Roma e il modello Expo: riprendetevi Tronca e dateci le primarie milanesi

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4 Febbraio 2016

Doveva essere una Roma sul modello Milano, una città che risorgeva dopo l’inchiesta Mafia Capitale e la traumatica esperienza di Ignazio Marino, allontanato in maniera quasi brutale dalle dimissioni di massa dei consiglieri Pd. Invece, fallito il Giubileo, del “modello Expo”, promesso dal premier Matteo Renzi, prefetto Tronca a parte, tutto rimane fuorchè la vitalità e la speranza. A Milano, fra colpi bassi, accuse reciproche e proposte ambiziose, i candidati delle primarie di centrosinistra si confrontano sulle idee, a Roma, invece, Roberto Giachetti e Roberto Morassut, i due principali antagonisti, passano il tempo a farsi i complimenti a vicenda, senza discutere di nulla.

Da una parte la sfida per vincere verte sui progetti e sul futuro della città. Dall’altra ci si misura esclusivamente nel perimetro della lealtà al partito, (ossia  Renzi), fra quelle correnti, che Matteo Orfini non è riuscito a governare, posizionamenti strategici e trattative sottobanco “dettate esclusivamente dal timore di precludersi un futuro politico con qualche mossa o dichiarazione sbagliata”. A Milano Majorino punta molto sul reddito minimo comunale, la Balzani non demorde sull’idea del ticket gratuito per i bus e Sala spera che a prevalere sia il suo piglio manageriale. A Roma, Morassut si preoccupa di rassicurare Renzi che la sua non è una candidatura “contro” e condivide sul suo profilo Facebook i video del suo rivale, mentre Giachetti chiede alla fabbrica Gentilini se farà dei biscotti speciali per le Olimpiadi 2024, come è scritto sul report della giornata passata dall’ex radicale nel IV Municipio, dove accanto agli interventi dei cittadini, la richiesta avanzata all’azienda dolciaria è di fatto l’unica proposta concreta.

Ad oggi, nessuno sa quale sia il programma dei singoli candidati e quali intenzioni effettive abbiano su temi fondamentali come l’urbanistica, il sociale, l’emergenza casa o il patrimonio pubblico. E il risultato è sotto gli occhi di tutti: la scena è interamente occupata dai provvedimenti del prefetto Tronca (l’ultimo caso è quello dell’Affittopoli degli spazi pubblici già portato alla luce da Ignazio Marino, ma ripescato ad hoc nel giorno in cui i camion bar tornano a San Pietro), senza che nessuno dei due sfidanti, osi mettere indiscussione l’operato del commissario, “che praticamente non può essere criticato pubblicamente”, come racconta chi vive la sfida dall’interno.

Non è un caso che la stessa campagna di finanziamento di Giachetti stenti a decollare: dei 30 mila euro previsti, finora sono stati raccolti solo 1390 euro da 21 persone, che, come il vignettista Sergio Staino, in alcuni casi, nemmeno sono di Roma. Morassut, invece, giocando d’anticipo, ha scelto come slogan #Euro0, come quei veicoli inquinanti che non possono circolare nella fascia verde nei giorni di blocco del traffico. In un clima così ovattato, l’interesse, al di là degli addetti ai lavori, è pari allo zero e la città con i suoi problemi è distante anni luce dal confronto. A Milano con le primarie si tenta di costruire un futuro migliore. A Roma, ci si accontenta che vinca Roberto.

TAG: beppe sala, francesca balzani, matteo orfini, Matteo Renzi, pier francesco majorino, roberto morassut
CAT: Milano, Roma

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