Una storia “disonesta”

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20 Maggio 2017

La storia è presto raccontata: due giornalisti, Mattia Feltri e Marco Travaglio, vedono in maniera diversa la stessa vicenda.

Uno dei due, Marco Travaglio, invece di invocare come motivo della divergenza, com’è naturale, una diversa visione delle cose, preferisce accusare l’altro di pensarla diversamente da lui perché, diversamente da lui,  è asservito al potente di turno:
“Non si fa prima a dire subito che le intercettazioni sgradite a Renzi sono brutte e quelle gradite a Renzi sono belle?”

Feltri reagisce immediatamente : dopo avere rianalizzato il merito della questione, risponde sul “metodo” utilizzato dal collega:

La storia è esemplare di un certo modo di affrontare i temi della politica che mi appare sempre più deprimente e che va diffondendosi.
Importante, per molti,  non è affrontare il merito delle questioni ( nel caso in questione la liceità della pubblicazione di una intercettazione) ma classificare chiunque la pensi diversamente secondo una logica di schieramento.
( “La pensi così ? Non puoi che essere renziano, salviniano, grillino ecc.
Guarda me, piuttosto, che sono la Via, la Verità e la Vita…”  ).

Chiudo con le parole del ritornello di una vecchia canzone di Stefano Rosso:
“Questa, amici miei, è una storia disonesta
e puoi cambiarci i personaggi ma
quanta politica ci puoi trovar…”

 

TAG: marco travaglio, Mattia Feltri, politica
CAT: Partiti e politici

Un commento

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  1. marco-baudino 7 anni fa

    No comment. E intanto l’Italia affonda, tra le polemiche, senza applicare regole e soprattutto progetti x risolvere la soluzione. Risolverla, appunto, con progetti di economia circolare e la applicazione di soluzioni che ci sono, capaci di poter ricreare le condizioni per un nuovo rinascimento italiano. I buono progetti ci sono e sarebbero a disposizione di una politica che non essendo in pace con sé stessa, non riesce a creare quelle condizioni, politiche appunto, per facilitare l’introduzione di questi progetti.
    Che centra, si penserà. Centra perché siamo qui a sentire e leggere cazzate di italiani gli uni contro gli altri, divisi da una classe politica che gioca a dividere, con i giornalisti che ci stanno a fomentare le divisioni. Pro domo di chi? Non saprei, difficile comprendere il disegno. Sta di fatto che i progetti giusti da fare sono trasversali, indipendenti dai partiti, buoni solo per essere applicati. Proviamo a lavorare sui progetti che risolvono i problemi? E per una volta con concordia e partecipazione? Chissenefrega di Renzi-Salvini-Grillo e compagnia se non lavorano sui progetti. FACCIAMO ciò che e’ giusto, a prescindere, anche dai giornalisti.

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