Alessandro
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Pubblicato il 21/04/2017

in: Il lavoro subordinato è morto

come imprenditore, non posso che essere del tutto d'accordo con Benassi: il lavoro subordinato (e quindi la tutela dei soggetti deboli di cui parla francesco-g) potrebbe ancora esistere in una fabbrica dove gli umani svolgano attività ripetitive e meccaniche, e mi chiedo se è questo che vogliamo per il mondo del lavoro (anzi, è proprio [...] intendere il lavoro in questo modo che porta poi a considerare soluzioni automatiche: se l'intervento umano non aggiunge nulla, tanto vale usare un software). In qualsiasi altro caso, l'approccio che dovrebbe prevalere è quello dei servizi: anche la cassiera del supermercato sta erogando un servizio alla proprietà e indirettamente ai clienti finali; il modo di proporsi della cassiera ai clienti finali, la sua disponibilità e cortesia, la sua capacità di immedesimarsi nel cliente e diventare propositiva di nuove soluzioni, sostanzialmente il suo modo di "vendere" se stessa contribuisce in modo determinante al successo dell'impresa. Oggi non si può prescindere da questo: dobbiamo tutti dare un senso al nostro contributo lavorativo che vada oltre la semplice vendita del nostro tempo, dobbiamo piuttosto cercare di offrire qualità, perché tutti noi cerchiamo qualità quando siamo a nostra volta clienti di un fornitore di beni o di servizi, che sia privato o governativo. Non basta esserci: dovremmo aver imparato a metterci in discussione e chiederci se siamo veramente utili e stiamo facendo davvero il nostro meglio, se il nostro contributo è realmente utile. Qualsiasi ruolo deve essere messo in discussione, non esiste più la rendita di posizione, e questo vale per la commessa come per l'amministratore delegato. La vera differenza di tutela andrebbe impostata - come indica Benassi - rispetto al valore e alla retribuzione del rapporto, perché la sperequazione è quella: il manager (del pubblico o del privato) che riceve stipendi o liquidazioni faraoniche è ormai un retaggio del passato, ed è una pratica ormai contestata nei settori più avanzati dell'impresa.

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Pubblicato il 29/11/2016

in: Dedicato a chi voterà SI'. Partecipazione dei cittadini: ad alto rischio

mmmhh ... premesso che - credo come molti - mi trovo in uno stato di profonda confusione, alcune cose però mi sono abbastanza chiare: ogni volta che leggo o ascolto le ragioni del SI, mi viene voglia di votare NO; viceversa, ogni volta che leggo le ragioni del NO, mi viene voglia di votare SI. [...] E questo perché mi sembrano sempre tutte pretestuose. Il timore di perdere la nostra amata democrazia mi sembra assurdo: vorrei ricordare che noi italiani abbiamo votato, in un lontano referendum, a favore della privatizzazione della RAI e dell'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. E cosa è successo? NULLA. E' questa la democrazia che ora dovremmo difendere? Sono tre legislature che il premier non è eletto dai cittadini: Monti, Letta e ora Renzi. E il primo è stato di fatto imposto dall'Europa (o dalla BCE), a sostituire un premier che per oltre 20 anni ha goduto di quel potere assoluto che oggi viene descritto come uno dei maggiori rischi di questa ipotetica riforma. Vogliamo dire che sarebbe ovvio che lo schieramento al governo possa "governare" completamente, salvo poi rendere conto delle proprie azione al successivo turno elettorale? Non ci vedo nulla di grave, anzi forse sarebbe auspicabile in un paese dove non cambia mai nulla a causa dei costanti e continui compromessi. Vogliamo dire che obbligare la Camera a deliberare entro 5 giorni è fin troppo generoso? Con quello che sono pagati, dovrebbero deliberare in poche ore, cinque giorni sono fin troppi. Vogliamo dire che l'attuale meccanismo di emendamenti e rimpalli tra le camere di fatto rallenta in modo drammatico - se non blocca completamente - il lavoro di questi nostri stimati rappresentanti? Forse dobbiamo riconoscerlo. Con le modifiche proposte le nostre leggi devono sottostare alle regole europee? Ma è già così, siamo in Europa, smettiamola di pensare a noi come Italia e iniziamo seriamente a considerarci cittadini europei, abbiamo sottoscritto (e non è stato Renzi) un accordo che sottopone le nostre decisioni politiche ed economiche a un interesse più grande, per cui o continuiamo questo gioco - e allora le regole devono essere ratificate anche nella nostra Costituzione - oppure smettiamo di far parte dell'Europa e torniamo a fare l'italietta di un tempo, con l'inflazione al 20% ma liberi e sovrani. Oggi un signore mi ha detto: qualunque cambiamento è meglio di nessun cambiamento. E aggiungo: Renzi ha tanti difetti, innegabile (e meno male, ho paura degli uomini perfetti ....) ma non si può certo dire che sia uno che sta con le mani in mano. Molto meglio uno così, che piuttosto sbaglia ma almeno ci prova, che uno dei tanti che abbiamo avuto finora che si sono limitati a mantenere uno status quo che lentamente ha sottratto energie, risorse e speranze a questo paese. Al punto in cui siamo, qualunque direzione è meglio della non direzione che stiamo ormai seguendo da troppi anni. Iniziamo da qualche parte, da qualunque parte, e vediamo dove si va.

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Pubblicato il 21/09/2016

in: Perchè è sbagliato dire no a Roma 2024

Forse uno dei peggiori difetti di noi Italiani è la memoria: possibile che abbiamo già scordato le nefandezze operate in occasione del Mondiali di Nuoto? E veramente c'è un romano, almeno uno, convinto che invece per le Olimpiadi cambierebbe tutto? La città cade a pezzi, non funziona nulla, le strade fanno schifo, i trasporti sono [...] inesistenti, la spazzatura è ovunque, all'Eur ci sono due palazzi che sembrano bombardati e il progetto di ristrutturazione è stato bloccato, si dice - e spero non sia vero - che il laghetto dell'Eur è un cantiere bloccato perché i denari sono andati a imprese in difficoltà di un sedicente e noto architetto, la Vela di Calatrava ci ricorda ogni giorno che non siamo stati neanche capaci di completare le strutture sportive in tempo per i Mondiali di Nuoto .... e vogliamo ospitare le Olimpiadi? E con quali strutture? Le altre capitali che l'hanno fatto negli ultimi anni avevano già tutto: strutture, accoglienza, infrastrutture. Pensate a Londra: le Olimpiadi si sono svolte dentro la città, perché la città aveva già tutto quanto serviva, dalla rete dei trasporti alle strutture sportive. Noi dovremmo subire anni di lavori per avere alla fine solo cantieri incompleti? Se non si sanno fare le cose, meglio evitare, no? Mi pare che abbiamo già dimostrato di essere incompetenti, e l'hanno dimostrato anche i vari manager che tanto insistono per questa cosa (e chissà perché, insistono tanto ...). E allora basta: basta pretendere sempre credito, a spese dei cittadini o di questo o quel comitato: il management romano non è in grado neanche di organizzare la raccolta della spazzatura. Ma dico: ogni volta che cambio il sacchetto all'organico - maledettamente piccolo, accidenti a lui - levo sempre un pensiero verso Alemanno che ha messo un branco di incompetenti alla Nettezza Urbana. Neanche questa sono riusciti a indovinare, le misure del sacchetto dell'organico. E vogliamo far fare a questa gente le Olimpiadi? Non sta sotto i nostri occhi, ovunque, la prova che questi manager, tutti, non sono neanche in grado di amministrare un condomino, figuriamoci gestire le Olimpiadi. A Milano l'Expo è stato commissariato tre volte, ed era una roba minima rispetto alle Olimpiadi. Io non conosco nessun romano favorevole alle Olimpiadi. Però conosco tanti romani incazzati. E conosco tante persone mediamente intelligenti, che sanno che un'opportunità va colta solo se si è certi di poterla gestire. Altrimenti si trasforma in catastrofe.

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