Umberto Ambrosoli e Mario Melazzini ultimo giorno in Regione Lombardia

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25 Ottobre 2016

Umberto Ambrosoli (Patto Civico) e Mario Melazzini(Ncd/Area popolare) lasciano il Pirellone. Il primo destinazione Bpm Spa, il secondo invece già  operativo all’Aifa (l’Agenzia Italiana del farmaco)

Due momenti di alta politica oggi in Consiglio. Melazzini ha, con voce flebile, raccontato cosa significa lavorare quando si soffre di una malattia come la sua ( Melazzini è malato di Sla, Sclerosi laterale amiotrofica) incalzato tuttavia dai 5 stelle che gli hanno chiesto conto delle indennità  e dei rimborsi forfettari per i lavori d’aula, incassati malgrado fosse operativo già in altra sede e  dopo aver presentato documenti in cui si segnalava lo stato di impossibilità  fisica ad essere presente per motivi di salute, mentre contemporaneamente risultava presente negli uffici Aifa. “Nessuna speculazione sulla sua malattia, ha dichiarato il capogruppo Cinque Stelle Stefano Buffagni, abbiamo solo chiesto chiarimenti”. Melazzini ha restituito le indennità  incassate nei giorni di assenza, invocando tuttavia maggiore prudenza nell’accusare le persone, perché chi la pensa diversamente da te non è  un nemico, ma un avversario politico. Non auguro a nessuno di vivere quello che è  capitato a me”, ha detto ancora Melazzini immobilizzato in sedia a rotelle da anni.

Infine sono giunte le dimissioni anche di Ambrosoli che nel salutare i colleghi di Patto Civico, al momento del suo congedo rivolgendosi a Roberto Bruni, collega avvocato e compagno di mille battaglie, si è commosso.

“Apprezziamo questi gesti e salutiamo due uomini valorosi”, ha detto il capogruppo di Forza Italia Pedrazzini .

Apprezzamenti anche da Lega e Pd. Contrari alle dimissioni di Ambrosoli i cinque stelle per cui “non si lascia un incarico quando è  stato formalizzato un accordo con gli elettori” e favorevoli invece alle dimissioni di Melazzini “per coerenza”, (Melazzini ha chiesto di votare subito per le sue dimissioni da Consigliere,  in deroga alla prassi che di solito prevede vengano respinte per dare al dimissionario facoltà  di ripensarci) dicono rivolti ad un uomo che avendo scelto altro incarico lì  non poteva più restarci

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CAT: Milano

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