‘Milano addio, il mio sogno si è spezzato’, il pm Pellicano se ne va

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27 Giugno 2017

“La vicenda Bruti/ Robledo mi ha profondamente segnato. Nonostante non fossi più giovanissimo, mi ha strappato dal mio mondo sognante. Avevo sempre coltivato un’ingenua e consolatoria idea di ‘diversità‘ della magistratura, che è stata spazzata via in pochi mesi. Lascio un Ufficio che mi piace meno di quello che avevo incontrato nel 2001; sarà il mio modo invecchiato di avvertire le cose “. Questa lettera è stata scritta e inviata ai suoi colleghi dal pm Roberto Pellicano, autore di indagini di rilievo in tema di finanza e pubblica amministrazione,  prima di lasciare la Procura di Milano per quella di Cremona che guiderà. E’ un documento importante perché racconta il punto di vista sugli ultimi anni e su quello che è ora la Procura di un magistrato che abbiamo avuto modo di apprezzare per la sua autonomia di pensiero, oltre che per la rara gentilezza.

“Impossibile non provare un sentimento di profonda gratitudine e riconoscenza verso un Ufficio che mi ha insegnato gran parte di ciò che so, sul piano umano, prima che su quello professionale”, riconosce Pellicano nel rivolgere un saluto “al mio Ufficio, dotato di uno spirito e di una cultura non meno definiti di quelli individuali”. Nel commiato si fa più viva l’amarezza per la vicenda Bruti – Robledo appena temperata dal pensiero che forse è meglio aver perduto l’innocenza “perché idealizzare il fine del proprio lavoro può menomare il giusto approccio professionale”. Pellicano faceva parte del pool guidato da Alfredo Robledo che lamentò pesanti intromissioni per non far svolgere le indagini su Expo.  “Continuerò comunque a fare ogni sforzo per respingere l’idea nichilistica, spesso conveniente, secondo la quale una decisione vale l’altra, e non invece che ve ne sia una sola da ricercare, quale giuricamente corretta”, è l’ultima promessa di Pellicano prima di chiudere la porta e possiamo sentire il suo grande sollievo. 

Manuela D’Alessandro

TAG: #milano, milano, Roberto Pellicanò
CAT: Milano

Un commento

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  1. beniamino-tiburzio 7 anni fa

    Siamo alle solite. Un magistrato ritiene di cambiare aria perché quella che respira non gli piace più. Ed eccoti che ritornano le stucchevoli considerazioni sui buoni, sui cattivi, quelli così così. Ed eccoti qualche tifoso che pure gli liscia il pelo. Il mondo non solo è pieno di gente che sussume e presume di essere il buono che deve redimere il genere umano, ma vuole anche dare a bere. Nessuno di noi è necessario, essere indispensabili poi…….

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