Il modo migliore per conoscere Livorno è camminarci dentro

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14 Maggio 2019

Il modo migliore per conoscere un territorio è attraversarlo. E allora, detto-fatto, la coalizione di Luca Salvetti, e il candidato sindaco stesso, questo si sono messi a fare. Tanto che Luca Salvetti anche nelle pagine del suo sito utilizza proprio questo motto ‘sono in cammino per Livorno’, e sembra che di chilometri ne abbia già fatti tanti in questi due mesi di campagna elettorale. E io ho deciso di accompagnarlo in alcune di queste passeggiate per i quartieri della città, prendendo nota di alcuni spunti e delle suggestioni che sono arrivate stando in ascolto di cittadini e commercianti. Ne ho fatto un piccolo diario che è quello che segue. Ne sono uscite molte indicazioni su come fare a far tornare i negozi e la gente in alcune zone della città, sui parcheggi e sugli stalli blu, sulla tassa per i rifiuti urbani, su un registro per le botteghe storiche e per gli esercizi storici che a Livorno non esiste, sulle feste rionali da reinventare, sulle sinergie da creare con alcune eccellenze industriali presenti sul nostro territorio e su come rendere più accogliente una città in tutte le sue zone, una città in cui camminare deve essere un piacere, come lo è stato per me in queste varie occasioni di confronto con tutti coloro che abbiamo incontrato lungo la strada.

2 maggio 2019. Cominciamo da via Donnini e via delle Sorgenti, esattamente dalla parte opposta dove sono cresciuto io, che scorrazzavo in bicicletta tra via Baroni e via Bengasi, e in mezzo tra questi due punti della città c’era già la lunga bisettrice della stazione. Via Donnini è uno stradone ampio, tanto largo che ci potrebbe fare un carnevale, e il carnevale effettivamente ce lo facevano ci dicono alcuni dei negozianti. E Luca Salvetti fa anche altre domande ai negozianti, sulle feste rionali, quelle che costa un sacco di fatica organizzare, soprattutto per avere i permessi per chiudere le strade, raccontano alcuni di loro. Luca rassicura e dice che sarebbe bello riuscire a organizzare almeno due feste rionali l’anno, una in autunno e un’altra in primavera, qui in via Donnini e in via delle Sorgenti, ma anche in altri quartieri della città. Perché non c’è modo migliore per rivitalizzare un quartiere che riportando la gente ad abitare le strade e a riappropriarsi della città, verso un futuro condiviso. Poi seguono altre domande sulla percezione dei negozianti rispetto al livello di sicurezza della zona che stiamo visitando, ne esce un quadro abbastanza positivo, tranne che sulla Tari, la tassa si rifiuti, che insieme ad altre tasse picchia duro e tranne che sulla raccolta differenziata, perché gli operatori passano troppo presto la mattina, ci dice una parrucchiera, e i sacchi devono essere lasciati fuori tutta la notte insieme ai gabbiani. E qui, alle Sorgenti e in via Donnini, gli stalli blu non sono arrivati, altrimenti la lista degli argomenti da discutere si sarebbe ovviamente allungata. Luca in un negozio compra dei biscotti, in un altro dei mandarini. Il modo migliore per conoscere un territorio è attraversarlo. E assaggiarlo.

Un sabato mattina di inizio maggio. A voi non interesserà, ma in questo giorno appena alzato non ho preso il caffè, la mia colazione si è fermata a metà, due sfoglie, senza caffè. E’ tutto questo perché la pasticceria in cui avevo ordinato si è fatta tutta buia, dentro e fuori, dicono per un black-out a una cabina elettrica andata a fuoco. La mia macchina bloccata sul ponte del gommista, così ho deciso di approfittarne per passeggiare. E passeggiare come avevo fatto il giorno prima con Luca Salvetti, accompagnandolo a incontrare i commercianti del quartiere Fabbricotti. I negozianti hanno salutato e risposto a alcune domande di Luca. Uno dei temi più gettonati sono stati gli stalli-blu, quelli che alle Sorgenti e in via Donnini non sono ancora arrivati, e poi il centro che si svuota a favore dei centri commerciali. I negozi di vicinato, il piccolo commercio, sono un presiduo prezioso per garantire alla città sicurezza e decoro e tutti questi negozi, quelli del centro città e di vicinato, meritano un piano che consenta ai cittadini di tornare a frequentarli, un piano in cui verificare anche come fare qualcosa per i parcheggi a pagamento che contribuiscono indubbiamente a tenere oggi la gente lontana dal centro. Basterebbe provare e introdurre la prima mezzora di sosta gratis. E qualsiasi città senza una guida adeguata è come una colazione senza caffè, e come un bellissimo film a colori che sei costretto a vedere sempre e soltanto attraverso un vecchio televisore, in bianco e nero. E senza effetti speciali.

Un giorno da Viareggio. Dal giorno prima avevo in mente qualcosa da scrivere sul tema dell’isolamento. Lo spunto mi è venuto vedendo quanto sia bella Viareggio nei giorni del Versilia Yachting Rendez-Vous, una bellissima fiera della nautica che la nostra regione ha la fortuna di potere ospitare ormai da tre anni. Via Coppino, la strada dei cantieri più importanti viene completamente trasformata in qualcosa di unico, realizzando lungo di essa installazioni vivaistiche, esposizioni d’arte e garantendo l’accesso libero agli stabilimenti di produzione dei marchi principali di imbarcazioni che lavorano in quella zona. Poi in acqua ci sono tante imbarcazioni che possono essere visitate dalle persone interessate. E mentre ero lì il pensiero mi è corso a Livorno e alla campagna elettorale che sta vivendo la nostra città. Perché le stesse cose che ho visto a Viareggio potremmo portarle a Livorno. A Livorno potremmo portare il meglio dell’artigiano toscano e locale, potremmo metterlo a disposizione dei croceristi e di tutti i turisti che nel fine settimana vengono a passeggiare sul nostro lungomare. Abbiamo due fortezze medicee meravigliose che come cornice non sarebbero affatto male. E Livorno ha anche la fortuna di essere sede di uno dei più grandi cantieri del mediterraneo per la produzione di megayacht, un polmone di eccellenza e artigianato con cui devono essere trovate e inventate tutte le sinergie possibile. Camminando a Viareggio giovedì e venerdì scorso ho pensato che la nautica è arte e l’arte è nautica. Ma la stessa cosa vale a Livorno. E un’eccellenza come quella di Benetti non può essere lasciata isolata, confinandola dentro le mura degli ex Cantieri Orlando. Luca Salvetti la sera prima che scrivessi questa nota, alla fine di una cena di campagna elettorale con Del Rio, si è avvicinato a una signora anziana che chiedeva di potergli parlare. Si è seduto di fronte a lei ed è restato in ascolto per qualche minuto di ciò che la signora aveva da dire. Le immagini di quel momento mi hanno emozionato, perché testimoniano una capacità di prossimità e un atteggiamento di ascolto che Luca Salvetti ha sicuramente nelle corde, così come tutti noi, me compreso, che ci siamo candidati a suo sostegno e contro tutti gli isolamenti.

Sabato 11 maggio. Piazza Garibaldi e Via Garibaldi, sono appena aperti i negozi. Questa è una delle zone a cui sono più affezionato, pur senza averci mai abitato o esserci cresciuto. Perché queste strade che poi finiscono nella zona di Fiorentina siano da sempre tra le mie preferite non l’ho mai capito, sarà per quella fila infinita di negozi e per la varietà delle merci che vendono, per il fatto che arrivati all’incrocio con via Galilei c’è una delle scuole che ho frequentato, oppure perché un po’ oltre l’incrocio c’è una delle birrerie migliori che abbia mai sperimentato, un posto che accogliente lo è davvero. Mentre sto arrivando vedo da lontano che è stata appena sistemata sul sostegno la bandiera di Futuro. C’è ancora tempo per un caffè. Poi comincia la passeggiata con Luca Salvetti, una delle tante passeggiate che Luca sta facendo in tutta la città accompagnato dai candidati della coalizione per conoscere meglio il territorio e raccogliere esigenze. In Piazza Garibaldi c’è un mercatino dell’usato, i chioschetti verdi sono ancora chiusi, incontriamo un po’ di persone, scambiamo un po’ di battute. All’inizio della via entriamo in un negozio di abbigliamento femminile, un posto tenuto benissimo che potrebbe stare in una delle vie del centro di questa nostra città, l’immagine di come potrebbe essere tutta la strada se da questa parti tornasse anche il passeggio, e Via Garibaldi potrebbe essere la naturale prosecuzione di Via Grande, attraversando Piazza della Repubblica in diagonale e intercettando anche la Fortezza Nuova per chi volesse cogliere la testimonianza di uno dei primi presidi di Livorno. Sempre nella parte iniziale della strada, angolo via San Carlo, c’è un bar-drogheria che entri dentro ed è uno spettacolo. Un esercizio commerciale che ha 98 anni e si avvicina ai 100. Nel bar-drogheria ci fermiamo a lungo, prendiamo 3 caffè, un succo, una brioche. Guardo il pavimento, il soffitto, l’arredo del bancone, quei vasi di vetro pieni di caramelle di ogni tipo, e mi chiedo se esista a Livorno un altro posto in cui le caramelle siano tenute così, tutte belle sistemate così, dentro dei vasi di vetro così. Mi rispondo di no, che non ne ho mai visti, e anche se esistono che in questo momento non importa perché esiste solo questa unicità a cui sono di fronte. Il bar apre uno spaccato su tutti quegli esercizi storici esistenti in città che sarebbe bello potessero continuare a vivere, negozi con una tradizione ultra-decennale che si trovano a affrontare un passaggio generazionale. Dei veri pezzi di architettura urbana che sarebbe opportuno aiutare a restare aperti, ipotizzando anche la creazione di un registro delle botteghe storiche, come a Firenze, e anche iniziative volte a incentivare la sopravvivenza di questi negozi, fino a immaginare la costituzione di un fondo a cui gli esercenti possano accedere in caso di necessità. E camminando sono più le domande che ci stiamo facendo che le risposte che stiamo trovando. Perché alcune delle risposte arriveranno dopo, e magari le troveremo davvero insieme a tutti coloro che hanno contribuito a generare le domande.

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