Guarda in che condizioni stanno i centri vaccinali di Milano

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20 Febbraio 2018

Tutto ha avuto inizio davanti alla Regione Lombardia, il 20 dicembre 2017, quando l’infermiere professionale Vincenzo De Martino, accompagnato da assistenti sanitari, ha iniziato a raccontarmi le condizioni di lavoro all’interno di alcuni dei distretti sanitari di Milano.

Vincenzo è il rappresentante della Fials, un piccolo sindacato.

Dopo quella intervista decido di visitare alcuni Centri vaccinali a Milano. Ne scelgo tre: la Asst di Via Brenta (vicino corso Lodi) la Asst di Piazzale Bande Nere , Distretto 5, e la Asst di Via Boifava. Mi vengono indicate come quelle più critiche.

Comincio questo giro e trovo innanzitutto lunghe file. Prevalentemente sono mamme e papà con i loro bambini ancora neonati che vanno a far vaccinare i figli. Trovo però anche molto malcontento tra il personale e in alcuni casi strutture insufficienti e fatiscenti, non in grado di sostenere la domanda. Quella che fa più impressione, da fuori, è in Via Boifava.

Quella che invece registra le criticità maggiori è il distretto 5. Dove posso, senza violare la riservatezza degli utenti, faccio qualche scatto. In una struttura mi prodigo nel chiedere a che servono alcune attrezzature. Il personale, che non mi conosce, gentilmente mi risponde. Si respira tuttavia un’aria gravida di tensione. Ecco cosa ho trovato.

Asst, Distretto 5 di Milano. Piazza Bande Nere. Centro vaccini. Rifiuti speciali (contenitori dentro cui si trovano  siringhe, tra gli altri) lasciati all’interno di un bagno disabili.

Stesso distretto: al suo interno anche il “frigorifero”, dove sono contenuti i vaccini, privo del “cronografo” che ne registra tutte le oscillazioni di temperatura che invece per legge dovrebbe sempre esserci. Mi viene spiegato che un organo come la magistratura può farne uso di questo materiale nel momento in cui si apra un’inchiesta.

A ridosso del personale che lavora allo sportello accettazioni, una parte dell’archivio e delle cartelle mediche chiuse dentro gli scatoloni.

(Distretto 5, Piazzale Bande Nere Milano)

Asst di Via Brenta, Distretto 4. Anche qui lo spazio per lo smaltimento dei rifiuti speciali è esiguo. Sono lasciati in corridoio. A due metri dalla macchinetta che distribuisce le bevande e proprio davanti la sala in cui i medici procedono con le vaccinazioni. La sala dentro cui si effettuano è esigua. “Quando a Novembre e Dicembre abbiamo avuto il picco di visite, alcuni pazienti li abbiamo fatti sdraiare per terra”. Non scatto foto: lo spazio é cosi stretto che non passerebbe inosservato il mio cellulare.

Asst di Via Boifava, sempre a Milano. È ubicata al numero 25. Quando arrivo, non riesco a trovarla. Non si trova sulla strada, dove giungo in moto, ma su di un piano rialzato percorribile solo dopo aver fatto delle scale. Immaginatevi le coppie che arrivano con i passeggini. L’area sembra “disabitata” anche se si trova accanto ad un palazzone popolare; obsoleto e brutto, tanto quanto lo è l’ingresso del centro vaccini. Anonima e grigia. Qui entro e trovo meno gente: più brutta da fuori, la struttura, meno invece dentro. Ci sono persone ma non è sovraffollata e il personale che incontro mi dice che l’ Unità deve essere ristrutturata; ma non ha i problemi di altri Centri.

Comune a tutti invece è la rabbia delle assistenti sanitarie. Sono quelle che hanno patito il cambio da Ast in Asst. Sul piano salariale prima di tutto. In media guadagnano da 100 a 120 euro in meno al mese. Questo a seguito di una decurtazione provocata da una diversa forma di remunerazione che esclude un fondo che in Ast garantiva maggiore liquidità. In più hanno visto triplicata la mole di lavoro. Dopo l’applicazione della legge sui vaccini, tra Ottobre e dicembre il caos che si è  generato nel continuo mutare di direttive che, ora dichiaravano non responsabile la Asst delle vaccinazioni dei bambini da 0 a 3 anni e ora dicevano il loro contrario, ha creato un pandemonio. Tra le famiglie e tra gli operatori. Centinaia di persone in fila, centinaia di mail, le persone da vaccinare, le norme che cambiavano di continuo. Da impazzire. In Via Brenta così come in Piazza Bande Nere le sento tutte solidali, le assistenti sanitarie.  Solidali e incazzate. Incazzate soprattutto perché a loro quando è stato comunicato il cambio di mansioni e di direzione, non è stato comunicato a quante competenze in più  avrebbero dovuto ottemperare. Soprattutto non era stato spiegato che sarebbe accaduto senza la necessaria chiarezza.

Ecco cosa dichiara il Ministro Beatrice Lorenzin, a Milano per sostenere il candidato Angelo Capelli di Civica Popolare, a proposito della questione sui Centri vaccinali in Lombardia.

 

 

TAG: Centri vaccini, milano
CAT: Milano

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