Caso Henri Pick: Giallo alla biblioteca dei ‘falliti’ con ‘corpus’ riciclati

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24 Dicembre 2019

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Le variabili che concorrono a determinare il successo di un libro sono tante, ma quando fattori diversi – strategie di marketing promozionali, consenso critica/lettori, effetti dei social media, passaparola ecc. – arrivano miracolosamente a congiungersi, la fama per l’autore è assicurata, e talvolta si può gridare al capolavoro – caso molto raro! –, o trovarci anche davanti a un’operazione puramente commerciale.
D’altra parte, uno scrittore sconosciuto è normale che ambisca alla notorietà, scendendo persino a compromessi ambigui pur di ottenerla; tuttavia c’è chi preferisce vivere nell’intimità la propria arte, e morire anonimo, folle e nella totale miseria, sperando di godere una gloria postuma, dopo la dipartita.

Il mistero Henri Pick – Fotogramma © Mandarin Production – Gaumont, 2018

Potrebbe essere il caso di Henri Pick, un pizzaiolo bretone, che si presume abbia scritto in segreto un grande romanzo mai pubblicato, divenuto improvvisamente un best seller, due anni dopo la sua morte. Il favorito dalla sorte è il protagonista ‘assente’ dell’ultimo film di Rémi Bezançon – noto per Le premier jour du reste de ta vie (2008) – che adatta, insieme alla co-sceneggiatrice Vanessa Portal, l’omonimo libro di David FoenkinosIl mistero Henri Pick (Éditions Gallimard, 2016).
Difatti, la trasposizione cinematografica, rispetto all’opera originale, pone il focus su uno dei personaggi – che nel libro appare solo dalla metà –, e cioè quello del critico Jean-Michel Rouche (interpretato da Fabrice Luchini) il quale, di fronte al caso letterario, si rifiuta di credere alla palese messinscena editoriale, esprimendo nel corso di una trasmissione televisiva tutti i sospetti nutriti sul misterioso Henry Pick che – secondo le dichiarazioni della vedova – “non ha mai letto, né scritto nulla oltre alla lista della spesa!”. Per di più, il romanzo del pizzaiolo Pick, Le ultime ore di una storia d’amore, non è un libro di ricette afrodisiache – come un altro testo citato, Il sushi e l’arte della masturbazione, ode erotica al pesce crudo! –, ma racconta, con una ‘forte tragicità’ in equilibrio tra Eros e Thanathos, la fine di una storia d’amore, intrecciata con l’agonia del grande poeta russo Aleksandr Puškin, ferito mortalmente in duello.

Fabrice Luchini – Fotogramma © Mandarin Production – Gaumont, 2018

“Chi poteva scrivere un libro simile e decidere di restare nell’anonimato?” “Chi è davvero Henri Pick?” Sono le domande ossessive alle quali Jean-Michel Rouche cerca di dare una risposta, indagando sulla vera paternità del manoscritto che fin dalla sortita gli ha causato danni, tra cui il licenziamento con un sms dal programma televisivo Infinitif, l’abbandono da parte della sua compagna e il discredito come critico letterario. Per scovare le prove, si trasferisce addirittura nel luogo del misfatto, a Crozon – piccolo paese di mare in Bretagna, sulla punta di Finistère, alla ‘fine del mondo’ –, dove Daphné Despero (Alice Issaz), rampante giovane editor della casa editrice Grasset, ha trovato il capolavoro di Pick, per caso, tra gli scarti editoriali dell’unica Biblioteca dei libri rifiutati in Francia. [Ispirata allo scrittore americano Richard Brautigan che la descrive nel suo romanzo del 1971 L’Aborto, la Brautigan Library – nata nel 1990 a Burlington, nello Stato del Vermont e spostata nel 2010 a Vancouver, nello stato di Washington dove è aperta al pubblico al Clark County Historical Museum – raccoglie tutti i libri scartati dagli editori, ndr].

Biblioteca dei libri rifiutati a Crozon – Fotogramma © Mandarin Production – Gaumont, 2018

La trama del film avanza, attraverso modalità hitchcockiane, tra falsi indizi e depistaggi da perfetto giallo deduttivo: un thriller senza cadaveri ma con corpus di rifiuti letterari riciclati, dove l’investigatore Rouche/Luchini, come il detective Sherlock Holmes o Auguste Dupin, o Hercule Poirot, non cerca “chi l’ha ucciso” ma “chi l’ha scritto?”. Il regista Bezançon costruisce un avvincente intrigo letterario, un’indagine colta, intelligente, ironica e divertente, dove il mistero, al centro della vicenda, cattura l’attenzione del pubblico, avvinto dal ritmo incalzante della suspenseIl mistero Henri Pick – che rimarca le conseguenze enormi della parola scritta – è altresì una satira dall’interno al mondo dell’editoria e alle sue scelte basate sempre di più sul valore monetario di un testo che sul talento dell’autore. La sceneggiatura rivolge critiche acuminate anche alle continue recensioni spazzatura/promozionali, fast junk reviews, dettate dall’interesse a conservare buone relazioni con case editrici, autori, editor, uffici stampa, ecc. ecc.

Fabrice Luchini e Camille Cottin – Foto di Roger Arpajou © Mandarin Production – Gaumont, 2018

Fabrice Luchini nella parte dello snob parigino, pomposo, riluttante – prima temuto critico per i suoi giudizi/oracoli, poi defraudato del potere di influencer letterario –, è come sempre un perfetto interprete, sostenuto in questa circostanza dalla reale passione per la letteratura, che lo contraddistingue quale attore/comédien colto e preparato. Persino la sua chiara dizione – a volte un po’ affettata – è qui un elemento caratterizzante che contribuisce alla resa eccellente del personaggio, anche quando si rilassa con una canna liberatoria. Nella risoluzione dell’enigma, Luchini è ben affiancato da Camille Cottin che interpreta Josephine, la figlia di Henri Pick: insegnante, topo da biblioteca, indipendente, con un figlio da crescere, è intenta anche lei a scoprire la verità sul padre, pur proteggendo soprattutto la madre Madeleine (una brava Josiane Stoleru) appena catapultata sotto le luci dei riflettori “inebrianti e insopportabili” dei mass media. Dà un ottimo contributo alle ricerche investigative anche la trepida bibliotecaria dal cuore ferito Magali Rose (Marie-Christine Orry), che ama definirsi la “Madre Teresa degli scrittori mancati”. Degno di nota è il cammeo di Hanna Schygulla (nel ruolo di Ludmila Milotchka Blavitsky): da antica musa di Fassbinder disorienta le indagini, ma forse è anche l’ispiratrice di Henry Pick – che dedica a M. il suo libro.

Hanna Schygulla – Fotogramma © Mandarin Production – Gaumont, 2018

Alla fine si scoprirà il vero autore, il quale – impossibilitato a rivendicare la paternità del romanzo a causa degli effetti disastrosi che provocherebbe lo svelamento del suo stesso inganno, o forse perché preferisce l’amore al successo –, è costretto a nascondersi, come un “animale perseguitato”, dietro la sua “creatura” e accettare umilmente di essere un famoso scrittore ‘sconosciuto’. E con un gesto che simboleggia la volontà di rinuncia definitiva, quale prova del suo fallimento, atto a cancellare ogni parola, il vero Henry Pick inizia il pellegrinaggio laico verso il “santuario dell’anti-posterità”, portando a piedi e di persona – come da regolamento – il suo ultimo libro-confessione, L’uomo che dice la verità (La Révélation), per trovargli il giusto loculo nel cimitero dei ‘falliti’ e sacrificarlo tra gli scaffali della biblioteca degli scartati, espiando così la colpa prima di essere dimenticato per sempre.

© Giuseppe Tumminello

 

SCHEDA DEL FILM

Titolo originale Le mystère Henri Pick
Titolo edizione italiana Il mistero Henri Pick
Lingua originale Francese
Paese Francia
Anno 2019
Genere Commedia
Durata 100 minuti
Data di uscita italiana: 19 dicembre 2019

Regia Rémi BEZANÇON
Sceneggiatura Rémi BEZANÇON e Vanessa PORTAL
Adattamento dal romanzo Le mystère Henri Pick di David FOENKINOS, Editions Gallimard (2016),
pubblicato in Italia da Mondadori Libri (2017)
Prodotto da Isabelle GRELLAT DOUBLET, Éric ALTMAYER, Nicolas ALTMAYER
Fotografia Antoine MONOD – AFC
Montaggio Valérie DESEINE
Scenografia Maamar ECH-CHEIKH
Sonoro Marc ENGELS, Olivier WALCZAK, Anne GIBOURG, Emmanuel CROSET
Musiche originali Laurent PEREZ DEL MAR
Trucco Michelle CONSTANTINIDES
Acconciatura Stéphane MALHEU
Costumi Marie-Laure LASSON
Segretaria di edizione Isabelle PERRIN-THEVENET
Primo assistente alla regia Jean-Louis FRÉMONT
Direzione di produzione Pascal BONNET
Direzione di post-produzione Patricia COLOMBAT
Casting Nadia NATAF

una co-produzione MANDARIN PRODUCTION, GAUMONT, France 2 Cinéma, Scope Pictures
con la partecipazione di Canal+ , Ciné+, France Télévisions
con il sostegno di Région Île-De-France
e la partecipazione di Entourage Pictures
Vendite Gaumont
Distribuzione italiana I Wonder Pictures, Unipol Biografilm Collection
Ufficio stampa PUNTOeVIRGOLA

CAST ARTISTICO
Jean-Michel Rouche (il critico letterario) Fabrice LUCHINI
Joséphine Pick (la figlia di Henri Pick) Camille COTTIN
Daphné Despero (la giovane editor della casa editrice Éditions Grasset & Fasquelle) Alice ISAAZ
Frédéric Koska (il giovane scrittore compagno di Daphné Despero) Bastien BOUILLON
Madeleine Pick (la vedova, moglie di Henri Pick) Josiane STOLERU
Inès de Crécy (la direttrice della casa editrice Éditions Grasset & Fasquelle) Astrid WHETTNALL
Jean-Pierre Gourvec (il fondatore della Biblioteca dei libri rifiutati a Crozon, solo nel documentario) Marc FRAIZE
Magali Roze (la bibliotecaria della Biblioteca dei libri rifiutati) Marie-Christine ORRY
Gérard Despero (il padre di Daphné Despero) Vincent WINTERHALTER
Brigitte Rouche (la compagna di Jean-Michel Rouche) Florence MULLER
Bénédicte Le Floch (la direttrice del Club dei lettori di Crozon) Annie MERCIER
Cugino di Gourvec (uomo sulla sedia a rotelle, nella casa di riposo, con laringofono) Jean KERGRIST
Professoressa di russo Youlia ZIMINA
Proprietari della crêperie (nuova gestione del ristorante di Henri Pick) Muriel RIOU, Hervé MAHIEUX
Barman Hôtel Bristol Clément VIEU
Aleksandr Puškin Pierre BOUREL
Henri Pick (solo nelle foto) Jean-Claude TAGAND

e con la partecipazione straordinaria di
Hanna SHYGULLA nel ruolo di Ludmila (Milotchka) Blavitsky (amante di Jean-Pierre Gourvec)

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CAT: Cinema, Letteratura

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