Metalmeccanici e futuro: più sicurezza significa più ricchezza

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15 Marzo 2018

Cinque morti. Uomini che hanno salutato le loro compagne, le loro mogli, le loro madri, la mattina prima di andare a lavorare e sono tornati dentro una bara. La chiamano concorrenza, produttività, globalizzazione, modernità. Il risvolto della stessa medaglia si chiama: morte. Deceduti a causa di un tornio. Morti a causa di veleni che hanno tolto loro il respiro.

Non c’è più il comunismo. Ci sono ancora (poche) fabbriche. Dove si crepa soltanto per aver fatto il proprio dovere. E dove chi si sente male viene aiutato dal compagno di reparto. Che per salvarti ci lascia anche lui la pelle.

È accaduto in Lamina a Milano. Anno del Signore 2018. Cinquant’anni fa ondate di indignazione avrebbero portato alla rivolta. A oceaniche manifestazione di piazza. Oggi al massimo è una breve sul giornale o un servizio sul tg, tra uno spot ed un altro. Quei pochi che ancora credono nel diritto alla dignità del lavoro, sono relegati marginalmente dentro i sindacati. La cui voce si è affievolita con il tempo. Diventando parte del rumore di sottofondo di una complessità sociale incapace di un umanesimo almeno residuale, lì dove nulla conta di più dell’unico Dio universalmente riconosciuto: il danaro.

Per questo Fim Cisl Fiom Cigl e Uilm, le tre sigle sindacali metalmeccanici, si sono incontrati a Milano nella sede della Cisl, in un contesto apparentemente carbonaro, dove il dolore e la marginalità sono diventati quasi un uggioso sentimento di cui parlare. Una sorta di fastidiosa malattia del sistema che, ribellandosi all’annichilimento generale delle menti dei più, che al voto ci vanno per avere qualcosa in cambio, non per esercitare il suffragio universale come una conquista di libertà intellettuale e morale, sono costretti a parlare con voce strozzata. Vittime della vox populi: “Ma chi sono questi rompicoglioni che parlano di lavoro e morte?”. Bisogna Pensare positivo. Cos’è questa negatività? È in mezzo a questa miseria intellettuale che deve divincolarsi chi ancora crede nel sindacato come luogo di esercizio dei diritti individuali che nessun moderno capitalismo ha il diritto di calpestare. Perché non si può  tornare in una bara per aver fatto il proprio lavoro.

Per questo la campagna di assemblee di sicurezza sui posti di lavoro, cinquanta le aziende coinvolte, voluta dalle organizzazioni metalmeccanici della Triplice sindacale  chiede più RLS (rappresentanti lavoratori per la sicurezza) affinché  vengano aumentati e resi individuabili all’interno dell’azienda. Tutto questo perché passi un concetto: investire sulla sicurezza è investire sull’incremento produttivo e su di una solidità aziendale. I numeri come sempre parlano meglio di qualunque cosa: in Lombardia nel 2017 nella sola industria sono stati registrati 27.395 infortuni  su un totale di 117.757, in aumento del 2,65% rispetto al 2016. La campagna straordinaria di assemblee sulla sicurezza si chiuderà lunedì 19 Marzo alle 9 presso l’aula Magna dell’università Bicocca con l’arrivo di oltre mille delegati Rsu e Rls.

Abbiamo sentito Andrea Donegà Segretario Generale della FIM Cisl Lombardia

 

TAG: #sindacati, FIM CISL, Fiom Cgil, infortuni sul lavoro, Uilm
CAT: Milano

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