Salvatore
Salzano

bio

Nato a Bari il 4 dicembre 1962, mi sono laureato in Economia presso l'Università degli studi di Pavia. Mi sono inizialmente occupato di ricerche in campo economico/sociale. Il mio sviluppo professionale mi ha portato a studiare l'Informatica e in particolare gli aspetti legati alle reti, e sono diventato insegnante con il concorso a cattedra ordinario [...] del 1990. Attualmente insegno Informatica in un Liceo. La mia passione è sempre rimasta la politica, che seguo con interesse anche se il tempo è tiranno. La Costituzione è il mio manifesto ideale, la cui estrema sintesi è rappresentata dal secondo comma dell'art. 3

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Ultimi commenti

Pubblicato il 20/03/2021

in: Conti elementari sui vaccini

Caro Paolo, premetto che condivido sia il contenuto del discorso che lo stile volutamente ironico, che porta a leggerlo "quasi con divertimento" se non fosse per il tema, tragico, di cui tratta. Sono d'accordo con te che la stupidità "no-vax" affonda le sue radici nell'ignoranza. Però c'è la tua affermazione finale che non condivido, e [...] che fra l'altro non è né necessaria all'argomentazione né, tanto meno, coerente con con quanto hai giustamente affermato nel post. Alla fine del tuo articolo, se non ho frainteso, c'è quasi un voler sottolineare come lo studio delle discipline "dure" (credo ti riferisca alle scienze esatte) sia l'unico sicuro antidoto alla stupidità. Diciamo "condizione necessaria e sufficiente". Non sono d'accordo. Tu sai che insegno informatica, quindi rientro a pieno titolo fra quelli che padroneggiano numeri e logica, eppure io ritengo che da sole le scienze esatte non siano sufficienti (necessarie, sì, ma non sufficienti) a proteggerci dalla stupidità e l'ignoranza: discipline come Lettere, Storia, Geografia, Arte, ci forniscono quella forma mentis che, insieme alla razionalità e alla capacità di quantificare i fenomeni, consentono di rispondere proprio a quel bisogno di etica che tu stesso nel tuo post evidenziavi. Per non parlare poi del contributo, ad esempio sulle riflessioni in tema della libertà individuale, che può venire dalla filosofia: penso a Bobbio e piango al pensiero che oggi i giovani studenti liceali forse non sappiano neppure chi sia. D'altra parte una persona cresciuta solo a base di matematica, chimica, biologia... non pensi che potrebbe essere un freddo burocrate esecutore preciso e infallibile di ordini disumani? Umberto Eco su questo disse parole molto convincenti. Possiamo, penso, concludere dicendo che "condizione necessaria e sufficiente" per la libertà e la piena realizzazione dell'individuo, in una società realmente libera e democratica, sia una ampia cultura che spazi in tutti gli ambiti principali dello scibile umano, senza pensare che ci siano figli e figliastri. Conoscendoti, credo che tu sarai d'accordo con me. Ciao, e grazie per gli articoli argutamente provocatori che stai pubblicando sugli "stati generali"

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Pubblicato il 14/02/2021

in: La solitudine della scuola

Caro Antonio, leggo sempre con molto interesse i tuoi articoli, e spesso mi trovo in totale accordo con quanto scrivi. Questa volta però vorrei farti notare un aspetto che non condivido. Hai, giustamente, detto che utilizzavi uno strumento come Moodle che ti aiutava nella creazione della comunità didattica, e che non puoi più utilizzarlo perché [...] il ministero ha imposto gli strumenti di Microsoft e Google. Sicuramente al ministero agiscono delle lobbies, e facciamocene una ragione (ci ricordiamo tutti delle LIM!), ma nessuno può importi l'uso di uno strumento piuttosto che un altro. Nell'istituto dove insegno il dirigente ha chiaramente affermato che la scuola avrebbe fornito una soluzione di minimo per tutti quelli che non sapevano come fare, basata su Meet e Classroom, e poi ha ribadito che tutti quelli che hanno altre preferenze per altri strumenti sono liberi di farlo, in quanto questo rientra nella libertà di insegnamento che è costituzionalmente garantita, ed anzi ha invitato a farlo e diffondere fra i colleghi anche soluzioni alternative, per arricchire il patrimonio di competenze presenti nell'istituto. Inoltre tale concetto è esplicitamente ribadito anche dal rapporto finale del comitato tecnico, presieduto da Bianchi (attuale ministro) che a pag. 51 recita: "Gestione delle piattaforme didattiche Diversa e maggiormente articolata è la gestione delle piattaforme didattiche: le garanzie costituzionali (libertà di insegnamento e autonomia delle istituzioni scolastiche), le condizioni di mercato (i sistemi piat- taforma sono proposti da operatori commerciali in regime di concorrenza) e le molteplici e ricche espe- rienze maturate dalle scuole, impongono di continuare ad assicurare l’eterogeneità di soluzioni e la con- vivenza a livello di sistema di piattaforme diverse. L’eterogeneità ben si adatta anche all’uso diversificato di strumenti e device da parte di docenti e studenti, che possono in questo modo sperimentare vari ap- procci e soluzioni all'interno di ambienti comunque protetti a livello istituzionale. Considerata anche la velocità con la quale vengono sviluppati sempre nuovi strumenti digitali, risulta ragionevole assicurare la piena libertà di sperimentare nuove formule e di introdurle nella scuola con un processo di continua ri- cerca e aggiornamento tipico del digitale." (link: https://www.miur.gov.it/web/guest/-/rapporto-finale-del-comitato-di-esperti-istituito-con-d-m-21-aprile-2020-n-203-scuola-ed-emergenza-covid-19 ) Quindi, in conclusione, se per caso qualcuno ti ha imposto di rinunciare a Moodle, non solo mostra di essere una persona poco competente e sicuramente male informata nel merito della questione, ma sta violando un tuo sacrosanto diritto, (e anche dovere, perché essere libero da condizionamenti è un dovere per un insegnante). Siccome l'insegnamento vive più esempi che di parole (e tu questo lo sai e lo ribadisci continuamente nei tuoi scritti) ti dico: reagisci, usa gli strumenti che preferisci, e spiegalo ai tuoi studenti.

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Pubblicato il 05/01/2021

in: La controversa questione del ritorno a scuola

Brava: condivido al 100%. Come insegnanti ci stiamo facendo incastrare in un gioco a rimpiattino fra didattica a distanza o in presenza o in percentuali variabili, che ha già sostituito il precedente sterile disquisire di competenze versus contenuti e tante altre false dicotomie, ma stiamo dimenticando la cosa fondamentale: cosa significa oggi fare scuola, a [...] cosa serve, e, soprattutto, in che modo la scuola può contribuire alla concretizzazione del secondo comma dell'articolo 3 della Costituzione.

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Pubblicato il 08/06/2020

in: Attacco alla scuola

Ho trovato interessante e ampiamente condivisibile il documento del Cidi di Torino, e come tale l'ho pubblicato, ma ovviamente non rispondo delle critiche allo stesso che lei pone. Quanto al mio incipit di presentazione, le "leggere differenze" a cui mi riferisco, sono semplicemente riconducibili al fatto che la tecnologia non è sempre e comunque da [...] demonizzare. Semmai essa deve rappresentare sempre uno strumento e mai un fine, e questa differenza non è da poco! Io ritengo importantissimo l'utilizzo delle moderne tecnologie come ausilio alla mia attività didattica, e assolutamente non ritengo di far parte del pensiero mainstream. D'altra parte ritengo che negare tout-court l'uso delle tecnologie implicherebbe, coerentemente, il non utilizzarle per nulla... neanche per commentare o leggere un articolo on-line, e ciò credo che descriva bene la sostenibilità di tale posizione. Nel dettaglio del suo commento avrei due osservazioni. 1) le tecnologie digitali non sono un unicum indifferenziato, ma qualcosa di molto articolato nel quale occorre sapere discernere con accortezza. Ad esempio credo non sia difficile per nessuno cogliere la differenza enorme esistente fra il mondo Open Source e quello proprietario... io utilizzo esclusivamente Linux e quasi esclusivamente strumenti open dal 1997, e li faccio conoscere ai miei studenti, con annessa tutta la filosofia che si portano dietro, per dimostrare loro che un altro modello di sviluppo è possibile. La mia unica concessione al "nemico" è quella di utilizzare una casella di posta @gmail.com, che trovo comoda e non molto peggio delle alternative. Quanti di coloro che sbraitano contro la tecnologia sono invece pigramente adagiati su "Windows" o hanno un iPhone in tasca? 2) I tag utilizzati per classificare l'articolo sono quelli messi a disposizione della piattaforma, e servono a rendere l'articolo più facilmente ricercabile nei motori di ricerca. Certo, avrei potuto utilizzare "topolino" oppure "mondo dei sogni" invece di "innovazione digitale", ma così facendo avrei reso poco rintracciabile l'articolo, e quindi gli avrei precluso la leggibilità che sicuramente merita.

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