“A me piace il sud” di Cannavale e Leccese

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4 Novembre 2017

 

Il Sud si è ammalato, prevalentemente, di una drammatica carenza d’attenzione. A me piace il Sud(Armando Editore), scritto da Alessandro Cannavale, ricercatore, e Andrea Leccese, esperto di mafie, punta a sminare alcuni luoghi comuni che tuttora deformano la percezione del Mezzogiorno. << A me  piace il Sud  è nato dall’esigenza, condivisa con il saggista Andrea Leccese, di offrire un invito caloroso e cordiale a parlare di Sud. Un invito rivolto dapprima a una serie di amici del Sud, intervistati nel capitolo centrale del libro. E poi ai lettori, che devono sentirsi parte di un processo di cambiamento già in corso, che richiede entusiasmo e coraggio.>>Cosi  Alessandro Cannavale

Alessandro , Da cosa nasce il progetto del vostro libro

<< Il Sud ha bisogno di verità e non di narrazioni edulcorate. La verità è  talora scomoda da accettare. Il sud ha subito tante ingiustizie, prima e dopo il Risorgimento. Ma ha anche tante responsabilità sulla propria condizione di ritardo nei confronti del Centro-Nord e dell’Europa: in primis legate alle sue classi dirigenti, malate di ascarismo, ossia di soggezione e di colpevole silenzio, per qualche spicciolo in più. Verità, anche attraverso la consultazione di giuste fonti. per questo abbiamo riportato in fondo al testo una piccola bibliografia essenziale, di testi non fuorvianti.>>

Perchè parlare di questione meridionale nel 2017? Ha ancora senso?

<<Ha senso, eccome. Nel nostro libro ci sono voci autorevoli che lo confermano, come quella di Guglielmo Forges Davanzati, di Emanuele Felice, ma anche di Erri De Luca, che sostiene che la questione meridionale sia ormai assurta al rango di questione nazionale. Anzi, il nostro libro rispetto a tanti altri testi scritti sul Sud, contiene una serie di proposte per pensare di trainare il paese tutto fuori dalla crisi proprio provando nuovi approcci per risolvere la questione Sud. Il Sud, in queste pagine, è una risorsa, non un problema. È inutile continuare ad attribuire ad altri i problemi del Mezzogiorno, se i nostri governatori continuano ad avallare o addirittura sancire contrazioni di investimenti, come avviene nel caso dei trasporti ferroviari.>>

Cosa pensa della recente discussione sull’autonomismo?

<<La penso, con riferimento al Sud, esattamente come la pensava Gaetano Salvemini: il Sud non se lo può permettere, con queste classi dirigenti che stanno consentendo lo sfruttamento indiscriminato del territorio da cointeressenze di lobby e speculazioni al limite della legalità. Un buon sindaco può lavorare bene anche nell’attuale cornice normativa. Penso al grande Angelo Vassallo. Il resto è puro egoismo e confligge col dettato costituzionale. Penso all’articolo 3 della nostra Costituzione. D’altronde, tutti i focolai indipendentisti d’Europa coincidono con le regioni dotate di maggior Pil pro capite. peccato che quel pil sia soprattutto il frutto di anni di investimenti e in molti casi di dirottamenti di risorse magari destinate ad altre aree. Si pensi ai fondi Fas verso il Nord Italia.>>

Il vostro è un approccio non accademico, quasi lirico. Ma contiene anche molti riferimenti alle nuove tecnologie.

<<Il titolo del libro contiene un chiaro riferimento alla poesia musicata di Rino Gaetano. Con quel suo approccio, insieme scanzonato e profondo, abbiamo deciso di fare questo omaggio al Sud come parte integrante dell’Italia. Per noi la poesia è parte di una rivoluzione tra arte e politica. Senza uno sguardo lirico sulle cose non si riesce ad amarle abbastanza per conservarle nel modo migliore. Nel frattempo, noi non pensiamo affatto al Sud come a un territorio da abbandonare alle presunte vocazioni uniche, leggasi turismo e agricoltura. Per quanto fondamentali siano questi settori, e assolutamente coniugati al rispetto dell’ambiente e delle dotazioni di beni culturali che insistono sul nostro territorio, noi non possiamo pensare a un futuro senza attività dotate di alta intensità tecnologica, anche e soprattutto per dare un senso alle importanti competenze presenti nelle nostre regioni (meccatronica, nanotecnologie, etc). Lasciare sguarnito il Sud di attività produttive ad alta intensità tecnologica sarebbe un errore oggi, come lo era a inizio Novecento, secondo uno statista lungimirante quale era Francesco Saverio Nitti.>>

 

Dalla prefazione di Franco Arminio: “Il libro che state per leggere è un libro preciso e caloroso, gentile e appassionato, scritto da persone che non hanno la pretesa di salire in cattedra. Gli autori amano il Sud, cercano di capire e di far capire che sta succedendo. Non ci sono tecnicismi, ma una scrittura semplice, diretta. È quello che ci vuole per affrontare ai giorni nostri quella che una volta veniva chiamata la questione meridionale. Passione e conoscenza, capacità di ascoltare voci diverse, di stare in luoghi diversi del Sud. Questo libro è una bella lente per capire a che punto è il Sud, ma soprattutto un invito a starci dentro con più intensità e attenzione”.

Gli autori

Alessandro Cannavale è nato a Bari nel  1977) è ingegnere e ricercatore universitario nel campo dei nanomateriali e dei dispositivi innovativi per l’efficienza energetica. Da diversi anni si occupa della percezione del Mezzogiorno, tentando di sminare luoghi comuni e pregiudizi, attraverso un blog su ilfattoquotidiano.it

 

Andrea Leccese è nato a San Severo (FG) nel 1976 e vive a Bari. Tra le sue pubblicazioni: Torniamo alla Costituzione! (Castel Gandolfo, 2009) e, nelle nostre edizioni, Le basi morali dell’evasione fiscale (2008), Innocenti evasori (2012), Inciucio forever (2014). Nel 2009 ha vinto il Premio Nazionale “Paolo Borsellino”.

TAG: 1, antimafia, Cultura, erri de luca, franco arminio, Guglielmo Forges, Mezzogiorno d'Italia, Questione meridionale, sud, tutela del territorio
CAT: Qualità della vita, tutela del territorio

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