La guerra ai poveri comincia sul bagnasciuga

5 Luglio 2017

“Aiutiamoli a casa loro”. Noi ci scherziamo un po’, su questa cosa, ma dovete capirci: viviamo da sempre in cittadine di 10, 20, qualche volta 30 mila abitanti che ogni estate triplicano. E non c’è spazio, non ci sono servizi, non ci sono parcheggi. Non riesci più a entrare nei negozi, anche comperare un litro di latte è una gara di resistenza.
Fin da piccoli abbiamo imparato a temere questa entità mitologica, “il milanese”. Che per noi sono tutti milanesi, anche quelli di Bergamo, Lugano, Pinerolo o Trento. Ma per noi è “il milanese”, non quello reale, ovvio, ma quello dello stereotipo: arrogante, ostenta il denaro, si comporta da padrone. E poi, santo cielo, quelle “e” così aperte, birrètta, pizzètta, spiaggètta, barchètta…
Insomma, invoco la legittima difesa, che va tanto di moda. E del resto cosa possiamo fare, noi che abbiamo la grazia e il tedio a morte di vivere in provincia ? Siamo gente di scoglio, un po’ selvatica, e soffriamo di non essere abbastanza europei; ci prendiamo qualche patetica rivincita: mangiamo focaccia anche di martedì, e mettiamo la foto su Facebook, con lo sfondo del mare; mandiamo ai nostri amici di oltre appennino la foto dalla passeggiata di Nervi bella da fare male, mentre andiamo al lavoro, e aggiungiamo: “Tutto bene, in tangenziale ?”
Però, quello che è scherzo un po’ sciocco, sta diventando una realtà triste e molto preoccupante: sono molte, ormai, le località turistiche della riviera ligure, e di tutto il modo, che denunciano il sovraffollamento e studiano misure per impedirlo. Niente di male, in sé: chiunque viva in un luogo turistico sa quali storture produca sul territorio. Lo snaturamento e la gentrificazione dei quartieri, se parliamo di città; l’assalto con cemento e cazzuola a ogni metro quadro di terreno, se parliamo di paesi.
Il problema, qui da noi, è che il nemico non è quello. Il nemico, dichiarato, aperto, sono i poveri. Quelli che spendono poco, o nulla, e hanno la pretesa di stendere il loro asciugamano OVS sulla sabbia. Quelli che vengono in pullman, a pochi euro, per fare una giornata al mare. Eh no, loro no !
C’è un sindaco del ponente ligure che dichiara al Corriere: “Arrivano con gli autobus ? Allora li fermiamo al casello, facciamo salire i vigili, e chiediamo i documenti a tutti ! Così passa almeno un ora e mezza, e vedrete che la prossima volta ci penseranno, prima di venire !”. L’odio di classe, in purezza.
Perché di fronte ai soldi, state sicuri, ci si inchina rispettosi. Alle Cinque Terre, per dire, dove il sovraffollamento è davvero un problema di incolumità pubblica, quelli che non vogliono fare nulla sono i commercianti: pur di vendere una bottiglietta d’acqua in più, vanno bene anche i turisti che rantolano stravolti negli angoli. E siamo sempre pronti a costruire, asfaltare, cementificare, anche dove non serve, anche dove ci sono migliaia di case sfitte.
Ma devono spendere, consumare, pagare. Se non lo fanno, beh, allora davvero “aiutiamoli a casa loro”. Se ne stiano nei centri commerciali, hanno anche l’aria condizionata, cosa vengono a rompere le balle.
E le spiagge che siano chiuse, recintate, ferocemente private. Qualcuno propone che anche le spiagge libere abbiano un ticket d’ingresso; “libera”, ma a pagamento: non si sa se davvero il degrado ne sarebbe sconfitto, certo la logica subisce una bella botta.
Ormai è il “Briatore pensiero” che muove le politiche turistiche dalle nostre parti. Sì, ho scritto “pensiero”, e senza ironia. Perché c’è una logica feroce, esplicita, argomentata. L’idea che il territorio, il mare, il sole, l’aria, siano beni che hanno un prezzo. Che devono essere fruiti da chi può pagare, e in modo diverso a seconda di quanto può spendere.
Qualche anno fa un ligure malinconico come Montale scriveva “… tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza, ed è l’odore dei limoni”. In fondo era un ottimista:i poveri, per molti sindaci, devono annusare solo nei supermercati.

TAG: liguria, lotta di classe, mare, poveri, turismo
CAT: Turismo, tutela del territorio

4 Commenti

Devi fare per commentare, è semplice e veloce.

  1. alfio.squillaci 7 anni fa

    E’ dai tempi di Mussolini (dal celebre discorso del “bagnasciuga”) che si confonde bagnasciuga (che è la linea di galleggiamento delle navi) e battigia, la striscia di spiaggia tra le acque e la terra, quella che qui viene chiamatata impropriamente “bagnasciuga).

    Rispondi 1 1
  2. mario-bosso 7 anni fa

    La stupidità di certi sindaci non ha prezzo!!
    I sindaci di Alassio e Laigueglia: «Numero chiuso sulle spiagge»
    Savona – Il modello cui si guarda è quello delle Cinque Terre, con i suoi sentieri a numero chiuso. Una regolamentazione dei flussi turistici che, in quel di Alassio e Laigueglia, potrebbe fare scuola, se si puntasse l’obiettivo sui pullman che, ogni weekend, scaricano visitatori «mordi e fuggi», con i conseguenti problemi di intasamento di traffico e di spiagge. L’idea è dei sindaci delle due cittadine rivierasche, esasperati dal caos che regna sulle strade e nei lidi non attrezzati di questa piccola porzione di Liguria e riguarda una possibile limitazione degli accessi in modo da tenere sotto controllo una situazione potenzialmente esplosiva. Il tutto è stato tradotto in un regolamento ad hoc che, in sostanza, contiene due proposte: una legata alla sicurezza stradale, con la richiesta di limitare il numero di bus ammessi in entrata e l’altra riguarda l’accesso alle spiagge libere che, secondo i due sindaci, dovrebbe essere normato come accade per ogni luogo di aggregazione.

    «A Torino un maxischermo ha raccolto in piazza migliaia di persone: qui da noi l’attrattiva è costituita dal mare, ma il problema di ordine pubblico sussiste in egual misura» sostengono l’alassino Enzo Canepa e il laiguegliese Franco Maglione. Non è una questione di etnia, dicono da queste parti, ma di decoro pubblico. Non c’entrerebbe nulla il fatto che i turisti della domenica siano principalmente stranieri che, muniti di frigo e borsoni, occupano la già esigua porzione di litorale libero a disposizione dei bagnanti. Qui sussisterebbe un problema di sicurezza ed è per questo che il regolamento pensato dai due primi cittadini è stato sottoposto all’attenzione della prefettura che, però, non parrebbe aver gradito un granché.

    Nello specifico si propone di limitare a due o tre i pullman del weekend (si sarebbero già individuate aree parcheggio in cui far sostare i mezzi, in particolare a Villanova d’Albenga) e si ipotizza anche un numero chiuso in spiaggia con tanto di steward a controllare gli accessi, un po’ come succede allo stadio. «Laigueglia non è in grado di assorbire tutte queste presenze – dice il sindaco Maglione –. Dopotutto non esiste bene che non sia normato, e ciò deve valere anche per le spiagge. Si stabilisca il numero massimo di persone ammesse a metro quadro, siano date delle direttive per potersi godere giornate di relax senza rischi per la sicurezza. Il mio è un appello alla prefettura e alla Regione: non sono arrabbiato, sono preoccupato».

    E poi ci sono anche i turisti affezionati, quelle delle seconde case, cui pensare: «Pagano le tasse, avranno diritto di avere un po’ di spazio in spiaggia» dice ancora Maglione che guarda con interesse alla spiaggia del Malpasso, nel Finalese, dove per accedere alla spiaggia libera attrezzata si deve pagare un biglietto.

    Al momento il regolamento pare comunque essersi arenato in Prefettura, visto che per l’eventuale applicazione di alcune richieste sussisterebbero problemi di natura giuridica.

    Nel frattempo, questo weekend sembra essere andato meglio degli scorsi: «Grazie ai controlli delle forze dell’ordine ai caselli autostradali, l’arrivo dei bus è un pochino diminuito – dice il sindaco Canepa – E’ necessario però regolamentare le presenze sulle nostre spiagge libere che per numeri sono paragonabili a quelle delle manifestazioni di richiamo e rappresentano dunque un possibile rischio sotto i profili di ordine pubblico, igiene e sicurezza».
    http://www.ilsecoloxix.it/p/savona/2017/07/04/ASdQFYCI-sindaci_laigueglia_alassio.shtml

    Rispondi 0 0
  3. silvia-bianchi 7 anni fa

    Bellissimo pezzo, che conferma la triste verità: quelli che non vogliamo sono i poveri, autoctoni o immigrati che siano. Gli islamofobi più esagitati non hanno nessun problema con gli sceicchi che vengono in Italia a “investire”…

    Rispondi 0 1
  4. re-manfredi 7 anni fa

    Giustissimo! L’unica differenza è che “il maestro” Mussolini fu giustamente cogli…..,deriso, canzonato, questi…………………….

    Rispondi 0 1
CARICAMENTO...