L’uomo forte

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21 Dicembre 2019

Leggendo il rapporto Censis di quest’anno apprendiamo che il 48% degli italiani vorrebbero un uomo forte al governo. Si tratta di un istituto serio e non ho dubbi sulla correttezza della rilevazione. Facciamo, semmai, uno sforzo di interpretazione, perché credo che dietro quella risposta si nasconda un equivoco.
Per “uomo forte” s’intende quello capace di governare senza lasciarsi fermare da pressioni, compromessi e maggioranze rissose. Lasciamo da parte eventuali nostalgie ventenniche, che non potrebbero certo arrivare a quel risultato. Ebbene, ci sono stati diversi soggetti che si sono candidati a essere governanti decidenti. Nel passato recente e nel presente. Eppure, almeno fin qui, non hanno mai preso la maggioranza dei voti e sono stati sconfitti da elezioni e/o referendum. Gli italiani, insomma, hanno dimostrato di aspirare all’uomo forte almeno quanto sono pronti a detestarlo.
Ho l’impressione che i censiti tifosi dell’uomo forte siano quelli che lo vogliono capace di zittire gli altri, intendendosi per tali quelli che la pensano diversamente e non tacciono deferenti. I quali altri sono abbastanza numerosi da indebolire il forte fino a dissolverlo.
Forse servirebbero persone (plurale) che non cantino solo a orecchio e che oltre ad essere intonate siano anche coerenti. Competenza & coerenza. Riconoscendo nelle diversità di idee e ricette una ricchezza e non un fastidio. Il che, però, richiede elettori che scelgano per idee e convenienza e non per mero tifo e partito preso. Servirebbe, più che un uomo, cittadini forti, capaci di riconoscere le ragioni di chi la pensa diversamente e pronti a ragionare su problemi e rimedi, piuttosto che su contrapposizioni e insulti. Tanto per finirla con la rabbiosa conta contro e provare a far la conta pro. Saremmo tutti più forti.

Davide Giacalone
www.davidegiacalone.it
@DavideGiac

TAG: governo
CAT: Partiti e politici

3 Commenti

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  1. giovanni-gualtiero 4 anni fa

    il popolo, riunito in consiglio doveva per Hobbes affidarsi al Leviatano che doveva guidarlo. ovviamente nessun dissenso poteva essere ammesso e al Leviatono, depositatio del potere legislativo, governativo e giudiziario spettava la decisione di come punire chi si ribellava. Solo Dio poteva punirlo.

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  2. xxnews 4 anni fa

    GIA’

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  3. luciano-di-camillo 4 anni fa

    L’uomo forte, come molti agognano, meriterebbe un’argomentazione ad ampio respiro la cui conclusione emergerebbe quasi automaticamente.                      Non è questo il luogo deputato a siffatto trattato.                                      Ergo, pochi concetti a tal proposito.                                                          In primis, la storia ha dimostrato che anche i veri geni, giganti dell’Umanità, hanno terminato la loro eclatante avventura, da soli e magari in isola remota e con restaurazione ante quo alle loro conquiste.                                              Nelle dittature, quasi tutti non sono morti nel proprio letto.  Attualmente, la figura più potente del mondo, è limitato da pesi e contrappesi che non lo vedono star sereno,nonostante anche risultati di sostanza.  L’argomentazione si orienta (a mo’ di tentativo) verso un regista di Squadra (autentica e sperata unità di questa peculiare misura) e laddove il tecnico è il Parlamento ed il Presidente il Popolo sovrano.                                          Cmq, a tutt’oggi, anche se si volesse avallare questa forte figura, non si vede,meglio, intravede, nessuno all’orizzonte.                                                Pertanto, lo scrivente, un  Sig. Nessuno (nemmeno lontano parente di Ulisse), osa sconfinare nella fantapolitica (sovente più credibile di quella cosiddetta reale) ed ipotizzare una specie, una sottospecie (fate Vobis) di soluzione la quale, ben forse, potrebbe esser presa con qualche benevolenza (e, con molta magnanimità) tra centinaia e centinaia di anni.                                          Ovvero, nel campo di utilizzo della robotica e, segnatamente, nella robotica sociale, una correlata sottocategoria (che potrebbe divenire disciplina autonoma) di ROBOTICA POLITICA; in altre futuribili parole, un superobot, con preparazione onnicomprensiva (in virtù della sua natura interdisciplinare), intelligentissimo, incorruttibile per definizione  (oltre a tanto altro e, forse, simpatico); un unicum, nel campo sempre perdente della Politica.                    In tal senso, alcuni elementi di valutazione.                                              La robotica, come noto, è la disciplina dell’ingegneria che studia e sviluppa metodologie le quali rendono possibile che un robot esegua compiti molto particolari e settoriali riproducendo, in modo automatico, l’agire umano. Ovviamente, è una disciplina dell’ingegneria in cui confluiscono anche altre branche (umanistiche e scientifiche), a parte l’informatica, come la fisiologia, psicologia, fisica (direi anche la sociologia).                                                   I suoi campi di utilizzo trovano applicazione in molteplici contesti e rimanendo nella succitata robotica sociale che assurge al lodevole compito di far diventare i robot sempre migliori nell’intento di interagire e comunicare, sempre più autonomamente, con gli esseri umani.        Si potrebbe iniziare, anche nell’impreparato giorno d’oggi, provando l’alternativa con un Consigliere comunale !

    Luciano Di Camillo              

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