Un mare di ricordi. Per non andare alla deriva

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9 Dicembre 2018

Capita che un giovane capodoglio muoia arenato sulle coste siciliane. E capita che un giovane farmacista muoia per un incidente sulle strade siciliane. Da queste tragiche vicende, legate da fili invisibili e incredibili coincidenze, Carmelo Isgrò – il biologo marino che rinvenne la carcassa del capodoglio nel giugno 2017 e amico fraterno del farmacista scomparso il giorno successivo al recupero – decide di lanciare un’iniziativa affinché si realizzi un museo all’interno del Castello di Milazzo in cui esporre l’enorme scheletro del cetaceo ormai ribattezzato “Siso”, dal soprannome dell’amico morto. Ripulito e accuratamente conservato grazie alle sue amorose cure, lo scheletro dovrebbe costituire l’attrazione principale di uno spazio espositivo in cui il visitatore possa prendere coscienza dell’impatto antropico sull’ambiente marino (il capodoglio morì a causa di una rete illegale impigliata alla coda) e percepirne anche spazialmente la potenziale pericolosità. In una sala, infatti, dovrebbe trovare spazio anche la plastica rinvenuta nello stomaco dell’animale. Per concretizzare questa idea è attiva una campagna di crowfunding https://buonacausa.org/cause/sisoproject affinché si possa raggiungere la somma necessaria per un primo approntamento del museo. In tanti, famosi o meno, hanno dato il proprio contributo: lo “squalo” Vincenzo Nibali, campione siciliano legatissimo alla sua terra, ha lanciato un video in rete sollecitando le donazioni; lo studio UFO (Urban Future Organization), che ha una propria sede sulla costa tirrenica, ha donato il progetto per l’allestimento dello spazio espositivo.

Chissà che questa storia, nutrita di tragedie, possa tradire la tradizione siciliana e avere, almeno questa volta, un lieto fine.

 

 

in copertina: lo schizzo del concept di allestimento di Urban Future Organization

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CAT: acqua, Musei-Mostre

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