La scienza e la ragione lo sanno: il grillino si estinguerà

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19 Settembre 2016

Metti 163 persone sconosciute e diverse tra loro in due «stanzoni» – uno è la Camera uno il Senato – senza una storia comune, nè una passione veramente condivisa, senza la minima prova ch’esse siano politicamente, sentimentalmente, intellettualmente compatibili, agitale bene, freneticamente, come l’allegra brigata ha il tutto il dono di meritare, lascia che il complesso e vorticoso intreccio si sedimenti, che la centrifuga si plachi e riponga a terra tutte le sue istanze. Bene, a quel punto il più spericolato esperimento scientifico mai provato in laboratorio, e iniziato nel lontano 2013, avrà termine e sarai pronto a tirare le prime, terribili, conclusioni. Nel corso del mondo, ovviamente sotto forme diverse, questo esperimento è già stato tentato e ha sempre dato il medesimo risultato. Nessun agglomerato umano, nè tantomeno animale, prelevato a casaccio dalla vita corrente o dalla foresta, è mai riuscito a creare una stabile organizzazione sociale, una forma di vita con tanto di regole e indirizzi, uno stare insieme produttivo che sulla media-lunga distanza si è stabilizzato e ha cominciato a sfornare un bilancio col segno più. Perchè dovrebbe fare eccezione il Movimento 5 Stelle?

Quello che è accaduto al comune di Roma ha il pregio di essere paradigmatico di una condizione antropologica, prima ancora che politica. È la summa di ogni teoria sull’argomento, che identifica nell’avvicinamento al Potere il punto iniziale di un disgregamento collettivo e umano, che manda in frantumi quell’apparenza sentimentale che sino a quel momento aveva tenuto insieme persone così diverse sotto la voce «Onestà», ma che avrebbe potuto definirsi anche con la parola «Amore» (fu così per il programma politico di Cicciolina), oppure «Onore» e insieme «Rispetto» di stampo vagamente destroide, o anche «Giustizia» volendola declinare su temi più garantisti e per questo più complessi e difficili. Ma qual è quella comunità, creata solo con una bolla internettiana, che si presenta all’appuntamento con la storia con le carte in regola per segnarne le tappe, qual è quell’armata brancaleone che parte sbrindellata e finisce duca di York e, di grazia, per quale misteriosa ragione quei centossentatrè “occasionali” dovevano avere il dono delle relazioni sociali più di quanto possa accadere in società che invece si sono organizzate proprio attraverso studi comuni, storie condivise, progetti aziendali ben definiti?

Che finisse in vacca, parzialmente in vacca ma ancora con ottime possibilità di mandare all’aria tutto, non poteva essere solo un sospetto scientifico. Doveva almeno, tra persone ragionevoli, rappresentare una possibilità politica. Perche il punto è esattamente politico: se sei privo di una storia, di un’istanza condivisa, di sentimenti collettivi, hai il dovere primario di organizzare perfettamente la tua burocrazia. Che è poi mettere in sicurezza i comportamenti pubblici attraverso una buona organizzazione sociale interna. Solo così il tuo elettorato potrà “tollerare” gli sgambetti, le miserie, le invidie, i colpi bassi, riconducendole a un certo (vecchio) modo di far politica. Ma se quel modo di far politica lo hai contestato sin dalla nascita del Movimento, rifiutandolo in radice, e oggi invece ne riproduci perfettamente le dinamiche, chi ti amava oggi si fa (almeno) qualche domanda. Chi si faceva qualche domanda, se ne fa mille in più. Chi aveva dei dubbi oggi ha solo certezze.

Dell’impossibilià dello stare insieme. Il dramma è rivelarsi non meno peggio degli altri, almeno in termini di luminosità dei rapporti. Esce in questi giorni un libricino che naturalmente mette in luce la povertà sentimentale del Movimento, attraverso lo scontro finale tra Beppe Grillo e un Casaleggio sul punto di lasciare la vita. Lo hanno scritto due giovanotti che a vario titolo nel Movimento c’erano e che per vicende diverse ne sono usciti. Vendute dai giornali come rivelazioni straordinarie, le anticipazioni apparse non aggiungono nulla all’ineleganza che il buon cuore dei grillini ha già inteso mostrare in tutte le sue pieghe grazie ai memorabili casini del comune di Roma. Dunque un libro sostanzialmente inutile, perchè paradossalmente tardivo. Nel suo «Vite di uomini non illustri», Peppo Pontiggia raccontò diciotto anonime biografie con il vezzo di renderle vive e tormentate. Queste centossessantrè di oggi probabilmente gli parrebbero immeritevoli d’attenzione.

TAG: beppe grillo, casaleggio, movimento 5 stelle, movimento cinque stelle, Roma
CAT: Partiti e politici, Roma

7 Commenti

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  1. evoque 8 anni fa

    Ho seguito e simpatizzato per il M5s sin dalla sua nascita – ottobre 2009 – l’ho votato alle regionali lombarde del 2010. Le parole onestà e amore avevano un senso agli albori, quando tutto era, in teoria, bello e luminoso. Dopo di che, diciamo dal 2011, fine 2011, con la progressiva dissoluzione della destra berlusconiano-bossiana, l’approssimarsi della scadenza elettorale,e il progressivo spostamento di Grillo e Casaleggio su quelle posizioni politiche, onestà (amore è stato prontamente mandato in cantina) ha perso il suo significato per diventare un randello da calare sulla testa di chiunque non appartenesse al M5s. E appartenesse soprattutto a un ben identificato partito. Il babau, insomma, che fungeva da collante. Dopo di che il grillismo è diventato una serie di Istigazioni, dagli al nemico, vero o inventato non ha la minima importanza. Ciò che invece importa è additare, continuamente, (in ciò sostenuti da certi ufficiosi organi di partito della stampa scritta e tv) al ludibrio degli adepti un qualcuno che tenga alta la tensione dei fan(atici). Così che i problemi interni, già emersi all’epoca della defenestrazione di Favia, passino in secondo terzo quarto ordine. L’Italia ha dunque bisogno di tante cose. Per esempio, delle riforme. Ma sicuramente non ha bisogno di un partito come il 5s.

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  2. bruno 8 anni fa

    Sig Fusco lei e molto confuso! buongiorno.

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  3. mabau-smart 8 anni fa

    No Fusco non è confuso. Il merito del M5S è sicuramente quello che sta facendo fare autocritica ai partiti tradizionali, lontani dal popolo, che NON ascoltano il popolo e costruttori di sistemi NON per il popolo, NON per il bene del popolo e NON per il bene (dalla splendida definizione dell’enciclica di Papa Francesco) della “Casa Comune”.
    Dopo un terremoto, dopo una guerra occorre ricostruire. Il M5S ha creato lo scossone, è un dato di fatto. E per ricostruire serve ora una base di cultura politica, quella che, ai tempi del dopo guerra, è stata dimostrata dalla classe politica di allora, con la Costituzione come esempio di equilibrio politico risultante da quella cultura. Magari serve anche un minimo (MINIMO) di ideologia, come collante. Effettivamente la “rete tirata su da Grillo” oggi NON ha nè ideologia e nè tanto meno cultura politica. Ma diamo ad essa sia il tempo di farsi (se mai…qui sta il punto… dal caos non viene fuori ordine, a meno di regole e disciplina culturale) sia il merito, questo senz’altro, di avere finalmente creato autocritiche sensibili e pensieri ad una classe politica in futuro per un avvicinamento della politica alla gente, ai problemi della gente. Non al servizio delle lobbies, in nome di una Europa che unita così non voglio… scusate l’opinione. MB

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    1. michele.fusco 8 anni fa

      Gentile MB, la chiamo così e mi dispiace non essendoci un nome proprio. Ovviamente lei non ha nulla di cui scusarsi, la sua partecipazione è la nostra prima fonte di vita. A presto, Michele Fusco

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  4. massimiliano-zanoni 8 anni fa

    Ancora una volta Fusco si rivela un giornalista di razza anche se ci da una Non-notizia: il movimento non esiste come linea politica e come organizzazione, è solo uno steumento (perfettamente riuscito) per incananalare e rendere vacuo il dissenso e prendere tempo

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    1. evoque 8 anni fa

      Il M5s (emanazione di una società commerciale…) è solo uno strumento di click-baiting.

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  5. sergio-rastelli 8 anni fa

    Ritengo che M5S divulga solo fandonie velenose e menzogne ingannevoli.

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