Ordine pubblico ed economia, Biden insegue Trump su tutto

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5 Settembre 2020

Il 2020 doveva essere l’anno delle elezioni per decidere se alla Casa Bianca si conferma o meno Trump, invece, è diventato l’anno della pandemia, della conseguente crisi economica e ora anche della violenza. Quella perpetrata ai danni degli afroamericani, quella in cui sfociano alcune manifestazioni di protesta contro il razzismo, quella che finisce sui giornali e crea indignazione e paura. Il risultato è una situazione caotica e un Paese diviso, il tutto durante una campagna elettorale atipica, senza i mega raduni delle convention e dei rally, in cui Donald Trump, nonostante lo svantaggio dei sondaggi, riesce ancora a orientare il dibattito pubblico.

Dopo la morte di George Floyd, avvenuta a fine maggio a Minneapolis, in Minnesota, l’opinione pubblica è rimasta sgomenta. Il movimento black lives matter ha ripreso forza e ha trovato sostegno tra celebrità, grandi aziende e personaggi del mondo dello sport. Sono cominciate le proteste, alcune violente. Floyd non è l’unico ad essere morto in circostanze controverse. Le persone hanno conosciuto la storia di Breonna Taylor, morta a seguito di una sparatoria durante una perquisizione nella sua abitazione a Louisville, in Kentucky, lo scorso marzo. Mentre si richiamava l’attenzione su altri casi controversi accaduti anche anni fa, a fine agosto un altro afroamericano, Jacob Blake, è stato colpito alla schiena ed è rimasto paralizzato, con dinamiche ancora da chiarire. È accaduto a Kenosha, in Wisconsin, dove si sono recati sia Donald Trump che Joe Biden. I due hanno un modo diametralmente opposto di riferirsi al problema. Donald Trump ha assicurato risorse per garantire l’ordine pubblico, la sicurezza e un aiuto alle piccole imprese danneggiate dai saccheggi seguiti al ferimento di Blake. Joe Biden, invece, ha incontrato i suoi familiari. In un tweet sulle proteste che stanno attraversando gli Usa, l’ex vicepresidente ha detto: “Voglio essere assolutamente chiaro. Trasgredire non è protestare. Saccheggiare non è protestare. È illegalità, chiara e semplice. E coloro che lo fanno devono essere perseguiti”. Garantire l’ordine pubblico è la linea di Trump, riunire un Paese sempre più lacerato è l’obiettivo di Biden.

Non sorprende dunque che il primo usi lo slogan “Law and Order”. Come evidenziato sul New York Times, se quatto anni fa il messaggio era tutto incentrato sulla costruzione del muro con il Messico, stavolta è proprio lo slogan usato da Nixon nel 1968 ma rischia di essere debole per due motivi. Il primo è che ignora la crisi economico-sanitaria conseguente alla pandemia, in secondo luogo Nixon non era presidente quando usava quello slogan per conquistare gli elettori. Ora, al contrario, Trump è in carica e non è un caso che Biden in Pennsylvania si sia chiesto se effettivamente qualcuno crede che ci sarà meno violenza in America con la rielezione di Donald Trump, dal momento che lui è il presidente anche ora.

Se i democratici pongono l’accento sullo spettro del razzismo esulla necessità di una riforma del sistema giudiziario, i repubblicani evidenziano l’urgenza di rispristinare l’ordine pubblico e riparare i danni causati dalle proteste. In un focus group virtuale relativo al Wisconsin, di Engagious / Schlesinger, riportato da Axios, solo due dei dieci partecipanti alla sessione di questa settimana hanno detto che voteranno per Biden. I focus group non hanno la medesima attendibilità dei sondaggi, ma iltimore è che il candidato democratico si preoccupi più dello spettro del razzismo che di garantire la sicurezza a quanti subiscono le conseguenze delle proteste. Non c’è infatti solo un’America indignata per quanto accaduto a Floyd, Blake e altri, c’è anche un’America infastidita dai saccheggi che non va sottovalutata e c’è poi l’America, tutta, colpita dalla crisi economica seguita alla pandemia. I democratici avrebbero potuto evidenziare una serie di dati economici per mettere sotto esame la presidenza Trump. Ad agosto il tasso di disoccupazione era sceso al 10,2% ma era comunque superiore al valore raggiunto nell’ottobre del 2009, si è contratta la produzione ed è notizia recente che il debito federale potrebbe essere maggiore del prodotto interno lordo degli Stati Uniti, per la prima volta dal 1946. Eppure l’economia non è centrale nel dibattito pubblico sempre più concentrato sulle proteste e i suoi effetti. Ancora una volta i democratici sembrano inseguire temi altrui. Trump si presenta come colui in grado di ripristinare l’ordine e in casa demsi evidenzia come stia fallendo nell’intento dal momento che è lui il presidente, Trump parla della necessità di sostenere chi ha subito conseguenze a causa dei saccheggi seguiti alle proteste e i democratici sottolineano che saccheggiare non è protestare e le violenze sono da condannare. La gestione della crisi economica e sanitaria intanto è lì, ennesima pratica ineludibile per la politica americana.

Non ci sono i rally elettorali quest’anno ma mai come stavolta gli elettori vanno raggiunti e avvicinati metaforicamente per non fari sentire soli e insicuri e per dare loro risposte a problemi che non immaginavano nemmeno di avere.

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CAT: America

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