Alba Dorata, chi sono i nazisti greci?

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9 Febbraio 2015

In occasione dell’incontro consumato durante la scorsa settimana a Berlino tra il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble e l’omologo greco Yanis Varoufakis per discutere sulla delicata situazione ellenica, il portavoce del governo Tsipras ha ricordato come «nessuno meglio della Germania» possa capire la Grecia, avendo già la consapevolezza di «come una profonda depressione insieme all’umiliazione nazionale e una disperazione senza fine» possano avere conseguenze nefaste, ricordando che «il terzo partito nel Parlamento di Atene è quello nazista», con ovvio riferimento ad Alba Dorata.

Ora, al di là di non troppo precisati crismi nazisti che i rappresentanti di questa realtà non fanno fatica a ostentare –nonostante come da protocollo si definiscano “nazionalisti” e non nazisti-, della Lega Popolare-Alba Dorata si sa poco, o almeno molto meno rispetto ai vari movimenti di estrema destra che recentemente o meno si sono affacciati sul suolo continentale.

Negli ultimi anni l’Europa ha visto emergere correnti nazionalpopuliste che hanno saputo cavalcare la crisi economica e la decadenza democratica e sociale che questo collasso sistemico dell’Eurozona si trascina, riuscendo a raccogliere e convogliare gran parte del malcontento con colpi di leva su nazionalismi, xenofobie e irredentismi da nuovo millennio. A questo si può aggiungere sicuramente l’emersione di Alba Dorata in Grecia, seppur in questo caso si possano scorgere differenze e anomalie che trascinano verso un confronto antico e mai affrontato seriamente, quello tra il nazismo e il fascismo.

Purtroppo la gigantesca tragedia del secondo conflitto mondiale ci ha consegnato oltre a una sfilza infinita di brutture la concezione che un’alleanza bellica tra due modelli dittatoriali –non certo gli unici in quell’epoca su quell’indirizzo, senza scomodare il solito Stalin- possa poi identificarsi in una sinergia a livello ideologico, quantomeno originaria. Da quel nazi-fascismo utilizzato convenzionalmente per indicare l’occupazione italo-tedesca in Europa si è passati a fondere le due genesi, favoriti dall’orribile pagina delle leggi razziali fasciste promulgate in Italia nel 1938.

Il discorso per tentare di delineare differenze tra le due forme di “destra dittatoriale” è molto lungo e rischia di convogliare la carrozza fuori dal discorso Alba Dorata, anche se per riassumere si può notare come a livello originario –dunque precedente all’Asse-  una dittatura militare di stampo (nazional)socialista modellata sul veemente concetto politico di patriottismo fosse diversa da una dittatura che pur chiamandosi nazionalsocialista aveva rapidamente preso un’impronta mistica e pseudo-teocratica improntata invece su un delirante discorso razziale sulla genesi umana, prim’ancora che sulla patria o su avversari politici –Hitler non era un Duce, non aveva strette connotazioni militari, era più che altro un Vate associato quasi alla figura di un Dio. In calce a questa specifica parentesi occorre constatare come queste differenze siano state talmente occultate da produrre come effetto l’obnubilazione delle visioni da parte degli stessi militanti che perseguono oggi surrogati di tali ideologie in versione nostalgica e senza neanche capirne a fondo gli errori e gli orrori.

Tornando dunque in Grecia scopriamo che per settare la genesi di Λαϊκός Σύνδεσμος / Χρυσή Αυγή –letteralmente Laïkós Sýndesmos /Chrysí̱ Av̱gí̱, ossia Lega Popolare/Alba Dorata– occorre andare a ritroso fino alla metà degli anni Sessanta del Novecento, ai prodromi del Regime dei Colonnelli.

Il leader si Alba Dorata è Nikólaos Michaloliákos, 58enne ateniese dal passato turbolento, finito in carcere durante gli anni Settanta per intemperanze varie, prima contro inglesi e turchi per la questione di Cipro in difesa del cosiddetto Regime, poi per aver aggredito dei giornalisti durante i funerali di Evangelos Mallios, uomo vicino alla Giunta ucciso da eversori di sinistra: corre l’anno 1976. Nel luglio di due anni dopo ritorna in carcere per terrorismo in seguito ad indagini maturate sull’esplosione di una bomba ad Atene nei pressi di un cinema frequentato da simpatizzanti di sinistra: ci resterà 11 mesi. Durante il breve soggiorno forzato conosce quelli che possono considerarsi i suoi eroi personali, ossia i colonnelli del colpo di stato del 1967. In particolare Michaloliákos stringe i rapporti con il colonnello Georgios Papadopoulos, già Presidente del paese durante la dittatura e secondo molti legato ad apparati della CIA che ne favorirono il golpe, inviso invece all’allora presidente democratico Johnson. Proprio lo stesso Papadopoulos nel 1984 caldeggia ufficialmente la carriera politica di Michaloliákos nominandolo leader giovanile dell’Unione Politica Nazionale (EPEN), partito ultranazionalista fondato dallo stesso ex Presidente in prigione. L’EPEN durante le elezioni europee di quell’anno riesce a mandare anche un deputato a Bruxelles: dalla sua fine nacquero il Raggruppamento Popolare Ortodosso di Georgios Karatzaferis e, appunto, Alba Dorata.

In realtà Michaloliákos si era già distinto agli inizi degli anni Ottanta, quando appunto diede il via alla pubblicazione della rivista Alba Dorata, periodico dichiaratamente nazista in cui spesso venivano discussi e analizzati scritti di Hitler, di Degrelle e di Rosenberg e che rimase in incostante e selettiva diffusione per 4 anni.

Balzando rapidamente ai nostri anni si può invece notare come Alba Dorata abbia iniziato una lenta ascesa a partire dal 2010 dopo un iniziale ruolo di pressoché totale marginalità. In Grecia molti sostengono che questa crescita si debba per forza appaiare all’inizio della crisi finanziaria che attanaglia il paese, la stessa che sta facendo scricchiolare le istituzioni europee. Questa rovente situazione a livello continentale non ha fatto altro che rimpolpare le fila del cosiddetto Fronte Nazionale Europeo, di cui fan parte appunto il Front National di Marine Le Pen, Alba Dorata, il partito neofranchista spagnolo Democracia Nacional, i nazionalisti rumeni di Noua Dreaptă, l’italianissima Forza Nuova –Roberto Fiore è l’attuale segretario del FNE-, il fascio cattolicesimo del Renouveau français di Thibaut de Chassey, il Narodowe Odrodzenie  polacco, il Partido Nacional Renovador portoghese, e il Partito Nazionalsocialista tedesco di Udo Pastörs.

Attualmente Michaloliákos si trova nuovamente in carcere assieme ad altri sei esponenti di Alba Dorata, arrestati in seguito alla progressiva escalation di violenza perpetrata dai militanti del partito ai danni di immigrati e avversari politici, con l’apice dell’omicidio del rapper antifascista Pavlos Fyssas, ucciso nel settembre del 2013 da un simpatizzante di Alba Dorata, Giorgos Roupakas, poi arrestato.

Scrive Mario Lucio Genghini il 9 ottobre 2013:

L’ideologia di Michaloliákos è sostanzialmente di matrice biopolitica più che nazionalista. L’architrave della delirante propaganda di Alba Dorata è prettamente razzista: gli immigrati non sono solo responsabili della crisi economica, ma sono soprattutto “infetti”, “impuri”, “sporchi”. Attenzione, però, le aggressioni nei loro confronti sono molto mirate. Immigrati disoccupati o irregolari, alle dipendenze di spietati “kapo” nel campo dell’edilizia e dell’agricoltura, sono stati solo loro le vittime dei neonazisti. Le bande malavitose di stranieri non sono state mai fatte oggetto di attacchi da parte delle milizie di Alba Dorata. Molto probabilmente tra i militanti del partito e i le gang criminali è stato stipulato un accordo di non interferenza. Ad ognuno la sua “fetta di mercato”. Ricordiamo, a tale riguardo, che alcuni esponenti di Alba Dorta sono passati agli onori della cronaca per attività di usura e sfruttamento della prostituzione

L’offensiva giudiziaria ha lievemente frenato la continua crescita del partito che attorno al 2012 aveva raggiunto secondo alcune stime l’incredibile soglia del 14%, poi scesa al 6%. Tuttavia l’ascesa non può dirsi arrestata, dato che le recenti politiche hanno indicato come il partito di Michaloliákos abbia saputo ritagliarsi lo spazio di terza forza ellenica, alle spalle di Syriza e dei conservatori di Nea Demokratia, con i quali molti suppongono che Alba Dorata abbia più di un legame. Ricordiamo ad esempio lo scandalo dello scorso marzo in cui Takis Baltakos, segretario generale dell’esecutivo Samaras, davanti a una telecamera nascosta definisce l’operazione di polizia contro Alba Dorata “una mossa orchestrata da Samaras” per ragioni di consenso interno, nonostante “non ci fossero prove sufficienti” per incastrare i militanti nazisti.

In realtà i misteri che gravitano attorno ad Alba Dorata o più comunemente chiamata con la sua traduzione inglese Golden Dawn sono molti. D’altronde ogni volta che si parla di Golden Dawn è il mistero a farla da padrone, sin dalla comunità esoterica fondata in Inghilterra alla fine dell’Ottocento e proseguendo per quella linea sottile che portò alcuni dei suoi iniziati a mescolarsi con la Thule Gesselschaft, associazione di cui facevano parte tra gli altri Max Amann, Anton Drexler, Dietrich Eckart, Hans Frank, Rudolf Hess, Alfred Rosenberg, e vera e propria incubatrice ideologica della filosofia nazista.

Non si riesce ad esempio a delineare il rapporto tra  Alba Dorata e le forze militari, benché si supponga che gran parte dell’elettorato provenga da lì, ma non solo. Il giornalista Kostas Kallergis da qualche tempo conduce un’ approfondita inchiesta sull’origine del voto nazista in Grecia, risalendo la corrente della Storia:

La resistenza è stata organizzata da vari gruppi, ma i comunisti erano il più importante -scrive il giornalista-  D’altra parte, come nel resto d’Europa occupata, molti greci collaborarono con i tedeschi, compresi simpatizzanti nazisti e nazionalisti. Dopo la guerra, la destra e la sinistra hanno cominciato a fare a spintoni per il potere. La bagarre politica ben presto portato a una sanguinosa guerra civile che si concluse nel 1949 con la sconfitta della sinistra. Dimitris Psarras, un giornalista investigativo che si sta occupando di estrema destra greca dal 1980 -continua Kallergis- ha trovato molti casi in cui è stata tramandata l’ideologia anti-comunista dei collaboratori nazisti ai loro figli e nipoti. Alcune di queste persone sono stati tra i leader della giunta militare che ha governato 1967-1974 e alcuni sono sulla scena politica ora con Golden Dawn. Lo stesso leader del Partito Michaloliakos proviene da una famiglia di collaboratori.

Kallergis rende poi conto di una nuova generazione di nazisti partorita da famiglie di matrice comunista, delusi dall’imborghesimento della sinistra e capaci di arrampicate dialettiche che li portano a sostenere la Resistenza anti-nazista in quanto organizzazione “dedita alla cacciata dello straniero dal suolo ellenico”.

A questo ci aggiungiamo una piccola parentesi sul numero indefinito di militanti che Alba Dorata ha oltre i confini. Nel 2012 Francesco Semprini de La Stampa rendeva noto come attivisti della Golden Dawn facessero proselitismo ad Astoria, un quartiere newyorkese:

Christos Skarlatos, 67 anni gestore di una caffetteria, ha raccontato al New York Times che alcuni attivisti sono entrati nel suo negozio chiedendo se potevano lasciare dei volantini, una trentina circa: «Sono andati a ruba nel giro di pochi giorni. Non è chiaro se Alba Dorata abbia un quartier generale ad Astoria, alcuni suoi affiliati sono stati visti più volte al «Stathakion Cultural Center» dove avevano messo un’urna per la raccolta fondi con la scritta «For Greeks Only». Dopo qualche giorno sarebbero stati allontanati dai responsabili del circolo. «La loro presenza non è una novità assoluta, il movimento ha avuto attivisti nel quartiere da tempo – spiega al New York Times George Davis, 34 enne consulente finanziario greco-americano – Non mi sembra una iniziativa nata da un giorno all’altro». Qualcuno nel quartiere ricorda di aver visto un paio di anni fa alcune automobili girare per le strade di Astoria con gli adesivi «Golden Dawn». Nessuno sa con certezza quale sia il numero degli affiliati -scrive Semprini- e quale sia il vero scopo della loro attività. Alla fine di settembre era apparso sulla rete un sito Internet dove campeggiava il simbolo del gruppo, che ricorda una svastica stilizzata, e sullo sfondo lo skyline di Manhattan. Sito scomparso all’improvviso pochi giorni dopo e preso di mira, a quanto sembra, dagli hacker di Anonymous. In una delle foto sulla pagina web – dove si chiedeva di donare fondi a sostegno dei connazionali – compariva un gruppo di uomini ritratti di spalle con una maglietta di Alba Dorata e una scritta in greco «Golden Dawn di New York»

Insomma, dopo l’attuale confronto sul piano economico, dopo la recente richiesta di Tsipras di risarcimento dei danni di guerra da Atene a Berlino e la secca risposta negativa tedesca, dopo le digressioni di Varoufakis su parallelismi lunghi settant’anni notiamo come la storia della Grecia e della Germania si avviluppino in maniera inquietante. Ora sta all’establishment europeo -con quello tedesco in prima fila- rendersi conto dei possibili -inquietanti- scenari e far sì che la Memoria maiuscola non resti solo una data da segnare su un calendario, ma una partecipazione attiva per non scivolare nuovamente nel baratro.

 

TAG: Alba Dorata, Crisi Greca, Golden Dawn
CAT: discriminazioni, Politiche comunitarie, Storia

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