Marco
Onorati
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Ultimi commenti

Pubblicato il 08/01/2016

in: Il lento suicidio degli editori su Facebook

ottimi spunti... però io introdurrei anche due riflessioni: la prima è che già in molti hanno capito questi concetti e sta tornando l'editoria di qualità (cito ad esempio L'Ultimo Uomo), specie se settoriale. La seconda è che tutto questo circolo vizioso tra peggioramento dell'informazione e della crisi dei grandi editori è dovuto in larga parte [...] dal fatto che oggi ci sono i vari analytics, le affiliazioni e il tracking di qualsiasi cosa, il che comporta per l'inserzionista una maggiore consapevolezza del rapporto spesa pubblicitaria/resa commerciale, il che manda a quel paese il concetto di pubblicità come branding (in favore dei web influencer, vedi i casi delle fashion blogger), impoverisce il mercato e, congiuntamente alla crisi, crea una scarsità di investimenti pubblicitari che gira e rigira vanno comunque tutti a finire a goolge/fb e grossi player vari. Soluzioni? strutture piccole (i siti di notizie virali ad esempio hanno redazioni di 3-4 persone e guadagnano in proporzione molto più dei grossi network appesantiti da costi infiniti), contenuti studiati e possibilmente di qualità e non generalisti, politiche di acquisizione contatti e newsletter e, perchè no, vendita online attraverso i propri siti :) Unica cosa su cui non concordo con l'articolo: in italia scordiamoci di far pagare i nostri articoli dai lettori ;)

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Pubblicato il 08/01/2016

in: Corriere.it sarà (in parte) a pagamento. Una certezza e un grande interrogativo

La questione è molto interessante... io sono piuttosto favorevole ai contenuti a pagamento, ma sicuramente preferirei pagare siti specialistici e non un giornale generalista di un grosso gruppo editoriale, sia come forma di sostegno a progetti piccoli e indipendenti, sia come scelta consapevole e autonoma delle mie fonti di informazione. La questione che però analizzerei [...] volentieri è legata al concetto stesso dell'informazione a pagamento, che stando così le cose forse si traduce soltanto in una semplice e banale supremazia "oraria". Chi vieta ad altri siti di pagare per leggere un articolo, rielaborarlo e poi rimetterlo online gratuitamente? In questo modo il Corriere diventerebbe una sorta di Ansa di secondo livello per editori web medio piccoli. L'unico motivo di interesse, e qui la vedo al contrario di come è esposto qui sopra, potrebbe riesiedere nelle firme: io sono un fan/seguace del giornalista/opinionista/personaggio famoso che scrive sul corriere, pago il corriere per leggere un suo pezzo. Il problema dell'informazione e del modello di business che lo regge secondo me è però ancora più a monte, e non può risolversi barricandosi dietro il contenuto a pagamento.

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