Così la Turchia tortura e uccide gli intellettuali

16 Marzo 2022

Viviamo in tempi di inusitata violenza. Cullati nell’ovatta della nostra democrazia occidentale (di cui non nascondiamo i difetti e le stortura) non riusciamo nemmeno ad immaginare cosa accada tutto intorno a noi, ad iniziare dal martirio della popolazione ucraina, barbaramente aggredita dagli assassini inviati dal presidente russo Vladimir Putin. Ma questo massacro disumano, che non è altro se non la ripetizione della strategia di politica estera applicata da Mosca in Siria ed in Cecenia, non deve farci dimenticare la sofferenza di altri popoli non lontani da noi, come il popolo turco, i cui eroi si stanno lasciando morire di fame in prigione, dopo anni di torture e processi farsa – come l’avvocatessa Ebru Timkit ed i ragazzi della band di musica popolare Grup Yorum.
Barbara Spinelli[1], avvocato di Bologna, respinta alla frontiera turca il 14 gennaio 2017[2]con divieto di reingresso[3], aveva cercato di marcare una presenza occidentale al suo processo. Invano: “Ebru ci ha lasciato un’eredità impegnativa, interrogarci sul ruolo dell’avvocatura nella difesa dei diritti e dello stato di diritto. Per capire il suo gesto, occorre capire le radici della scelta di dedicarsi all’avvocatura, in una società terribilmente statica nelle dinamiche di repressione del dissenso. Cosa significa essere giovani avvocate/i in Turchia dopo i fatti di Gezi Park[4]? Come ha vissuto l’avvocatura turca l’esperienza dello stato di emergenza dopo il fallito colpo di stato? Perché Ebru ha scelto il digiuno fino alla morte?”[5].
Spinelli ha seguito con attenzione gli ultimi anni del regime di Ankara, ed è stata testimone di “elezioni svolte sotto la minaccia armata, della vita nei villaggi e nei quartieri curdi sopravvissuti al regime di coprifuoco, alla fine del processo di pace”[6] ed ha “incontrato le profughe yezide nei campi di accoglienza della Turchia, del Rojava, del Kurdistan iracheno[7]”, partecipando a “matrimoni, funerali, feste di compleanno, manifestazioni, seminari[8]”, tutto materiale messo per iscritto e finito sui tavoli dell’ONU e del Parlamento italiano[9]. Parlare di Ebru Timtik e del suo sacrificio non può prescindere dall’esame complessivo della tragedia di un paese e del suo regime, che sopravvive solo grazie alla sua posizione miltare strategica.

Perché l’Occidente non aiuta le vittime del regime

La NATO e la sua struttura difensiva[10]

Il 23 e il 24 marzo 2021 a Bruxelles, il segretario di Stato USA Antony Blinken ha incontrato il ministro degli Esteri turco Mevlüt Çavuşoğlu e l’omologo greco Nikos Dendias[11]. L’agenda: le dispute nel Mediterraneo orientale[12], il sostegno degli Stati Uniti ai combattenti curdi in Siria e l’acquisto da parte di Ankara del sistema russo antimissile S-400, per il quale la Turchia è stata costretta a rinunciare ai caccia F-35[13]. Nonostante la crisi dei legami turco-americani, il segretario di Stato americano ha sottolineato quanto la Turchia sia un alleato prezioso[14]. Le stesse dichiarazioni del segretario generale della NATO Jens Stoltenberg del settembre del 2020[15], che ha invitato la Turchia a riaprire i negoziati con la Grecia. Il contrammiraglio Cem Gurdeniz, che dirige il centro studi marittimi della Koc University, ha detto: “Una guerra nel Mar Egeo significherebbe la fine della Nato e spingerebbe la Turchia definitivamente nell’orbita russa”[16].
Ankara approfitta della posizione di forza: da un lato la NATO teme uno strappo a Est, dall’altro l’Unione Europea teme un’invasione incontrollata di migranti. Con il peggiorare della situazione, dopo l’invasione dell’Ucraina, questa posizione, invece di raffoirzarsi, si indebolisce, come testimoniano le parole di Ursula von der Leyen al Consiglio Europeo: “Niente giustifica le intimidazioni di Ankara nei confronti di Grecia e Cipro nella disputa sulle risorse energetiche”[17]. Ma sulla difesa dei diritti umani in Turchia, visto che l’Europa tollera volentieri i maltrattamenti ai migranti, nessuno dice nulla. Per cui non solo gli Stati Uniti, ma anche l’Unione Europea, alla vigilia del Consiglio Europeo del 25 e 26 marzo 2021, hanno assunto una posizione più accomodante nei confronti di Ankara[18]. Un paio di frasi fatte di deprecazione, ma in sostanza un approccio positivo incentrato su commercio e migrazione. Nessun sostegno per le vittime del regime – almeno da parte dell’Unione Europea.
Dagli Stati Uniti è inutile attendersi qualcosa. La preoccupazione di Washington è di tenere unita la NATO nel momento in cui Vladimir Putin sta rischiando di scatenare una Terza Guerra Mondiale – come ricorda il Research and Development Centre of the Military University Institute[19]: “La NATO sta attraversando un momento di elevata complessità, derivante in gran parte dalle profonde divisioni interne che limitano la sua capacità di affrontare le varie sfide strategiche. (…) La maggior parte delle misure proposte per rafforzare  la coesione dell’Alleanza può essere attuata con successo solo se vengono adottate due misure essenziali: il riavvicinamento con la Turchia e il rafforzamento della cooperazione con l’UE”[20]. Per il pragmatismo americano, qui si tratta di impedire un’alleanza tra Ankara e Mosca, non di salvare la vita di qualche decina di intellettuali[21].
Un atteggiamento dimostrato anche da come gli USA hanno tradito i curdi, dopo averli blanditi ed usati contro il Califfato in Siria[22], ovvero con la dichiarazione di Donald Trump su Twitter: “È tempo per noi di uscire da queste ridicole guerre senza fine, molte delle quali tribali, e riportare i nostri soldati a casa. Combatteremo dove c’è un vantaggio per noi, e solo per vincere. Turchia, Europa, Siria, Iran, Iraq, Russia e i Curdi se la dovranno cavare da soli”[23]. Parole indegne alla luce del ruolo di argine giocato dai Curdi contro l’Isis[24]. Del resto, Trump ha usato lo stesso pragmatismo nei confronti dell’Arabia Saudita dopo l’assassinio di Jamal Khashoggi[25]. Erdoğan è perfettamente consapevole del proprio ruolo, ed ha chiarito infatti a più riprese che la sua cooperazione con Mosca non è un’alternativa ai suoi legami con l’Occidente[26]. Oltretutto, un fermo atteggiamento americano nei confronti Turchia che prevedesse pure effettive dure sanzioni economiche, potrebbe rappresentare carburante per la retorica nazionalista adottata dal governo di Erdoğan e rafforzarne il consenso.
La crisi finanziaria[27] viene affrontata reprimendo qualsivoglia forma di dissenso – come nel caso del Partito Democratico dei Popoli (HDP), il terzo partito più grande del Paese (di sinistra libertaria e filocurdo), per la magistratura si sta operando per ottenerne la chiusura[28] e per esigere le dimissioni da parlamentare del suo leader Ömer Faruk Gergerlioğlu[29] condannato a due anni e mezzo di carcere per aver chiesto al governo turco di riprendere il processo di pace con i curdi[30]. A ciò si aggiunge il fatto che Erdoğan, dal 2018, non ha più la maggioranza in parlamento senza il sostegno dei neofascisti dei Lupi Grigi di Devlet Bahçeli[31]. Erdoğan e Bahçeli sono convinti di poter arrestare l’emorragia di consensi coltivando l’elettorato della estrema destra nazionalista e quello dell’islamismo più radicale.

Il sacrificio di Ebru Timtik

Cosa accade alle famiglie turche colpite dalla repressione del regime[32]

La mancata separazione tra il potere esecutivo e quello giudiziario costituisce un grave vulnus al rispetto dei principi universali di giustizia. Nulla è cambiato dopo la riforma, avvenuta sotto la pressione dell’ONU, che ha al contrario aumentato la politicizzazione del Consiglio Superiore dei Giudici e dei Procuratori (HSYK)[33]: “L’aumento del numero di casi di arresto, detenzione e di avvio di indagini per accuse legate al terrorismo di avvocati che difendono individui accusati di terrorismo è di particolare interesse per lo Special Rapporteur. Il Principio fondamentale 18 prevede che gli avvocati non siano identificati con i loro clienti, ed il principio n. 20 afferma che gli avvocati godono dell’immunità civile e penale per le dichiarazioni pertinenti rese in buona fede nelle memorie scritte o orali o nelle loro apparizioni professionali dinanzi ad un tribunale. Questi principi sono tra i più violati su base quasi quotidiana (…) in Turchia”[34].
Parole profetiche, poiché l’uso politico del sistema giudiziario ha reso possibile, dopo la manifestazione di Gezi Park, di colpire avvocati, difensori di giornalisti e attivisti per i diritti umani, per il solo fatto di essersi difesi in giudizio. Quello degli attacchi contro gli avvocati è, purtroppo, un problema di cui si occupa, tra gli altri e con non poco impegno, anche il Consiglio degli Ordini Forensi Europei[35], attività che procede in due direzioni[36]: a) dando sostegno agli avvocati minacciati, inviando lettere alle autorità nazionali dei paesi interessati e sensibilizzando la comunità internazionale; b) dando sostegno al lavoro svolto dal Consiglio d’Europa in vista di una Convenzione sulla professione di avvocato che, negli auspici, dovrebbe diventare vincolate a livello globale[37]. Il 27 novembre 2020 questa organizzazione ha riconosciuto un Premio speciale per Ebru Timtik[38].
Ebru Timtik, avvocatessa ed attivista turca per i diritti umani di origine curda[39], è morta, a soli 42 anni, il 27 agosto 2020 dopo ben 238 giorni di sciopero della fame, uno sciopero iniziato a febbraio per chiedere un processo equo[40], non una farsa come lo era stato il suo, nel 2018, che le aveva comminato una condanna a 13 anni e 6 mesi perché ritenuta colpevole (sulla base di deposizioni anonime accettate dal giudiec Akin Gurlek[41], l’uomo che durante le udienze vieta la presenza dei difensori in aula[42]) di essere affiliata al DHKP-C (Fronte Rivoluzionario di Liberazione del Popolo), un gruppo di estrema sinistra considerato organizzazione terroristica dal governo turco, dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti[43].
Nel 2015 il DHKP-C è assurto agli onori delle cronache per aver rapito il procuratore Savci Mehmet Selim Kiraz[44], il magistrato che ha curato le indagini sulla morte di Berkin Elvan, il quindicenne colpito alla testa da un lacrimogeno nel giugno 2013 durante le proteste anti-governative a Gezi Park e deceduto in ospedale l’11 marzo 2014 dopo 269 giorni di coma[45], uno dei simboli della protesta di Gezi Park[46] – un rapimento finito con l’uccisione del giudice nel conflitto a fuoco tra i rapitori e le teste di cuoio turche[47]. Ebru Timtik faceva parte di un gruppo di 18 avvocati, membri di diverse associazioni progressiste, arrestati nel settembre del 2017[48] con l’accusa di collaborazione con il DHKP/C[49].
La vicenda è tristemente nota: 16 avvocati, tra cui Ebru Timtik e altre figure influenti dell’avvocatura turca, come Çagdas Hukukcular Dernegi, Selçuk Kozağaçlı e Yaprak Türkmen[50]), sono stati arrestati il ​​12 settembre 2017[51], poco prima dell’udienza in tribunale contro due loro clienti, Nuriye Gülmen e Semih Özakça[52], due docenti rei di aver osato protestare contro il loro illegittimo licenziamento[53]. Il loro arresto è stato accompagnato da una veemente campagna di stampa filogovernativa[54], una prassi iniziata fin dal cosiddetto “massacro dei minatori di Soma” del 2014[55]: 301 minatori morti, 80 feriti dovuti all’assenza di qualsiasi strumento di sicurezza[56]. Un disastro che ha visto il coinvolgimento attivo di Ebru Timtik[57], come pure di diversi altri avvocati[58], giunti sul luogo della tragedia per assistere le famiglie delle vittime[59].

Ebru Timtik [60]

Erdoğan definisce tutti come la sinistra che ha tradito i nostri martiri[61]. Il motivo è evidente da quando Selçuk Kozağaçlı, l’avvocato portavoce delle famiglie delle vittime di Soma, è stato arrestato[62]. Lo stesso accanimento viene usato contro il PKK, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, e contro gli oppositori del FETÖ, l’organizzazione nata da un ex alleato del regime, Fethullah Gülen: a giugno del 2018, sulla base dei dati forniti dal Ministero della Giustizia turco[63], ben 83’722 persone risultavano essere sotto processo per collegamenti con il FETÖ ed altre 203’518 per i legami con il PKK[64]. Stando a quanto reso noto dal Ministro della Giustizia turco, il 17% (quasi 45mila persone) dell’intera popolazione carceraria è composto da detenuti condannati o sotto processo per reati di terrorismo[65].
Il Governo turco ha chiuso molte associazioni di avvocati, riservando una particolare attenzione a quelle maggiormente concentrate sulle violazioni dei diritti umani:  la Progressive Lawyers’ Association (Çağdaş Hukukçular Derneği), la Free Lawyers’s Association (Özgürlükçü Hukukçular Derneği) e la Mesopotamian Lawyers’ Association (Mezopotamya Hukukçular Derneği)[66], mentre decine di altre, come la Law and Life Association (Hukuk ve Hayat Derneği), sono state chiuse con l’accusa di avere affiliazioni güleniste[67]. In questo contesto le pene comminate dal Tribunale il 19 marzo 2019 non sorprendono nessuno: 1) 18 anni 9 mesi di carcere per Barkin Timtik, 13 anni 6 mesi per Özgür Yılmaz, 13 anni 6 mesi per Ebru Timtik, 12 anni per Behiç Asci, 12 anni per Şükriye Erden, 10 anni 9 mesi per Selçuk Kozağaçlı, 10 anni 6 mesi per Engin Gokoğlu, 10 anni 6 mesi per Aytaç Ünsal, 10 anni 6 mesi per Solimano Gokten, 9 anni per Aycan Cicek, 9 anni per Naciye Demir, 7 anni 6 mesi per Ezgi Çakir, 3 anni 9 mesi per Yağmur Ereren, 3 anni 9 mesi per Yaprak Turkmen, 3 anni 9 mesi per Didem Baydar Ünsal, 3 anni 9 mesi per Ayşegül Çağatay, 2 anni 7 mesi per Zehra Özdemir[68].
Nei fatti, lo Stato di diritto, in Turchia, è morto[69]. Ankara ha sospeso gli accordi della Convenzione Europea per i Diritti Umani (CEDU) e del Patto Internazionale per i Diritti Civili e Politici (PIDCP)[70]. L’intervento della Corte di Strasburgo, richiesto tra gennaio e febbraio del 2017, non ha sortito alcun effetto – come era purtroppo accaduto nel caso dei 27’000 dei 30’000 ricorsi presentati da cittadini turchi per le condanne scaturite dal tentato golpe del 2017[71]. In base a queste decisioni, la Turchia viene considerata un paese “sicuro”, per cui, chi cerca di uscirne, non gode del sostegno delle leggi a favore dei rifugiati[72], una decisione odiosa e pragmatica che serve a giustificare i campi di concentramento per migranti in cui la Turchia tiene milioni di persone che, in questo modo, non arrivano in Europa[73].
L’Unione Europea è, a uso modo, gelidamente coerente. Come nel caso dei due giornalisti Sahin Alpay e Mehmet Asan Altan, condannati con l’ennesimo processo farsa, e poi liberati il 27 giugno[74] e il 16 marzo 2018[75] (sono comunque agli arresti domiciliari in attesa di giudizio), per il quale la Corte di Strasburgo ha deciso che la loro liberazione sia un segnale positivo proveniente dal governo turco, nonostante Erdoğan abbia commentato la vittoria dei loro avvocati con una minaccia: “Quegli avvocati che difenderanno persone accusate di terrorismo non possono che essere dei terroristi. Se agiscono in questo modo, devono pagare anche loro”[76]. La liberazione di questi due giornalisti è stata l’ultimo atto di clemenza. La Corte di Cassazione turca il 6 marzo 2019 ha condannato il giudice Altan a 11 anni e 3 mesi di reclusione, ed ha stabilito che il sospetto di appartenenza ad un’organizzazione criminale è sufficiente ad integrare il requisito della flagranza di delitto senza la necessità di stabilire alcun elemento di fatto o altri indicatori di un reato in corso[77].

Maggio 2016: la città curda di Cizre dopo gli attacchi dei miliziani turchi[78]

Spiega Kerem Altiparmak, ex professore di diritto costituzionale[79]: “Dal fallito golpe il codice penale è stato cambiato per ostacolare ogni forma di opposizione politica. L’articolo 314/2 criminalizza l’appartenenza a un’organizzazione armata, quindi basta aver parlato con un presunto terrorista per venire accusati di appartenenza”[80]. La persecuzione è peggiorata dopo la morte di Ebru Timtik. Dall’estate 2020, infatti, gli ordini degli avvocati delle principali città sono stati indagati per terrorismo, un centinaio di loro è stato arrestato: “In Turchia, secondo il rapporto degli avvocati turchi in esilio Arrested Lawyers Initiative, 1600 avvocati sono stati arrestati e messi sotto processo, 615 hanno subito una lunga carcerazione preventiva e 450 sono stati condannati complessivamente a 2786 anni di reclusione, con l’accusa di far parte di associazioni terroristiche oppure di fare propaganda al terrorismo”[81].
Contemporaneamente, anche la lotta contro i curdi è cresciuta. Le ONG denunciano continue violenze subite dai cittadini di Sur, Silvan, Nusaybin, Cizre, Silopi e di molte altre città curde ridotte alla fame: “Lo Stato turco ha attaccato questi insediamenti con armi pesanti ed equipaggiamenti che sarebbero stati mobilitati solo in tempo di guerra, violando di conseguenza il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza, e in particolare il divieto di tortura e maltrattamenti tutelato dalla costituzione e dalle convenzioni internazionali. Questo massacro deliberato e pianificato è in grave violazione delle leggi e dei trattati internazionali della Turchia di cui la Turchia è parte. Queste azioni sono una grave violazione del diritto internazionale”[82]. Erdoğan risponde: “Questa folla che si definisce accademica sta incolpando il governo” e “queste povere repliche di un intellettuale purtroppo parlano di uno Stato impegnato in un massacro. Voi cosiddetti intellettuali, non siete altro che forze oscure. Siete così oscuri e ignoranti da non avere idea di dove sia il sud-est o l’est di questo Paese”[83].

La tragedia del Grup Yorum

Grup Yorum è una band di musica popolare nata nel 1985 dall’incontro di quattro amici dell’Università di Marmara (Ayşegül Yordam, Tuncay Akdoğan, Metin Kahraman e Kemal Sahir Gürel) che, ispirandosi ai cileni degli Inti-Illimani, in pochissimo tempo assurge a capofila del genere musicale Halk Müziği, ovvero il “folk di sinistra”: tra il 1985 ed il 2020 ha pubblicato 25 album ed ha venduto oltre due milioni di copie, creando una cerchia di fans anche in tutta l’Unione Europea, specie nelle zone in cui è forte la presenza di esuli turchi e curdi[84]. La band non piace al potere, e la band è stata più volte costretta a cambiare formazione perché i singoli membri sono stati perseguitati, arrestati, torturati, esiliati o uccisi[85].
Grup Yorum si batte per il pacifismo, la tolleranza, la libertà, la parità di genere, l’integrazione interculturale ed interetnica – tutte cose che i politici di Ankara odiano e combattono con la violenza: cantano del massacro di Sivas del 1993[86], degli incidenti minerari degli anni 2000[87] e della protesta di Gezi Park del 2013[88], e partecipano alle manifestazioni di piazza, come spiega Altin Inan, uno dei suoi musicisti: “Il Grup Yorum è nato come reazione al colpo di stato del 12 settembre 1980 per dare voce ai giovani, per cui abbiamo partecipato a forum, raduni e azioni insieme a migliaia di studenti. Ai concerti del Grup Yorum gridiamo gli slogan della Sinistra Rivoluzionaria, ma non siamo iscritti a nessun partito, siamo semplicemente promotori di una lotta democratica contro lo sfruttamento e la tortura”[89].
Ed è proprio per il loro collocamento nell’area socialista, per i loro testi impegnati e per la loro sostegno alle manifestazioni contro il regime turco al fianco di studenti, operai, minatori, contadini, e di tutti i popoli oppressi dalla Turchia, che i membri di Grup Yorum sono odiati dal potere, che dapprima si è limitato a censurare ed a proibire concerti (l’ultimo concerto dal vivo risale al 2015) e la vendita dei dischi, ma poi, visto che non bastava, si è passati alla violenza ed alle torture[90]. Hanno subito oltre 400 processi per terrorismo e affiliazione al Fronte Rivoluzionario del Popolo, basato su denunce anonime ed interrogatori estorti con la tortura[91].
Nel 2002 la cantante Selma Altin e la violinista Ezgi Dilanm sono state arrestate dalle forze di sicurezza turche mentre manifestavano per reclamare la restituzione del corpo di un ragazzo rimasto ucciso nell’attacco a una stazione di polizia nel quartiere di Gazi, e sono state “torturate fin dal momento del loro arresto” e ridotte quasi in fin di vita[92]. Persino il quotidiano filo-governativo “Hurriyet” è stato costretto ad ammettere che le due donne erano state “ripetutamente percosse” e le lesioni “procurate intenzionalmente”[93]. Le due ragazze sono state “ammanettate, costrette a stendersi per terra e picchiate da molti agenti per diversi minuti. Le torture sono poi continuate in macchina. Gli agenti sapevano che Altin era la cantante del gruppo e le hanno rotto intenzionalmente il timpano, picchiandola ripetutamente sulle orecchie”[94]. E le cose sono peggiorate dopo il fallito golpe del 2016. Così come Ebru Timtik, nei primi mesi del 2020 sono morti in prigione Ibrahim Gökçek[95],Helin Bölek[96], Mustafa Koçak [97] è Mustafa Koçek[98], tutti membri del Grup Yorum[99].
La persecuzione continua anche nella civilissima Germania: domenica 24 novembre 2019, a Colonia, si sarebbe dovuto tenere un concerto di solidarietà con i membri della band imprigionati in Turchia. La polizia tedesca lo annulla cinque minuti prima dell’inizio, perché giudicato dalla Procura di Colonia come “propaganda illegale di un’organizzazione terroristica”[100]. La Polizia sequestra materiale propagandistico che inneggia (dicono) alla violenza: le caricature politiche dell’artista İsmail Doğan. La band ed il pubblico sfidano la violenza della polizia tedesca: suonano in strada, senza amplificazione[101]. Si è trattato di una novità: prima di allora i concerti della band non erano mai stati proibiti all’estero[102]. Che non avrebbe suonato (sono tutti in galera): a suonare sono state 17 band provenienti da tutta l’Europa per solidarizzare con il Grup Yorum[103].
La decisione è l’effetto di un accordo tra i servizi segreti turchi e quelli tedeschi: “La Turchia sta aumentando la pressione e chiede al governo tedesco di imporre sanzioni contro le persone di origine turca considera sospette”[104], e che ha portato diversi paesi occidentali a proibire i partiti della sinistra turca[105]. Il fatto che questo accada davanti alla porta delle nostre case (cantava il poeta Giorgio Gaber: “quelle case in cui ci nascondiamo”[106]) e nelle nostre strade è il segno della nostra paura, certo, ma anche del fatto che abbiamo perduto il senso di quanto valga e quanto vada difesa la libertà – una libertà per cui i nostri popoli hanno pagato un tributo di sangue che le nuove generazioni hanno dimenticato.
Quando ero giovane manifestavamo contro l’oppressione in Cile, in Polonia, oggi siamo pronti ad ignorare e dimenticare le sofferenze del popolo siriano, di quello bielorusso, ed ora di quello turco. Il risultato è che anche la nostra libertà e la nostra democrazia sono oggi in pericolo. Per questo, nonostante il martirio di tante donne e uomini di quel paese, la lunga notte della Turchia dovrà attendere ancora molto prima di vedere una nuova alba.

 

 

 

[1] https://iustlab.org/barbara.spinell
[2] https://www.consiglionazionaleforense.it/web/cnf-news/-/306184
[3] https://www.ordineavvocatibologna.net/home/-/asset_publisher/wUetS3CCpeq0/content/l-avv-barbara-spinelli-respinta-dalla-turchia
[4] https://www.glistatigenerali.com/geopolitica_questione-islamica/gezi-park-il-simbolo-della-turchia-al-collasso/
[5] https://www.giustiziainsieme.it/it/attualita-2/1476-in-memoria-di-ebru-timtik-la-resistenza-dell-avvocatura-in-turchia-un-reportage-di-barbara-spinelli-parte-i-essere-giovani-avvocate-i-in-turchia
[6] https://www.giustiziainsieme.it/it/attualita-2/1476-in-memoria-di-ebru-timtik-la-resistenza-dell-avvocatura-in-turchia-un-reportage-di-barbara-spinelli-parte-i-essere-giovani-avvocate-i-in-turchia
[7] https://www.giustiziainsieme.it/it/attualita-2/1476-in-memoria-di-ebru-timtik-la-resistenza-dell-avvocatura-in-turchia-un-reportage-di-barbara-spinelli-parte-i-essere-giovani-avvocate-i-in-turchia
[8] https://www.giustiziainsieme.it/it/attualita-2/1476-in-memoria-di-ebru-timtik-la-resistenza-dell-avvocatura-in-turchia-un-reportage-di-barbara-spinelli-parte-i-essere-giovani-avvocate-i-in-turchia
[9]https://www.camera.it/leg17/995?sezione=documenti&tipoDoc=assemblea_allegato_odg&idlegislatura=17&anno=2015&mese=10&giorno=02
[10] https://www.lindipendente.online/2022/01/14/la-russia-ha-diverse-buone-ragioni-per-sentirsi-accerchiata-dalla-nato/
[11] https://www.ilterziario.info/2021/03/24/la-turchia-torna-contesa-terra-di-frontiera-fra-nato-e-russia/
[12] https://ibiworld.eu/2022/02/12/egeo-la-frontiera-piu-calda-deuropa/
[13] https://www.ilterziario.info/2021/03/24/la-turchia-torna-contesa-terra-di-frontiera-fra-nato-e-russia/
[14] https://www.ansamed.info/ansamed/it/notizie/rubriche/politica/2021/03/23/blinken-divergenze-usa-con-turchia-ma-resta-valido-alleato_5a69f307-a12b-4851-818d-8273818cae50.html
[15] https://formiche.net/2020/09/grecia-turchia-atene-nato/
[16] https://www.agi.it/estero/news/2020-08-12/guerra-grecia-turchia-trivellazioni-cipro-9403144/
[17] https://ilbolive.unipd.it/it/news/contesa-turchia-grecia-nellimbarazzo-ue-nato
[18] https://www.huffingtonpost.it/entry/dalleuropa-sanzioni-cosmetiche-alla-turchia-erdogan-ringrazia_it_5fd360aec5b68256b1146cc9/  “Dall’Europa sanzioni “cosmetiche” alla Turchia, Erdogan ringrazia”
[19] https://ec.europa.eu/newsroom/cipr/items/713800/en
[20] Cruz, Marco António Ferreira da (2021). “NATO 2030”: survival in a new era. Janus.net, e- journal of international relations. Vol12, No. 1, May-October 2021. Consulted [online] at 21st of February 2022, https://doi.org/10.26619/1647-7251.12.1.2
[21] https://formiche.net/2020/12/s-400-cosa-ce-dietro-le-sanzioni-usa-alla-turchia/
[22] https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/usa-fuori-dalla-siria-cronaca-di-un-ritiro-annunciato-21877
[23] https://www.ilsole24ore.com/art/casa-bianca-turchia-sta-invadere-siria-nord-ACcPYep
[24] https://www.ilsole24ore.com/art/curdi-popolo-senza-stato-tradito-dall-occidente-ACC4MOq
[25] “Khashoggi, Trump «grazia» il principe saudita e ribadisce l’alleanza con Riad”  https://www.ilsole24ore.com/art/khashoggi-trump-grazia-principe-saudita-e-ribadisce-l-alleanza-riad-AEPVmSkG
[26] https://www.nova.news/a-70-anni-dallingresso-nella-nato-la-turchia-auspica-piu-sostegno-e-cooperazione/
[27] https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/erdogan-cerca-di-rivalutazione-32997
[28] https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/erdogan-cerca-di-rivalutazione-32997
[29] https://bianet.org/english/politics/247364-hdp-s-gergerlioglu-returns-to-parliament-after-top-court-ruling
[30] https://turkeypurge.com/rights-defender-gergerlioglu-gets-2-5-year-prison-sentence-terror-charges
[31] https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/erdogan-cerca-di-rivalutazione-32997
[32] https://fgulen.com/images/en-EN/what_went_wrong_with_turkey.pdf, pag. 47
[33] https://www.legislationline.org/download/id/4043/file/Turkey_Report_UN_Rap_independ_lawyers_2012_en.pdf
[34] Report of the Special Rapporteur on the independence of judges and lawyers (A/64/181), para. 64. https://www.legislationline.org/download/id/4043/file/Turkey_Report_UN_Rap_independ_lawyers_2012_en.pdf
[35] https://www.consiglionazionaleforense.it/ccbe
[36]https://www.ccbe.eu/fileadmin/speciality_distribution/public/documents/Newsletter/CCBEINFO89/IT_newsletter_89.pdf
[37] https://www.ildubbio.news/2022/01/11/verso-la-nuova-convenzione-europea-sulla-professione-di-avvocato/
[38]https://www.ccbe.eu/fileadmin/speciality_distribution/public/documents/Newsletter/CCBEINFO89/IT_newsletter_89.pdf
[39] https://www.al-monitor.com/originals/2020/08/turkey-ebru-timtik-hunger-strike-dies-lawyer-kurdish-prison.html
[40]  https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2020/08/28/attivista-turca-ebru-timik-muore-in-sciopero-della-fame_947218b8-a591-4d07-addb-80572b21c627.html
[41] https://www.osservatoriodiritti.it/2020/08/31/avvocata-turca-morta-ebru-timtik-sciopero-fame/
[42] https://www.osservatoriodiritti.it/2020/08/31/avvocata-turca-morta-ebru-timtik-sciopero-fame/
[43] https://www.ilpost.it/2020/08/29/morta-ebru-timtik-turchia-sciopero-fame/
[44] https://st.ilsole24ore.com/art/mondo/2015-03-31/istanbul-commando-armato-sequestra-magistrato-133236.shtml?refresh_ce=1
[45] https://st.ilsole24ore.com/art/mondo/2015-03-31/istanbul-commando-armato-sequestra-magistrato-133236.shtml?refresh_ce=1
[46] https://st.ilsole24ore.com/art/mondo/2015-03-31/istanbul-commando-armato-sequestra-magistrato-133236.shtml?refresh_ce=1
[47] https://st.ilsole24ore.com/art/mondo/2015-03-31/istanbul-commando-armato-sequestra-magistrato-133236.shtml?refresh_ce=1
[48] https://eldh.eu/wp-content/uploads/2019/03/SUMMARY-OF-TRIAL-AGAİNST-20-LAWYERS.pdf
[49] https://www.hrw.org/sites/default/files/report_pdf/turkey0419_web.pdf
[50] https://eldh.eu/wp-content/uploads/2019/03/SUMMARY-OF-TRIAL-AGAİNST-20-LAWYERS.pdf
[51] https://bianet.org/system/uploads/1/files/attachments/000/002/143/original/Avukatlara_Yargı_Baskısı_-_İHD.xlsx?1528120280 § 1
[52] https://eldh.eu/wp-content/uploads/2019/03/SUMMARY-OF-TRIAL-AGAİNST-20-LAWYERS.pdf
[53] https://ihd.org.tr/en/press-statement-for-immediate-release-interior-minister-suleyman-soylus-public-statements/ ; https://web.archive.org/web/20170813220846/http://www.milliyet.com.tr/bir-teror-orgutunun-bitmeyen-senaryosu-ankara-yerelhaber-2179760/
[54] https://www.sabah.com.tr/gundem/2017/07/13/orgutten-avukata-avukattan-gulmene
[55] https://www.limesonline.com/la-miniera-di-soma-ovvero-la-turchia-da-terzo-mondo/64230
[56] https://ilmanifesto.it/soma-301-minatori-uccisi-valgono-tra-i-15-e-i-22-anni/
[57] https://metismagazine.com/2020/10/02/ebru-timtik-muore-di-fame-nelle-carceri-di-istanbul-lo-stato-turco-e-colpevole/ e http://www.strisciarossa.it/morte-di-ebru-timtik-un-omicidio-di-stato/
[58] https://st.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-05-17/turchia-incidente-miniera-concluso-recupero-corpi-vittime-sono-301-172335.shtml?uuid=ABVJT4IB&refresh_ce=1 ; https://swab.zlibcdn.com/dtoken/f3be7b982706e936c8faec2a10663291
[59] https://st.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-05-17/turchia-incidente-miniera-concluso-recupero-corpi-vittime-sono-301-172335.shtml?uuid=ABVJT4IB&refresh_ce=1
[60] https://www.fanpage.it/esteri/morta-lattivista-per-i-diritti-umani-ebru-timtik-dopo-238-giorni-di-sciopero-della-fame/
[61] https://eldh.eu/wp-content/uploads/2019/03/SUMMARY-OF-TRIAL-AGAİNST-20-LAWYERS.pdf ; https://www.sabah.com.tr/ekonomi/2017/11/03/erdogandan-somada-sehit-olan-madencilerin-ailelerine-mujde
[62] https://www.frontlinedefenders.org/en/case/selcuk-kozagacli-detained
[63] https://www.hurriyet.com.tr/gundem/feto-davalariyla-ilgili-cok-onemli-ayrintilar-40871816
[64] https://www.hurriyet.com.tr/gundem/feto-davalariyla-ilgili-cok-onemli-ayrintilar-40871816
[65] https://www.hrw.org/sites/default/files/report_pdf/turkey0419_web.pdf
[66] Decreto sullo stato di emergenza n.  677 (Decreto esecutivo n. 677), Gazzetta Ufficiale, 22 novembre 2016, elenco n.6: http://www.resmigazete.gov.tr/eskiler/2016/11/20161122-1.htm
[67] Decreto sullo stato di emergenza n.  667 (Decreto esecutivo n. 667), Gazzetta Ufficiale, 23 luglio 2016, elenco n.3: http://www.resmigazete.gov.tr/eskiler/2016/07/20160723-8-1.pdf
[68] https://eldh.eu/wp-content/uploads/2019/03/SUMMARY-OF-TRIAL-AGAİNST-20-LAWYERS.pdf
[69] https://www.questionegiustizia.it/articolo/detenzione-di-giornalisti-e-repressione-della-libe_09-04-2018.php
[70] https://presidenza.governo.it/CONTENZIOSO/contenzioso_europeo/documentazione/Convention_ITA.pdf ; https://fedlex.data.admin.ch/filestore/fedlex.data.admin.ch/eli/cc/1993/750_750_750/20111027/it/pdf-a/fedlex-data-admin-ch-eli-cc-1993-750_750_750-20111027-it-pdf-a.pdf
[71] https://www.echr.coe.int/Documents/Speech_20180126_Raimondi_JY_ENG.pdf cfr. Pag.3; https://www.echr.coe.int/documents/convention_ita.pdf
[72] https://www.questionegiustizia.it/rivista/articolo/nel-mondo-dei-non-accordi-protetti-si-purche-altrove
[73] https://www.questionegiustizia.it/rivista/articolo/nel-mondo-dei-non-accordi-protetti-si-purche-altrove
[74] https://www.reuters.com/article/us-turkey-security-journalist-idUSKBN1JN1WF
[75] https://www.spiegel.de/politik/ausland/sahin-alpay-tuerkischer-journalist-aus-haft-entlassen-a-1198597.html
[76] https://www.osservatoriodiritti.it/2021/03/22/turchia-diritti-umani-erdogan/
[77] https://www.questionegiustizia.it/articolo/apocalisse-dello-stato-di-diritto-in-turchia_22-04-2019.php
[78] https://www.dw.com/en/unprecedented-destruction-of-kurdish-city-of-cizre/a-19265927
[79] https://bianet.org/english/media/211200-regulation-on-internet-broadcasting-biggest-step-in-turkey-s-history-of-censorship
[80] https://www.osservatoriodiritti.it/2021/03/22/turchia-diritti-umani-erdogan/ ; https://www.ohchr.org/Documents/Issues/Defenders/longterm-detention-defenders/Submissions/CSOs/26_iohr-cso-turkey-en-y.docx
[81] https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2021/09/30/turchiaosservatorio-avvocati-450-condannati-per-terrorismo_352fa136-9f2d-4f90-a155-8a4d838f0140.html
[82] https://barisicinakademisyenler.net/node/62
[83] https://bianet.org/bianet/toplum/171012-erdogan-dan-akademisyenlere-ey-aydin-musveddeleri
[84] https://www.infoaut.org/graphicscomics/grup-yorum-la-band-musicale-perseguitata-da-erdogan
[85] Per una contestualizzazione del socialismo in Turchia dagli anni ’70 agli anni ’90, vedere Karpat (2004).
[86] https://bianet.org/english/human-rights/210014-the-ones-massacred-in-madimak-26-years-ago-commemorated-in-sivas ; https://www.france24.com/en/20180702-turkey-marks-25-years-mob-attack-alevi-intellectuals
[87] https://www.bbc.com/news/world-europe-27408394
[88] GEZI PARK: IL SIMBOLO DELLA TURCHIA AL COLLASSO | IBI World Italia
[89] İnan Altin, comunicazione ad Eliot Bates, 2010. pag.357 “The Oxford Handbook of Mobile Music Studies” https://s3p.manualzz.com/store/data/028464512.pdf?key=5f3a8e7c6ab5ea02b1f2b07c406356c5&r=1&fn=28464512.pdf&t=1647270539353&p=86400
[90] https://www.infoaut.org/graphicscomics/grup-yorum-la-band-musicale-perseguitata-da-erdogan ; Korpe, Marie. 2007. Music Will Not Be Silenced: 3rd Freemuse World Conference on Music &

Censorship. Copenhagen: Freemuse
[91] https://www.infoaut.org/graphicscomics/grup-yorum-la-band-musicale-perseguitata-da-erdogan
[92] https://www.infoaut.org/graphicscomics/grup-yorum-la-band-musicale-perseguitata-da-erdogan
[93] https://www.ansamed.info/ansamed/it/notizie/rubriche/cronaca/2012/09/19/TURCHIA-MUSICISTE-GRUP-YORUM-DENUNCIANO-TORTURE-POLIZIA_7496459.html
[94] https://www.infoaut.org/graphicscomics/grup-yorum-la-band-musicale-perseguitata-da-erdogan ; https://www.ansamed.info/ansamed/it/notizie/rubriche/cronaca/2012/09/19/TURCHIA-MUSICISTE-GRUP-YORUM-DENUNCIANO-TORTURE-POLIZIA_7496459.html
[95] https://www.open.online/2020/05/08/turchia-morto-digiuno-grup-yorum-ibrahim-gokcek-bassista-diritti-oppressi/
[96]https://www.repubblica.it/esteri/2020/04/03/news/turchia_muore_attivista_cantante_sciopero_fame_helin_bolek-253031622/
[97] https://ilmanifesto.it/dieci-mesi-a-digiuno-mustafa-se-ne-va-20-giorni-dopo-helin/
[98] https://www.theblackcoffee.eu/partigiani-contemporanei-per-la-liberta/
[99] https://www.theblackcoffee.eu/turchia-gli-avvocati-aytac-unsal-e-ebru-timtik-in-sciopero-della-fame-death-fast/
[100] https://taz.de/Repressionen-gegen-Grup-Yorum/!5645272/
[101] https://taz.de/Repressionen-gegen-Grup-Yorum/!5645272/
[102] https://taz.de/Repressionen-gegen-Grup-Yorum/!5645272/
[103] https://taz.de/Repressionen-gegen-Grup-Yorum/!5645272/
[104] https://taz.de/Repressionen-gegen-Grup-Yorum/!5645272/
[105] https://baruda.net/tag/selma-altin/
[106] https://www.youtube.com/watch?v=V2qYnD0sAr8

TAG: Turchia
CAT: diritti umani

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