Il pipistrello ha chiuso teatri e cinema

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1 Dicembre 2020

Da un certo punto di vista gridare tanto per le misure restrittive che in tempo di pandemia hanno chiuso cinema e teatri, in quanto sarebbero indispensabili come le farmacie, mi sembra troppo. Al cinema sono anni che non va nessuno, ovvero 90 milioni di biglietti venduti all’anno vuol dire che gli italiani di media anche senza covid vanno al cinema una volta e mezza all’anno… In teatro la situazione è molto peggiore: 14 milioni di biglietti venduti all’anno significa che ogni  italiano va a teatro di media una volta ogni quattro anni. In realtà le cose stanno diversamente, ovvero il 97% degli italiani non va né al cinema né a teatro e, la maggioranza di questi, si nutre di televisione e soprattutto viaggia in internet godendosi youporn, calcio, Facebook, Instagram, mentre solo il 3% va al cinema e a teatro più volte all’anno in modo assiduo come negli anni ’50 e ‘60.

Si tratta di una minoranza per lo più molto raffinata culturalmente, spesso impegnata socialmente e politicamente, che non sopporta il divano e alcune trasmissioni trash che fanno grandi ascolti. Quindi attualmente con la chiusura di teatri e cinema entra in sofferenza il 3% degli italiani per qualche mese e questo per la verità penso sia un danno tollerabile in una condizione di emergenza. Però gravissimo è il disagio per gli artisti e i lavoratori dello spettacolo già precari in tempi normali. E per quanto riguarda quel 3% di pubblico che per un po’ non potrà andare al cinema e teatro, bisogna dire ai nostri maggiorenti politici che, se fosse scientificamente provato che non si siano osservati contagi in teatro e al cinema, in quanto luoghi sicuri, la qualità di una democrazia si misura anche dal rispetto e dalla tutela delle minoranze. In ogni caso credo sia fondamentale che i lavoratori dello spettacolo approfittino della chiusura per elaborare nuove strategie volte a riconsiderare in modo innovativo tutto il comparto dal punto tecnologico, sindacale e in generale di politica culturale per la ripartenza post covid, così da rilanciare tutto il settore, ormai da troppo tempo anemico, dello spettacolo dal vivo  sempre più istituzionalizzato e accentrato in poche mani e in modo da rivitalizzare il rito della sala cinematografica.

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CAT: Beni comuni, Teatro

2 Commenti

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  1. raffaella 3 anni fa

    Articolo stupendo. In pochissime parole ha detto tutto quello che c’è da dire. Condivido in toto. Grazie da una lavoratrice dello spettacolo.

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  2. alessandrobottai 3 anni fa

    Non se te ne sei accorto, ma stai facendo un discorso terribile.
    Che importa – dici tu – del 3% degli italiani? Se Cinema e Teatri stanno chiusi qualche mese, tutto sommato parliamo di 4 gatti che anzi, potrebbero approfittare per ripensare alla loro attività. Certo, hai ragione, intanto che falliscono, intanto che perdono tutto quello che hanno, potrebbero dedicare le giornate a riflettere sul futuro. Un ottimo suggerimento.
    E che ne facciamo di tutti quelli che lavorano nei Cinema e Teatri? Mah, saranno anche quelli 4 gatti: dedicassero il tempo a qualcosa di costruttivo, per esempio a inventarsi un nuovo lavoro, se possono.
    E invece l’indotto? Chi fornisce bibite, pop corn, manutenzione, poltrone, proiettori? E chi fornisce i sistemi di biglietteria? Chi fornisce servizi di hosting per i siti internet di Cinema e Teatri? Chi stampa la carta dei biglietti? Mah, hai ragione, saranno anche quelli 4 gatti, pure loro – intanto che falliscono, mandano la gente a casa, non pagano le tasse perché non possono, non pagano i loro fornitori perché non possono – potrebbero pensare a qualcosa di utile, per esempio a come reinventarsi.
    Fantastico, un pensiero meraviglioso.
    Ma, guarda, voglio assecondare questa linea, mi piace molto. E per farti vedere che la pensiamo allo stesso modo, rilancio: ma perché tutto ‘sto casino solo per preoccuparci di pochi morti, età media 80 anni, oltre il 90% con altre patologie pregresse (sovrappeso, ipertesi, gente che ha certamente passato la vita a ingozzarsi, no?)? In fondo, ogni anno quanta gente muore di polmonite o solo per complicazioni della semplice influenza? Non era meglio far finta di nulla? In fondo anche questi, se guardi bene, sono 4 gatti.

    Una sola cosa fa veramente la differenza tra una società civile e una accozzaglia di individui che pensano di far parte di una comunità: non si lascia indietro nessuno, neanche il 3%, perché se non ci salviamo “tutti”, non si salva “nessuno”.

    Sono certo di non aver capito fino in fondo quello che volevi dire, giusto? :-)

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