Lo spirito religioso oggi. Contro il fanatismo

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19 Febbraio 2015

Il declino delle religioni, l’ascesa  in importanza del capitalismo, la burocratizzazione generalizzata delle attività, la socializzazione della scienza impongono la prevalenza della razionalità logico-sperimentale o “cognitivo-strumentale” come la definisce Max Weber,  ossia il prevalere della visione razionalista su quella magico-sacramentale offerta dalle confessioni religiose. Ne segue per molti (che nelle religioni trovavano conforto e risposta a tutto) il “disinganno del mondo”, la “perdita di un senso unificato del cosmo”, la crisi morale e culturale che si manifesta col cosiddetto  “politeismo dei valori”.

Fin qui  è quel che scriveva in buona sostanza Max Weber nella parte finale della sua avventura di ricercatore sociale. Ciò che il grande intellettuale tedesco non aveva assolutamente previsto è che la religione si è ripresa i suoi spazi  non solo con il  proliferare di nuove sette, lontane dai grandi monoteismi , oppure combinazione di essi,  ma soprattutto  in forme e modalità intellettuali e spirituali insospettabili, le quali  non sono religioni in senso stretto ma   con la religione condividono tratti comuni e impostazioni di fondo:  l’ intransigenza verso gli altri “non credenti” visti spesso come nemici allo stato puro; spirito di separatezza;  fondamentalismo di vario genere; fanatismo, proselitismo e intolleranza. Tutto ciò appare sempre più nella nostra epoca in territori apparentemente lontani dalle religioni:  nelle opzioni politiche (noi puri contro tutti gli altri impuri); in quelle degli stili di vita e del gusto (vegetarianismo  e forme sue più intransigenti); nell’animalismo più spinto; nel NO-Tutto (no Tav, no Triv, no Muos, no Expo) ecc ecc.

Una volta i mali venivano al mondo dalle pestilenze,  dalle carestie, dagli uragani:  dal ‘500 in poi (ossia proprio dalle guerre di religione) sono venuti dalle idee,  contaminate queste con gli stati d’animo e le sue declinazioni biografiche più convulse, nonché dalle ideologie, dai totalitarismi, dai fondamentalismi che proprio dalle idee in forma parossistico-religiosa traggono alimento. Sono state le idee ridotte a disturbi comportamentali  collettivi che hanno fatto  collassare più volte l’umanità su stessa. Il fenomeno è in fieri e personalmente mi attendo ancora più grandi catastrofi. L’unica battaglia che mi sento di fare contro tutto ciò è predicare il razionalismo critico e la tolleranza. Per il resto non credo che ci siano altre risposte. (P.S. Mangio carne raramente e davanti ai cavolfiori e alle verze ho inenarrabili sensi di colpa, mi sembra di ricordare la frase di Dante: “Perché mi scerpi? / non hai tu spirto di pietade alcuno? / Uomini fummo, e or siam fatti sterpi” (Inferno, vv. 35-37 ).

 

TAG: fanatismo, Max WEber, religioni
CAT: costumi sociali, Religione

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