«Com’è l’acqua?». Quanta esitazione prima di tuffarsi nella vita!

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8 Gennaio 2017

Lava i nostri piedi che prima erano puliti, ma che si sono sporcati camminando sulla terra
per venire ad aprirti.
Agostino

Mt 3, 13-17

Uno dei testi che mi ha maggiormente influenzato nella mia formazione spirituale è Il guaritore ferito di Henri Nouwen, in cui l’autore si chiede cosa voglia dire servire nel nostro contesto sociale. Chi vuole mettersi a servizio degli altri, dice Nouwen, non può che fare appello alle ferite del proprie cuore, solo così sarà possibile comprendere e avvicinare gli altri. Se per esempio vuoi salvare un bambino dalle fiamme di un incendio, non puoi non mettere in conto di essere toccato tu stesso dal fuoco.

Ora, io penso che la vita trovi senso solo come restituzione, solo cioè come cura dell’altro che la vita di volta in volta mi mette davanti. Le mie ferite e la mia fragilità non sono per nulla indifferenti alla costruzione del senso della mia vita, ma sono la via preferenziale per accorgermi che la vita ha senso. Solo a partire dal riconoscimento del mio bisogno posso anche riconoscere il bisogno dell’altro.

Voglio leggere così questo desiderio di Gesù di sporcarsi nelle stesse acque in cui sono appena passati gli uomini e le donne che egli vuole servire. Le acque del Giordano come le fiamme di un incendio: occorre passarci dentro per afferrare e strappare l’uomo da ciò che lo intrappola e lo rende schiavo. Gesù scende, perché se vuoi salvare qualcuno non puoi pretendere di lanciargli una corda sperando che la afferri. Devi scendere, farti vicino, la vicinanza di un abbraccio. Gesù scende e si sporca, a differenza della sposa del Cantico dei Cantici, che al bussare dello sposo, che ha attraversato la notte rugiadosa per arrivare da lei, fa la ritrosa: “Mi sono già lavata i piedi, come sporcarli ancora?”.

Gesù scende, si sporca e si confonde. Non c’è più differenza tra lui e i peccatori, proprio come quando dietro le fiamme vedi solo le ombre e le cose ti appaiono indistinte. Gesù si confonde talmente tanto con i peccatori da essere confuso con uno di loro.

Chi vuole vivere la vita come servizio non può certamente pensare di essere compreso e apprezzato.

Anche Giovanni Battista, il primo discepolo, è smarrito davanti al gesto di Gesù. Dio sembra irriconoscibile. Quante volte Dio ci chiede di lasciar fare, anche se non capiamo. L’agire di Dio ci appare spesso insensato. Non risponde ai nostri schemi. Vorremmo che Dio ci salvasse in un modo diverso.

Ma Dio è proprio questo, non un altro. Dio non è quello che mi sono costruito nella testa: questi è il Figlio mio prediletto! Ascoltatelo! Ascolta questa parola che ti parla di lui e lasciati sorprendere.

Questo Gesù è colui che viene a prenderci al Giordano, ovvero dove il popolo di Israele si era fermato prima di entrare nella terra promessa. A quel tempo, Giosuè aveva preso per mano il popolo e, attraversato il Giordano, l’aveva fatto entrare nella terra promessa. Adesso un nuovo Giosuè – Gesù appunto – ritorna al Giordano, prende per mano il nuovo popolo di Dio e lo fa entrare nella nuova terra promessa, la vita eterna, per sempre.

Da questo momento i cieli resteranno aperti, Dio continuerà a parlare con l’umanità. La profezia infatti era terminata e i cieli erano chiusi.

Gesù è il figlio grazie al quale il Padre ritorna a parlare con l’uomo. E in Gesù il Padre promette di non restare più in silenzio, perché il Figlio stesso è la Parola.

In Gesù trovano senso e compimento tutte le parole che Dio ha detto…come una colomba. L’immagine della colomba rievoca infatti tanti momenti significativi della Bibbia:

  •   e la colomba tornò a lui sul far della sera; ecco, essa aveva nel becco un ramoscello di ulivo (Genesi 8,11)
  • Dico: «Chi mi darà ali come di colomba, /per volare e trovare riposo? (Salmo 54,7)
  • O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia,/nei nascondigli dei dirupi,/mostrami il tuo viso. (Cantico dei Cantici 2,14)

Ma potremmo pensare anche allo spirito che aleggiava sulle acque all’inizio della creazione e anche al profeta Giona, il cui nome vuol dire appunto colomba.

Se dunque ti stai chiedendo quale sia il senso della tua vita, se ti stai chiedendo come mettere la tua a vita a servizio degli altri, se ti chiedi forse a cosa possa servire la tua vita, guarda a Gesù: egli non è lontano, ma è immerso con te nelle acque sporche della tua fragilità.

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In copertina, Georges Seurat, Badeplatz in Asnières (1883-1884)

Leggersi dentro

  • Quale senso stai dando alla tua vita?
  • Cosa vuol dire per te servire?

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CAT: Religione

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