Alessandro
Vitale
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Pubblicato il 09/01/2016

in: Il lento suicidio degli editori su Facebook

Grazie, buono l'intento, ma manca qualche cosa. Non voglio risultare antipatico, ma spesso la verità rende antipatici e la tua analisi è parziale, forse non corretta. Il motivo è che, sono proprio gli editori o le agenzie di advertising che gestiscono un mondo che pochi conoscono ma che sta facendo danni a tutto il settore [...] digitale, compreso gli editori onesti. Quello che forse hai omesso, con una sincera bontà e buona fede, è un dato che vede proprio gli editori causa dei loro mali proprio per veicolare pubblicità alle loro testate. Si potrebbero citare già solo i refresch di pagina per aumentare il numero di visitatori al sito, passare per i sistemi di conteggio social con milioni di utenti iscritti ai canali, ma quanto è veritiero il dato che loro danno e che fanno vedere? Esistono, con poche righe di comando, istruzioni server (DOM server inside) che istruiscono su reti zombie (o di favore) azioni robotiche che falsano i dati di traffico, di ADV e non ultimi, i dati si social, visualizzazioni su i video di Youtube ecc.. Non sono da meno i social, i BOT sono una realtà molto più diffusa di quanto si possa immaginare e il loro ambiente virulento con milioni di utenti falsi, li trovi proprio nei social Facebook, Twitter e Instagram su tutti. Quindi, la consapevolezza è dire che siamo già ben oltre un 80% di traffico robotico per il dato di search e visite su siti web in lingua italiana, che in Twitter il dato di utenza reale non arriva al 6%, che Facebook e Instagram conta milioni di utenti fasulli che generano un traffico ed un interesse del tutto arbitrario a quelle che possono essere ritenute azioni "reali" di utenza normale ed umana. A valle di queste considerazioni, la tua analisi è in parte corretta, ma tutto il resto si regge su un "ipotetico" dato che è quello che vogliono tu conosca, ma pochi sanno quanto sto affermando e testando da anni, se fai qualche ricerca associata al mio nome più BOT, avrai solo l'imbarazzo della scelta per la mole di articoli che mi vedono protagonista di smascheramenti più o meno divertenti su "professionisti" digitali o ritenuti tali. Fino a quando AGICOM e il Garante con la Polizia postale non vedranno questi come "crimini informatici" per ingannevole pubblicità e uso fraudolento della rete internet, sono proprio gli editori che stanno facendo il loro porco comodo come al solito. Ovvio che.. io sono qui e nei miei canali sociali, se a qualcuno viene voglia di smentirmi, sono a disposizione. Bello comunque, ma prova a riformulare il tutto approfondendo gli argomenti, ne verrebbe fuori un articolo "bomba". Cordialità!

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