Caro Landini, se fai così mi fai tornare la voglia di votarlo

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21 Novembre 2014

Dunque, chi mi conosce e/o segue il lavoro che facciamo a Gli Stati Generali lo saprà: da queste parti parliamo con tutti ma non siamo proprio parenti di nessuno. Qualcuno dice che siamo anti-renziani, altri che siamo cripto-renziani che fanno opera di “entrismo”, altri che siamo… vabbè, come sempre in giro se ne dicono tante, e la stragrande maggioranza non dice proprio niente perché non ci conosce. Torneremo, con calma, a parlare di noi e del perché abbiamo fatto Gli Stati Generali, con quale senso civico e con quali modelli economici.  Riparleremo fino alla stanchezza di tutto quel che non ci torna e non funziona, guardando a questa nuova era fatta di un vortice di parole che cambiano continuamente di suono – o di verso – mentre l’azione politica non sembra sostenuta da quello sguardo lungo, paziente, operoso: unico che può provare a incidere la nostra disastrata realtà.

Qui, oggi, preme solo dire quel che vorremmo sempre si capisse a prima vista: non siamo di nessuno, se non di noi stessi, parliamo in nome delle nostre idee e dei nostri ideali e con le notizie che riusciamo a trovare, cerchiamo di dare uno spazio ampio e qualificato di discussione a tutti quanti abbiano qualcosa da dire: se non la pensano come noi non è un problema, anzi non è nemmeno un pensiero.

È proprio per questo, in forza di questo metodo che ci ispira, che le parole di Maurizio Landini, leader della Fiom – “gli italiani onesti non votano Renzi”: cioè “lo votano i disonesti” – mi hanno fatto saltare sulla seggiola. Io che sempre penso che dalle bocche degli uomini possono uscire le peggiori nefandezze, soprattutto se fanno politica, e in particolare se la fanno in Italia, oggi non ci credevo. Ho pensato: non l’ha detto. È invece l’ha detto, eccome se l’ha detto.

E siccome l’ha detto davvero, tocca pure il dovere di ricordare che semenze del genere non si dicono. Un partito che ha preso più di dieci milioni di voti alle ultime europee – ne conosco diversi di onestissimi, personalmente, che lo hanno votato e che lo rivoterebbero: chissà quanti sono se li mettiamo in fila tutti… – va trattato con il rispetto che merita la democrazia. La democrazia è faticosa, obbliga a rispettare chi vince  anche se fa cose contrarie al nostre interesse. Obbliga a rispettare chi ha votato anche se non ha fatto il proprio interesse e nemmeno se ne accorge. Obbliga a una critica che non diventi mai delegittimazione. Obbliga a tante cose, molte delle quali sono state sistematicamente violate per un ventennio quando una consistente porzioni di italiani votava Berlusconi. E naturalmente, è proprio da lì che viene il riflesso condizionato di Landini: “noi, pochi e buoni; loro, tanti delinquenti e coglioni”. Ecco, era sbagliato prima, è sbagliato adesso. Prima e adesso è oltre ogni limite accettabile. Semplice semplice, quasi banale, bisogna pur dirlo.

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Circa mezz’ora dopo la pubblicazione di questo testo, sulla sua pagina Facebook, si scusa e precisa che non voleva dire quel che ha detto, e che non voleva in particolare affermare che chi crede in Renzi sia disonesto. Al di là di ogni ulteriore speculazione, evidentemente, anche Landini ha riconosciuto l’errore e lo ha fatto esplicitamente. Diamogliene atto

 

 

TAG: fiom, governo, Matteo Renzi, maurizio landini
CAT: Partiti e politici, Politica, Sindacati

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