La lunga marcia di Martin tutta a sinistra

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13 Giugno 2017

Dum Romae consulitur…

Uno dei nodi che Martin Schulz vuole affrontare, qualunque l’esito delle elezioni del 24 settembre, è la revisione dell’Agenda 2010 che pur costò la carriera politica a Gerhard Schroeder. Un pacchetto di riforme che influì negativamente- forse i tempi non erano pronti- ma i cui benefici ricaddero poi sul Governo Merkel facendo della Germania la locomotiva d’Europa. Agire sul periodo del sussidio di disoccupazione, modulare le regole sui licenziamenti e il peso fiscale sul lavoro, favorire il passaggio dall’istruzione secondaria ad un’occupazione consapevole e professionale, insomma tutto questo concerto ha facilitato la ripresa dell’economia sin dal 2005, facendo sì che i contraccolpi della crisi globale venissero attutiti.

E’ il welfare il nodo cruciale. L’età pensionabile dai 67 anni previsti dall’Agenda ai 63 anni è già stata approvata ma tra le promesse più importanti c’è quella relativa all’assegno di disoccupazione che dovrebbe passare da 12 a 24 mesi, favorendo così reimpiego professionale o la frequenza di corsi di aggiornamento. Si eviterebbe di scivolare nel provvedimento Hartz IV, l’assegno di sussistenza, previsto per i disoccupati di lunga data, per persone unemployed, o persone che sono al di sotto della possibile sussistenza. Attualmente sono 1 milione coloro che percepiscono l’assegno di disoccupazione e 6 milioni quelli inscritti nell’Hartz IV.

C’è poi il nodo pensioni che Martin Schulz vuole arginare. Ridurre dal 48% al 40% dello stipendio percepito durante l’attività significa bloccare consumi e mercato e scivolare in un plateau deflazionistico. Ma ciò comporta, per il ministero tedesco del Lavoro, una spesa pari a 28 miliardi di euro all’anno e di 333,6 fino al 2029.

Schulz si batte per livelli pensionistici superiori alla sussistenza minima e maggiori tutele per i disoccupati, attualmente il 6% della forza lavoro. Anche se portare l’assegno sociale da 12 a 24 mesi comporterebbe una spesa pari a 57 mld di euro. Dopo il nodo lavoro e occupazione, quello dell’Istruzione sembra essere il più sentito in Germania: istruzione, gratuita dai primi step all’università e comunque finalizzata all’inserimento nel lavoro cui fa pendant istruzione d’elezione per una Ricerca avanzata: costo totale altri 54 mld.

Germania dunque non isola felice ma preludio di possibile crisi sociale che Schulz vuole scongiurare.

Insomma una politica di Pax sociale che potrebbe attutire gli effetti delle restrizioni merkeliane.

Oggi quanto sopra, rispetto all’epoca di Schroeder, è possibile sia pure con i sacrifici imposti dalla necessità di mantenere adeguandoli i livelli di welfare. Tutte cose di sinistra da cui non è esclusa l’assistenza sanitaria con una copertura che deve essere estesa universalmente. Martin può farcela ma le zeppe sono tante nel suo paese e in Europa. Abbiamo cercato di diffondere le sue idee, abbiamo creato un Comitato Indipendente per la sua elezione tra l’incredulità di molti anche nello stesso ambiente socialista. Molti ci hanno creduto e hanno firmato l’appello.

Europa a due velocità? No, a trazione integrale Schulz

Abbiamo chiesto a Sindaci di Capoluoghi siciliani di invitarlo per presentarlo alle centinaia di famiglie con immigrati in Germania ormai di seconda e terza generazione. Pochi, pochissimi i risultati, ormai l’identificazione dell’Uomo Politico con le sue idee socialiste per un welfare moderno suona vecchia retorica, oggi la opinione pubblica preferisce i politici omologati e privi di idee.

Biblio

Affaticati A. Quanto costano le promesse elettorali di Martin Schulz in Germania. Formiche.net, 14.3.17
Caparello A. Elezioni Germania: ecco il programma sul lavoro di Martin Schulz, Wall Street Italia, 20.02.17

TAG: europa a due velocità, Martin Schulz, welfare
CAT: Politiche comunitarie

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