Massimo, barista: “Non ne posso più di essere precario a vita”

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26 Gennaio 2018

Massimo Oddo, anni 46. Sposato e padre di famiglia. Lavora come barista da quando ha 16 anni. Approdato al bar della Regione Lombardia grazie alla chiamata della società interinale Manpower, dopo l’appalto vinto da Elior Ristorazione. È assunto ogni lunedì e licenziato ogni venerdì.  Pagato 7,50 euro l’ora per tre ore e mezza di lavoro al giorno. Grazie agli “straordinari” del Consiglio Regionale che riunisce la sua assemblea una volta la settimana il suo salario arriva a 700 euro al mese. Adesso però l’assemblea consiliare non c’è. E così pochi giorni fa – dopo la sua prima intervista che mi ha rilasciato appena dopo le festività  natalizie – è stato chiamato direttamente dalla società  appaltatrice  per l’ennesimo rinnovo contrattuale. Stavolta, di un mese. Massimo però ha rifiutato. La busta paga – senza le ore di straordinario pagate grazie alle 12 ore di consiglio regionale che in Lombardia si tiene ogni martedì,  avrebbe visto la sua paga scendere a 520 Euro al mese. Detratte però dalla busta gli 85 centesimi giornalieri per il pasto. Totale: Venti euro di meno. Quindi busta ancora più  leggera. 500 Euro in totale. “Prezzo equo – dice – e capisco le esigenze delle aziende. Venti euro su una busta paga di 520 è quasi il 5% in meno e alla fine pesa.” Nell’intervista motiva anche il perché del suo no: “Lavoro da settembre in questa struttura – il Consiglio Regionale – e da trenta anni faccio questo lavoro: non si può restare perennemente precari”.

Nella lucida conversazione che attraversa il nostro tempo gli ho chiesto di fare un appello ai due candidati governatori.  Ecco le sue parole

TAG: Elior Ristorazione, Lavoro, manpower, precarietà, regione Lombardia
CAT: Milano

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