/CONFINI/ intervista a Daniela Scalia, sportiva, conduttrice, attrice

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4 Aprile 2021

per /CONFINI/

di Vera Pravda

 

 

Raccontaci di te: quali sono i campi che, per esperienza di vita o lavorativa ti sono più affini?

D.S: Ho vissuto per decenni credendomi portata per le cose classiche e “prefabbricate”, giocando accanitamente a pallavolo, poi una serie di disgrazie, a partire dalla morte di mio marito, mi ha fatto lanciare e capire cosa mi interessa davvero: il cricket, le serie TV, creare ed espandere sistemi nuovi per i corpi e le menti delle persone e delle aziende. Sì, anche le aziende hanno un corpo: sblocchi quello e sblocchi il fatturato. Oltre alle serie TV quello che mi appassiona di più è lavorare con adolescenti, normodotati e non. Per togliere i famosi blocchi, forse quelli che avevo anch’io, e che credevo limitassero solo il lato ginnico, non anche e soprattutto quello espressivo, lavorativo e dell’autostima.

Daniela Scalia negli studi di Sportitalia nella quale sono ambientate alcune scene di Sport Crime – © Daniela Scalia

Parlami del concetto di confine nella tua attività. Cosa significa ‘confine’ nel lavoro che fai?

D.S: Il confine, è che tutti “cerchiamo” il nuovo nel sistema vecchio e scaduto. Se devi imparare una lingua pensi, nella migliore ipotesi, ad appendere dei post-it o a guardare un tutorial, se un collega mi dice che si imparano le lingue con i pesi e i salti tendo ancora a mettere davanti un NO preventivo: quello che mi/ci hanno inculcato. Dici che no, è impossibile, che è giocherelloso, ma non serio. Voglio passare al NO ragionato, e abbandonare quello prefabbricato, questo è il confine sul quale sto lavorando e facendo lavorare.

Daniela Scalia sul set con Daniel McVicar – Clarke Garrison in Beautiful – Justin Keller in Sport Crime – © Daniela Scalia

E nella vita privata quali sono i confini che senti maggiormente visibili?

D.S: Sento come un confine il dover sempre girare intorno alle cose, il sentirsi in dovere di perdere un po’ di tempo, ci sono troppe cose belle, bisogna usare il tempo per cose divertenti, a costo di sembrare scortesi. Non sono ancora immune. Mi accorgo che l’imprenditoria italiana è fatta di figli di papà, o peggio ancora di mamma. Mi approcciano con grandi idee, girano intorno, ma vogliono solo passare tempo con me o arrivare a Luca (Tramontin ndr.), e non hanno nessun potere decisionale. Spendono i soldi dei genitori fingendo di avere una base o delle idee imprenditoriali.

Daniela Scalia al Collettivo Virale di Milano con gli altri protagonisti di Sport Crime. Da sinistra Toussaint Mavakala, Luca Tramontin, Nabila Jaziri, Elettra Mallaby, Daniela Scalia, Daniel McVicar – © SportCrime

In questi giorni di ‘confino’ come è cambiata la tua percezione dei confini?

D.S: Noto che troppe persone “amano” il Covid19, ne fanno un argomento di conversazione, non un problema da affrontare seriamente e risolvere. Quasi un dovere di fare la faccia triste, perché se sei dinamico sembra che sottovaluti le cose, non che reagisci e agisci. Se ti alleni e alzi le difese immunitarie sembra che non ti disinfetti e porti a spasso il virus al guinzaglio. Però il lavoro in generale è migliorato e il vero carattere delle persone è spesso emerso, si può sprecare un po’ meno, quindi si ricorre alle persone di valore. Mi solleva sapere chi devo “tenermi” e chi devo tagliare, credo che la mostruosità del virus mi abbia aiutata in questa selezione, spero di non essere l’unica.

Daniela Scalia, sessione di Rugball, una forma intermedia per sviluppare il senso motorio e percettivo dei giovani calciatori del Lugano © Daniela Scalia

Come pensi che cambieranno le nostre vite dopo questa esperienza? Quali saranno i nostri nuovi confini?

DS: Credo che molti abbiano capito l’importanza della salute. Spero che calino le battute tipo “sani o malati se deve tutti morì”. Meglio che accada tardi, in piena salute, magari ridendo e senza pesare sugli altri.

 

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Daniela Scalia, produttrice e attrice della serie TV SPORT CRIME. Giornalista, conduttrice, giocatrice di rugby e cricket. Pallavolista passata in età adulta a football australiano, rugby, cricket e altre forme di sport di squadra, ha collaborato per anni all’ideazione della formula Orules (formula specifica di rugby a contatto full body estendibile anche a disabilità gravi). Ha condotto a lungo magazine documentari sulla storia, le strutture di gioco e le valenze psicologiche degli sport britannici. Allena squadre di diversi sport, classi scolastiche, team di lavoro. Parla fluentemente inglese e francese.

 

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/CONFINI/

 

@Confiniartproject è un instaproject, un’opera d’arte partecipata creata con i contributi visivi inviati durante l’emergenza #coronavirus .

È un progetto dell’artista visiva Vera Pravda in collaborazione con Viafarini DOCVA – Documentation Centre for Visual Arts per generare comunità culturali, stratificazione visiva, vicinanze virtuali in questo tempo sospeso.

Chi desidera può partecipare al progetto con uno o più immagini o video sui confini su www.confiniartproject.it o condividendo su instagram foto di libri sui confini con gli hashtags @confiniartproject e #confinibookchallenge

In affiancamento alla pagina Instagram, riportiamo qui highlights e approfondimenti.

 

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TAG: cinema, confini, ConfiniArtProject, Daniela Scalia, Fiction, intervista, serie tv, Sport Crime, Vera Pravda
CAT: Altri sport, Cinema

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