Non gioco più, me ne vado

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23 Novembre 2016

Ci risiamo.

La disgraziata campagna referendaria che sta (grazie a Dio) volgendo al termine è cominciata male e sta finendo peggio.

E’ iniziata con il Presidente del Consiglio che ha provato a distorcere il referendum, trasformandolo in un plebiscito su sé stesso con la stentorea minaccia: “se vince il no mi dimetto, anzi: lascio la politica” (bum!)

E’ continuata con una goffa marcia indietro, suggerita a Renzi dai suoi costosi consulenti stranieri quando è stato evidente che la sua boutade era un boomerang lanciato in aria: la prospettiva della sua uscita dalla scena politica stava catalizzando sul no tutte le insoddisfazioni, le frustrazioni e la rabbia degli elettori italiani. “Si vota sulla Costituzione, non sul governo: su quello si voterà nel 2018”, hanno corretto il tiro tutti i sostenitori del e, per un momento, si è sperato che il dibattito referendario prendesse un corso più ragionevole…

A pochi giorni dal voto, però, i sondaggi non sorridono al Segretario del Pd che, per bocca del suo vice, sgancia il nuovo ordigno finedimondo: “se vince il no si andrà al voto anticipato”.

Di punto in bianco, coloro che accusavano il fronte del no di irresponsabilità (additando i rischi di instabilità politica, di risalita degli spread, di rovina e di catastrofe per il Paese) si giocano la carta di un ritorno alle urne “al buio” di un sistema elettorale demenziale (al momento sono in vigore l’ipermaggioritario Italicum per la Camera e il proporzionale Consultelllum al Senato), per spaventare gli elettori e indurli a scongiurare il pericolo votando .

Per fortuna, però, si tratta di una bomba con la miccia bagnata: è evidente che, se il governo si dimettesse in seguito alla vittoria del no, il Presidente Mattarella potrebbe reincaricare lo stesso Renzi, o chiedere a un altro esponente dell’attuale maggioranza di guidare il Paese fino alla fine naturale della legislatura: con quali argomenti il Segretario del Pd potrebbe sottrarre il proprio partito a questa responsabilità?

Duole dirlo, ma il nostro premier si comporta sempre più come quel bambino dispettoso che spesso ama citare, pronto a portare via il pallone quando perde la partita. Meno male che il pallone non è nelle sue mani, ma in quelle del Capo dello Stato: perciò possiamo stare sereni e votare sulla base del nostro giudizio della riforma costituzionale, senza lasciarci condizionare da timori infondati. La partita non finisce, chiunque sia a segnare il prossimo goal: e, se qualche giocatore sceglie di lasciare il campo, ci sarà ben qualcuno in grado di sostituirlo

 

 

 

 

 

TAG: elezioni, Matteo Renzi, Pd, politica, referendum
CAT: Partiti e politici

3 Commenti

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  1. giorgio-cannella 7 anni fa

    Ecco i miei due contributi sul referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. Buona lettura. http://giorgiocannella.com/index.php/2016/06/03/referendum-costituzionale-italiano-ottobre-2016/ http://giorgiocannella.com/index.php/2016/10/29/referendum-4-dicembre-2016-parte-seconda/

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  2. vincesko 7 anni fa

    In grado di sostituirlo, e che farebbe sicuramente meglio di un politico mediocre contaballe seriale votato da nessuno e che fa spesso cose opposte al programma elettorale tradendo così il mandato elettorale.

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  3. evoque 7 anni fa

    Ma certo! Sostituiamolo con un Di Maio! Sì, proprio quello lì che si è autoproclamato pdc e che dunque pretende di saper governare questo Paese – un Paese di 60 milioni di persone – mentre non è stato in grado di trovarsi un lavoro prima della lotteria e neppure di raggiungere una laurea. Nonostante la nullafacenza. Massì. Dimostriamo di essere ancora più cretini di quel che generalmente mostriamo di essere. P.S. Silvia Bianchi, lo sa che Putin sta finanziando, in nero ovviamente, i partiti populisti dell’Europa occidentale?

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