Il Cristianesimo diventerà un affare privato? Vangelo e Scorsese dicono di no

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20 Gennaio 2017

Io prego, ma sono sperduto. Alla mia preghiera risponde il silenzio.
Dal film Silence

Qualche sera fa sono finalmente riuscito ad andare a vedere l’ultimo film di Scorsese, tratto dall’omonimo romanzo di Shusaku Endo, Silence (Silenzio).

Lo scorso anno, quando ancora non sapevo che Scorsese stava lavorando al film, avevo letto il romanzo… semplicemente perché mi avevano detto che parlava dei gesuiti! Ovviamente, però, dove ci sono i gesuiti le cose non possono mai essere semplici e lineari.

La storia infatti è quella di due giovani padri gesuiti del 1600, che dal Portogallo partono per il Giappone in cerca del loro maestro, padre Ferreira, uomo di grande fama e molto amato, partito tempo prima per il Giappone, ma di cui è giunta voce che abbia abiurato alla fede cattolica a causa delle violente persecuzioni dell’inquisizione giapponese, che vedeva nella fede cattolica un grande pericolo.

Il romanzo, come il film, racconta le violente persecuzioni contro i cristiani: uomini messi in croce sulla riva del mare in attesa che la marea salga e li sommerga, persone appese a testa in giù in un pozzo con un’incisione sul collo per far colare lentamente il sangue, teste mozzate all’improvviso… Ma a tutte queste persecuzioni c’è un rimedio: abiurare, calpestando l’immagine di Cristo e della Madonna (in alcuni casi però non ci si accontenta e si chiede anche di sputare sul crocifisso e di rivolgere parole ingiuriose alla Madonna).

Questo è il dramma interiore del protagonista, il giovane padre Rodrigues, che nel frattempo si è separato dal confratello e lo ha poi visto morire: è giusto continuare a voler annunciare e diffondere la propria fede se questo è causa di sofferenza per tante altre persone? La risposta di Dio è il silenzio. Padre Rodrigues deve cercare la risposta nella sua coscienza.

È qui che Scorsese aggiunge qualche piccolo dettaglio al romanzo e fornisce forse la sua chiave interpretativa. Sembra infatti che il cristianesimo debba rinunciare a una presenza visibile. Sembra la sconfitta di una Chiesa pubblica. Si potrebbe pensare che la fede possa essere vissuta in maniera personale come un fatto che riguarda solo la propria coscienza. Dio vede nel cuore di ciascuno e questo basta.

A me sembra invece che il film ci dica che la fede, in qualunque condizione si trovi, diventa feconda e si trasmette attraverso le relazioni personali. Il gesto finale della moglie acquisita di padre Rodrigues che mette una piccola croce nella sua bara, così come l’immagine di Sant’Ignazio trovata al collo del servo Kichijiro (che durante tutto il film continua ad abiurare e poi a chiedere di confessarsi) dicono che la fede non può non fecondare silenziosamente le relazioni in qualunque terreno essa sia piantata.

È proprio questa immagine della fede che non può essere strappata alla vitalità delle relazioni che può aiutare a rileggere il Vangelo di oggi: Gesù passa lungo il mare e chiama coppie di fratelli! È il primo passo per poi mandarli ad annunciare a due a due. Al di là della Chiesa visibile, questa è la Chiesa corpo di Cristo.

La fede cristiana non è mai solo un fatto di coscienza, ma è innanzitutto una questione d’amore. E l’amore non può essere mai una questione solo mia. Questa sarebbe davvero l’ultima tentazione, pensare alla fede in Cristo come qualcosa di personale. Nel film, il padre Ferreira dà volto proprio a questa tentazione, la tentazione di salvare se stessi, rinunciando a una fede che feconda le relazioni: l’abiura come atto di carità!

Gesù chiama coppie di fratelli, quasi a voler guarire quella ferita originaria di cui parlava tutto il libro della Genesi: fratelli che si uccidono e che si odiano, Caino e Abele, Esaù e Giacobbe, Giuseppe e i suoi fratelli…Questo è il male da cui Cristo vuole liberarci, questa è la rete che ci intrappola e da cui Cristo vuole strapparci. Non ci può essere fede in Cristo senza relazioni.

Il racconto del Vangelo mostra come Gesù sia rimasto per tutta la notte sulla riva del mare per chiamare questi fratelli: dalla sera, quando i pescatori stanno gettando le reti, fino al mattino, quando stanno sistemando le reti. Nella notte, quando ti sembra che Dio sia rimasto in silenzio, lui era lì e continuava a chiamarti.

I due giovani padri di Silenzio hanno rinunciato alla tranquillità del Portogallo per andare nelle terre lontane e misteriose del Giappone, pur sapendo delle persecuzioni e del pericolo. Ma come Gesù in questi versetti del Vangelo, così anche loro sanno che la fede non è immobilismo, ma movimento. Non sempre è possibile partire, ma certamente è sempre possibile sfuggire alla quiete stagnante del proprio cuore. La fede ci chiede sempre di ri-partire.

Come la dedica finale del film invita a fare, non possiamo che ricordare e pregare per i tanti cristiani anonimi e perseguitati nel mondo, perché la loro fede silenziosa non riguarda solo la loro coscienza, ma feconda in modi misteriosi il corpo di Cristo che è la Chiesa.

*

Leggersi dentro

  • Cosa dice la tua coscienza circa il tuo modo di vivere la fede?
  • La tua fede, seppur vissuta nel silenzio del cuore, ricade sulle relazioni con i tuoi fratelli?

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 4,12-23

In quel tempo, avendo saputo che Giovanni era stato arrestato, Gesù si ritirò nella Galilea
e, lasciata Nazaret, venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali,
perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:
Il paese di Zàbulon e il paese di Nèftali, sulla via del mare, al di là del Giordano, Galilea delle genti;
il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata.
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori.
E disse loro: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini».
Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono.
Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedèo, loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò.
Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono.
Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando la buona novella del regno e curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

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CAT: Religione, Teologia

2 Commenti

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  1. andrea-lenzi 7 anni fa

    Considerato il male che la religione in generale, ed il cristianesimo in particolare, ha fatto e fa, direi che sarebbe meglio che la superstizione religiosa diventasse una cosa privata.

    il vizio dei credenti cristiani di voler fare vedere la luce a tutti, ancora oggi in italia ci costa la mancanza di leggi giuste come l’eutanasia (mancando una legge tutti dobbiamo morire come vogliono i cristiani; se ci fosse una legge il cristiano continuerebbe a poter morire da cristiano, ma non gli va giù che gli altri siano liberi di scegliere) e la presenza di leggi schifose (come la legge 40 sulla procreazione assistita, talmente medioevale da essere abbattuta a colpi di sentenze!).

    fino a ieri i buonissimi cristiani perseguitavano gli ebrei, poi i neri, poi le donne, oggi i gay.

    per ogni povero martire cristiano ci sono migliaia di uccisioni e torture e discriminazioni a non cristiani.

    basti pensare al Natale:
    Natalis Sol Invictus (nascita del sole imbattuto) è la vera festa del 25 dicembre, nata per festeggiare la fine del periodo più buio dell’anno, poi rimarchiata dai cristiani come nascita di cristo per sfruttarne la forte popolarità.
    Poiché la gente continuava a festeggiarla, i cristiani la misero fuori legge nel 380dc insieme a tutti gli altri culti, negando così a tutti quella libertà che invece era stata loro concessa e per la quale si erano fatti addirittura martirizzare nel passato.

    ma queste sono quisquilie in confronto alle inquisizioni ed evangelizzazioni forzate in tutti gli angoli del globo, che ai più “ingenui” appaiono opere di bene, a chi abbia studiato storia e faccia 2+2 appaiono reclutamenti e raccolta di risorse, così in giappone, così in india con madre teresa, tristemente famosa per conversioni forzate dei familiari degli indiani in punto di morte che non potevano accedere al capezzale del morituro se non accettavano di convertirsi.

    le suore furono spedite anche in cina negli anni 20, e addirittura pagavano le famiglie contadine per farsi affidare le figlie da evangelizzare a dovere, per avere nuove schiave del “loro signore”.

    io capisco che fin da bambini siamo tutti immersi nella religione, ma una volta adulti mi è incomprensibile il perché un cittadino acculturato non riesca a vedere la superstizione per quello che è e per ciò che INEVITABILMENTE produce a tutte le latitudini ed in tutti i tempi.

    chi non riesce a concepire una vita senza una divinità che lo osserva e/o non riesce a pensare si possa fare del bene anche senza una fantareligione alle spalle, ha dei problemi psicologici che dovrebbe affrontare.

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  2. alding 7 anni fa

    Caro Andrea Lenzi, credo che tu non abbia mai incontrato il vero cristianesimo, fatto di persone, di carità (ovvero di amore). Mi dispiace per te che invece resti limitato a letture (più o meno condivisibili) e a preconcetti che queste ti generano. Cerca intorno a te dei cristiani veri e forse scoprirai qualcosa di veramente interessante per te.

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