchè. Se esistesse veramente una ‘lobby gay’, da tempo ci sarebbe una legge sui matrimoni e una seria per combattere le discriminazioni omofobe, come ogni Paese civile, e dunque non staremmo qui ogni giorno a leggere di contrattazioni umilianti con Giovanardi e Alfano sul nostro non essere in grado di realizzare la nostra vita come tutti gli altri.

E poi chi sono «i gay seri» per Vespa? Quelli che subiscono in silenzio angherie e violenze? Quelli che parlano di «castità» e poi frequentano senza imbarazzi le peggiori dark room in giro per l’Italia? O quelli che, stanchi e soli, preferiscono il suicidio ad una vita che non è più tale?

Sostanzialmente la corretta informazione è incompatibile con Vespa, un pò come quel lerciume di serata con la presenza dei Casamonica (cliccate qui per leggere).

Continuo a sostenere che  esiste una continua ipocrisia culturale, il buio, il velo nero con cui l’Italia ha sempre vissuto ogni cosa che si discostava dalla Sacra famiglia (come scrivevo qui, cliccate).

E allora negare. Negare sempre. Negare il tradimento, negare l’omosessualità, negare matrimoni in crisi, nascondere una ragazza madre. Tanto ci pensano altre lobby, no?

 

 

TAG: bruno vespa, porta a porta, sinodo, Unioni Civili
CAT: Media

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