Metà donne – Più donne al potere fa bene a tutti

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8 Marzo 2019

La attuale corsa al collasso ecologico ed economico è stata interamente guidata dagli uomini. Perché non cambiare guidatore? Chi ha fatto tutte le guerre? Uomini. Chi ha fatto tutti i bambini? Donne. Chi in tutta la vita ha in corpo solo un migliaio di gameti (uno vale uno), da proteggere e spendere come tesori? La donna. Chi in tutta la vita produce miliardi di miliardi di gameti (uno vale l’altro) da spendere e spandere? L’uomo. Chi sa e deve, per natura e cultura, prendersi cura? Donne. Chi per testosterone e per cultura sa meglio distruggere e uccidere? Uomini. Quali Paesi sono al vertice delle classifiche mondiali di benessere, equità, rispetto, socialità, accoglienza, protezione della natura? I paesi scandinavi. In quali Paesi le donne hanno più diritti, responsabilità e potere? Nei Paesi scandinavi. Chi, in tutte le democrazie, preferisce votare forze politiche che si impegnano per la giustizia sociale e la protezione della natura? Molte più donne che uomini.

La tendenza a prendersi cura delle persone, delle cose e della natura è più frequente nelle donne che negli uomini anche quando esse occupano posti di manager, funzionarie, politiche, ministre, cape di governo o di Stato.  Più donne al potere fa bene a tutti, compresi gli uomini. A volte alcuni di noi prendono spontaneamente decisioni migliori, quando ci sono donne a decidere insieme a noi. Non è vero che siamo tutti incorreggibili. Quindi, se un Aladino politico permettesse che uno solo dei miei molti desideri di migliorare il mondo si realizzasse, direi: metà donne. Intendo dire: almeno tante donne quanti uomini nelle posizioni di potere.

TAG: cura, donne, potere, uomini
CAT: diritti umani

5 Commenti

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  1. lina-arena 5 anni fa

    manca un interrogatorivo: chi ha llevato briganti, ladri e corrotti? le donne che li hanno generati. Non vi aspettate troppo dalle donne. sono anche peggiori degli uomini.

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  2. massimo-crispi 5 anni fa

    É difficile, per me, scrivere ciò che sto per scrivere perché di certo trovo sempre qualcuno che poi mi accusa di sessismo quando in realtà non lo è.
    Non è il genere che fa la differenza in una presenza equamente ripartita ma l’intelligenza, l’acume, la sapienza.
    Non me ne faccio niente del 50% di donne in posti di potere se poi buona parte di queste si dimostra anche più arrivista, più sanguinaria, più orrenda degli uomini a cui si vorrebbe attribuire la palma dell’aggressività. Donna non significa necessariamente buona e mansueta come uomo non significa necessariamente orco e assassino. Annamaria Franzoni era una Medea, Sabrina Misseri e Cosima Serrano erano due assassine ai danni della nipote e cugina Sarah Scazzi, con premeditazione! Così come gli autori maschili di uxoricidi e infanticidi. Tali e quali.

    Io osservo che le donne al potere che abbiamo avuto e che abbiamo non sono tutte buone e care, in parte certamente sono ammirevoli e hanno contribuito a migliorare l’ambiente e la società, ma quando vedo elementi come Margaret Thatcher, Hillary Clinton, Condolezza Rice, Madeleine Albright e il loro cinismo, soprattutto nelle guerre accese durante il loro potere, e le frasi infelici a loro sfuggite (i bambini morti in Iraq come effetti collaterali inevitabili), mi ribolle il sangue. E dico che no, non è con la presenza di più donne che il mondo si migliora ma con la presenza di persone consapevoli, intelligenti e volte a un reale progresso, sia uomini che donne, non di guerrafondaie spietate e ciniche.
    L’orrenda Hillary fece la parte della santa, perdonando pubblicamente il marito, facendo passare per puttanella la Lewinsky… una donna, non un uomo, che fa passare per puttana un’altra donna di cui quell’uomo ha abusato.

    Non è colla rivelazione tardiva che Asia Argento salva sé stessa per poi essere travolta da una disattenzione analoga nei confronti di un minorenne. Ma è orrendo usare l’essere donna come vittimismo quando poi si fa lo stesso degli uomini. Fermo restando che il potere usato da Weinstein era disgustoso. Ma una donna adulta può sempre dire no, come hanno fatto molte altre, senza contaminarsi coll’opportunismo. Non è la giovane rapita e violentata in un garage da un branco o l’impiegata bullizzata dal capo o dai colleghi. Quella sì che è una vera vittima.

    Non me ne faccio nulla di una Mussolini, di una Gelmini, di una Moratti, di una Meloni e di molte altre, anche di schieramenti opposti, che distruggono ogni cosa che passi loro tra le mani o trattino le cose con sufficienza. Non mi basta che siano degne di rispetto solo perché donne. Vorrei piuttosto vedere più Anne Marie Ortese, più Else Morante, più Natalie Ginzburg, più Anne Magnani, più Tiziane Panella, più Serene Dandini. Ma quelle purtroppo non abitano i palazzi del potere. Vorrei vedere donne di qualità al posto di uomini senza qualità, non altre donne senza qualità come i loro corrispettivi maschili. Sono i pensieri e le azioni che fanno la differenza.

    Vorrei anche che ci fossero molti più uomini (e donne) di qualità. Vorrei non vedere scranni affollati di donne solo perché donne e basta. Non è una questione di numeri per il genere, è una questione di numeri per intelligenze. Non si migliora nulla altrimenti. È un falso mito dell’uguaglianza, codesto, secondo me. La discriminazione non dev’essere in base al genere ma in base alla saggezza, alla cultura, alla reale capacità di aggiungere qualcosa al presente.

    Il fisico Alessandro Strumia che ha detto che la fisica è roba da uomini è, per esempio, un uomo pieno di pregiudizi sui quali basa la prevalente bravura degli uomini sulle donne. Ma anche la donna che dice che gli uomini non dovrebbero sedersi a gambe larghe perché ciò significa prevaricazione sul territorio o i deliri della femminista Rebecca Solnit, che si offende se a spiegarle delle cose che non sa è un uomo, sono aberrazioni che tutto fanno tranne che migliorare il mondo.

    Le qualità sono cose che si coltivano, per cui si lotta, che non sono sempre innate, si acquisiscono coll’istruzione, colle letture, colle frequentazioni. E non sono né esclusivamente maschili né esclusivamente femminili. Ben vengano i Nobel alle donne che se lo meritano, così come per gli uomini che se lo meritano. Ben vengano i Nobel alle PERSONE che se lo meritano.

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  3. cincinnato 5 anni fa

    Massimo Crispi: un’ampia riflessione che condividiamo pressoché in toto: l’intelligenza e le buone qualità non sono esclusive di genere. Uomini e donne possono suscitare plauso o biasimo (o tutto ciò che sta nel mezzo) a prescindere dal sesso. Se solo Crispi non avesse citato i nomi di quelle che ammira e poi di quelle che vorrebbe emarginare… Dio mio la Dandini.

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  4. lina-arena 5 anni fa

    A Catania, la Sopraintendenza BBAA e l’ufficio di urbanistica è stato retto da donne che hanno rovinato la città e l’ambiente in generale. Sempre a Catania ed in Sicilia in generale, donne che hanno svolto l’attività di commercialiste , hanno posto in essere gli stessi atti e le stesse procedure dei colleghi maschi ma non pare che abbiano pagato come questi ultimi. Sono privilegiate? E la parità dove la mettiamo?

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  5. massimo-crispi 5 anni fa

    Io ammiro Serena Dandini, come autrice e come presentatrice, perché ha saputo creare dei format televisivi e teatrali validi, con testi intelligenti, giocati sull’ironia. A lei perché non piace? Almeno cerchiamo di capire perché.

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